Sindaco in balìa di soggetti esterni

PACHINO - L'ordinanza del Tar di Catania che ha sancito il reintegro dell'assessore Giliberto, è ormai diventato il tema di discussione principale tra i pachinesi, siano essi "politicamente interessati" che semplici osservatori. Nell'ambito delle considerazioni che si succedono, vanno registrate anche le osservazioni proposte dell'Osservatorio locale sulla legalità, e per esso da Sebastiano Lupo, psicopedagogista, che è intervenuto sull'argomento con un lungo documento diffuso nei giorni scorsi. Oltre ad analizzare alcuni eventi succedutisi nel panorama politico locale, Nello Lupo si sofferma in particolare sul rapporto tra politica e legalità, dando così una chiave di lettura all'ordinanza emessa dal Tar di Catania sulla vicenda Giliberto. "L'ordinanza del Tar di Catania, -dice Lupo- travalica i confini del contenzioso politico-amministrativo tra il Sindaco e l'assessore rimosso, e assume invece i contorni di una riflessione di portata generale. Vi si sostiene che nella fattispecie ci sia stato uno "sviamento della causa tipica". In sostanza l'attività discrezionale amministrativa avrebbe debordato dai limiti positivi imposti al potere discrezionale del sindaco in tema di nomine degli assessori. Nomina e revoca degli assessori sono infatti funzionali al perseguimento dell'interesse pubblico, che è interesse primario, e non già ad interessi secondari quali possono essere le esigenze politiche dei partiti che sono di natura privatistica. Nella motivazione addotta dal sindaco nell'atto di revoca: "la mancanza di ragioni di collegamento dell'assessore Giliberto con il suo gruppo politico", l'organo amministrativo regionale intravede dunque un vizio di legittimità per eccesso di potere nella sua specificazione di "sviamento della causa tipica", e parla di "condizionamenti da parte di soggetti che operano al di fuori delle competenze istituzionali. L'ordinanza del Tar di Catania dunque si presta a due tipi di riflessioni, -continua Nello Lupo, rappresentante dell'osservatorio locale sulla legalità- l'una di carattere generale inerente al rapporto politica-amministrazione, l'altra più squisitamente di carattere etico.

Innanzitutto fa finalmente piazza pulita della prassi per cui la politica avrebbe il primato assoluto, sulla azione amministrativa. La politica pertanto non avrebbe il primato di decidere sulle scelte degli assessori, dei presidenti dei consorzi, dei direttori generali del comune, di chi deve fare il difensore civico, o i dirigenti, o di organizzare gli uffici secondo ottiche politiche, senza vincoli di alcuna natura, né giuridici né tanto meno di natura etico-politica. L'ordinanza del Tar richiama perentoriamente al rispetto delle norme e al rispetto rigoroso di uno dei suoi principi cardine: la separazione tra politica e amministrazione. Se la sentenza confermasse le motivazioni della sospensiva, avvalorerebbe ciò che da decenni sosteniamo, e cioè che la vita amministrativa locale è regolata fuori dalle competenze istituzionali". La prova di tali condizionamenti starebbe, conclude Lupo, in alcuni eventi che si sono succeduti di recente quali "il tourbillon di assessori a seconda delle congiunture politiche e personali dentro e fuori i partiti politici, l'estromissione di uno dei partner (An) per sedare l'ingordigia assessoriale, il contenzioso disastroso sul Difensore Civico, il lungo braccio di ferro sulla nomina del presidente del consorzio Ato; l'apertura imminente di un nuovo fronte di scontro per la nomina del direttore generale del comune di Pachino". Una dura sferzata, dunque quella dell'Osservatorio locale sulla legalità, che non mancherà di far discutere a lungo negli ambienti politici. Intanto si apprende che Giliberto ha proceduto a diffidare il sindaco a rispettare l'ordinanza del Tar in suo favore ed a reintegrarlo nelle sue funzioni, pena una possibile denuncia per omissione in atti d'ufficio.

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 06-01-2004 - Categoria: Cronaca

Lascia il tuo commento