Siamo tornati dall'Inferno

Da tre anni impegnati nel recupero dei tossicodipendenti in una struttura composta da un caseggiato e da circa 120.000 mq di terreno dove le persone in via di recupero prestano la loro attività lavorativa. E' questa la realtà del centro "Betlemme" della Congregazione Cristiana Pentecostale di contrada Pagliarello, tra Pachino e Portopalo, diretto da Antonino Rocca. Otto gli ospiti, individui con la loro storia di andata e ritorno dall'inferno e dall'incubo della droga e dell'alcool, da tempo sottoposti ad un piano di recupero che sta dimostrando di dare degli ottimi risultati. «La percentuale di riuscita è di circa il 90% - afferma il responsabile del centro - grazie anche all'inserimento in strutture vicine alla chiesa evangelica e ad un riadattamento al lavoro e affidandosi compltamente a Dio. E poi chi viene di sua spontanea volontà completa quasi sempre il percorso. Io stesso sono stato, fino a tredici anni fa, dentro l'inferno della dipendenza e so quindi quali sono le sofferenze e le difficoltà da affrontare e superare». Le necessità finanziarie del centro sono coperte dalla congregazione cristiana pentecostale. «Facciamo anche un'intensa attività benefica per famiglie bisognose della zona - aggiunge Nino Rocca - con un impegno costante». Nella mattinata di ieri abbiamo incontrato tutti gli ospiti del "Betlemme": ciascuno di loro ha una storia da raccontare, di chi aveva perso la bussola dell'esistenza, rimanendo avviluppato nell'illusoria e tragica trappola della droga e dell'alcool.

C'è l'avolese Michele, con quindici anni di carcere a Busto Arsizio alle spalle e un quarto di secolo trascorso iniettandosi nelle vene eroina e sniffando cocaina. C'è il pachinese Peppe che ha visto svanire il suo matrimonio a causa della droga e che ora ti guarda con lo sguardo di chi, con fierezza e dignità si protrae nuovamente al futuro mentre gli si illuminano gli occhi parlando del suo bambino. «La nostra vita adesso è scandita dalla fede in Dio - dice Peppe - e questo ci sorregge in ogni istante». Per un attimo capisci che le imprese a prima vista impossibili possono realizzarsi. Il più giovane del gruppo è un ragazzo della provincia di Ragusa, Francesco. A 12 anni cominciò a fumare spinelli, poi il salto verso il baratro: eroina. «Fui salvato da una missionaria incontrata in un ospedale - ci dice Francesco - durante una delle mie tante crisi». Angelo è invece un catanese di 38 anni, ex alcolista. I suoi problemi di dipendenza lo avevano portato a chiudersi completamente in se stesso e a non comunicare. Uno stato quasi catatonico che oggi è solo un brutto ricordo. Ed infine c'è Armando. Fino a qualche anno fa lo vedevi vagare con un ciclomotore per le strade di Portopalo, con lo sguardo assente. «Sono veramente rinato - dice Armando - e adesso sono una persona nuova, rigenerata dall'azione del Signore e dall'aiuto di quelli che in questo centro mi hanno spinto ad uscire dal tunnel della droga».

sergio taccone
Fonte: La Siciila On Line il 08-05-2004 - Categoria: Cronaca

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