Smantellata rete di spacciatori: sei arresti

PACHINO – Una rete di presunti spacciatori di eroina e cocaina è stata scoperta dalla Polizia che all'alba di ieri, in esecuzione di provvedimenti firmati dal giudice delle indagini preliminari Stefania Scarlata su richiesta del pubblico ministero Antonio Nicastro, ha arrestato sei persone. Si tratta di volti molto conosciuti negli ambienti investigativi, per essere stati coinvolti in passato in altre inchieste giudiziarie, quasi sempre riguardanti lo smercio di stupefacenti. Stavolta, però – come è sato detto nel corso di una conferenza stampa tenuta dal dirigente del commissariato di Pachino Giuseppe Grienti e dal responsabile delle pubbliche relazioni della Questura Salvatore Fazzino – non ci sarebbe di mezzo solo la droga.

Gli investigatori, infatti, mettendo sotto controllo i telefoni delle persone su cui indagavano, hanno sentito parlare di un fucile che doveva servire a compiere una non meglio specificata azione delittuosa. Gli investigatori non hanno escluso che si stesse preparando un omicidio. Gli arresti, insomma, potrebbero avere evitato che accadesse qualcosa di molto grave. Del fucile che doveva essere usato in questa misteriosa azione, secondo gli agenti del commissariato di Polizia di Pachino avrebbero avuto la disponibilità i fratelli Sebastiano e Julio Lorefice , di 25 e 21 anni, che sono anche ritenuti i personaggi centrali della rete di spacciatori di droga. I due avrebbero nascosto l'arma in una campagna.

Gli investigatori l'avrebbero cercata, ma senza riuscire a trovarla. Ma veniamo allo spaccio di droga. Le indagini interessano un periodo compreso tra la primavera del 2001 allo scorso settembre: più di un anno in cui sono state effettuate intercettazioni telefoniche ed eseguiti appostamenti, per raccogliere prove inoppugnabili. A completare il quadro contro gli indagati ci sono poi le testimonianze di molti tossicodipendenti, che hanno fatto i nomi di chi ha venduto loro la sostanza stupefacente. Punto di riferimento dell'illecito traffico sarebbe stato Sebastiano Lorefice. Era uscito dal carcere nella primavera dello scorso anno e non avrebbe perso tempo a riprendere l'attività che gli era appena costata una lunga reclusione.

Il già citato fratello Julio ma anche la moglie, Angela Scattarelli, 24 anni, sarebbero stati i suoi principali collaboratori. Per allontanare da sè i sospetti Sebastiano Lorefice aveva allestito una bancarella per la vendita di fiori. Ma gli investigatori hanno capito subito che era una copertura, perché gli affari ai quali era interessato restavano quelli legati allo spaccio della droga. Tra le persone finite in manette anche Giuseppe Di Stefano , 31 anni, noto negli ambienti investigativi come un esperto nel taglio della droga e nel confezionamento delle dosi. Un ruolo importante viene attribuito anche a Maria Parisio, 34 anni. La donna era già agli arresti domiciliari, anche se le era stata concessa la possibilità di uscire di giorno per recarsi al lavoro. Le limitazioni poste alla sua libertà non le avrebbero impedito, però, di spacciare. A chi gliene chiedeva, avrebbe portato la droga a domicilio. Ma non solo.

A lei Sebastiano Lorefice avrebbe spesso affidato in custodia la droga di cui si riforniva, confidando che di Maria Parisio gli investigatori sospettassero meno che di lui. Ma alla luce del blitz di ieri mattina si può dire che aveva fatto male i suoi calcoli. Di Stefano e Parisio avrebbero non solo spacciato al minuto, ma avrebbero a loro volta rifornito piccoli gruppi di spacciatori. L'elenco è chiuso da Vincenzo Falco, 37 anni, l'unico degli indagati finito agli arresti domiciliari. Secondo quanto emerso dalle indagini, si tratterebbe di un tossicodipendente che avrebbe anche smerciato droga. La rete di spacciatori si sarebbe rifornita ad Avola e Noto. Non avrebbe prelevato grosse quantità di droga ma poche decine di grammi alla volta. I viaggi, però, secondo quanto accertato dagli investigatori, sarebbero stati continui. Nel corso del blitz, la Polizia ha perquisito le abitazioni degli arrestati. Negli accertamenti sono stati impiegati anche cani addestrati nella ricerca della droga, ma non è stata trovata sostanza stupefacente. L'unica cosa sequestrata è stato un fucile ad aria compressa trovato nell'abitazione di Julio Lorefice.
Fonte: La Gazzetta del Sud On Line il 05-12-2002 - Categoria: Cronaca

Lascia il tuo commento
Cerca su PachinoGlobale.net