PORTOPALO - Villaggio con villette unifamiliari, Club house e 435 posti barca. Ecco come sarà l'area del nuovo porto di Portopalo. Nel piccolo centro esiste già un approdo commerciale ma l'idea della Fn progettazioni, una delle società che ha presentato un progetto, è quella di creare un porto con una spiccata vocazione turistica. La nuova opera dovrebbe sorgere nella rada di ponente, dove si trova una diga inutilizzata perché priva di attrezzature di ormeggio, distante dal centro abitato. Da circa 30 anni si prevedeva la costruzione di un porto, poiché Portopalo rappresenta uno dei punti strategici del Mediterraneo. Il nuovo porto inoltre è previsto dal piano regolatore del Comune e dall'assessorato al Turismo e Opere pubbliche. Nel redigere il progetto, si è considerata l'apertura dell'area di libero scambio nel 2010. Entro questa data in cui si prevede la libera circolazione di persone e merci, in Sicilia dovranno essere creati ben 10.000 posti barca. «E' necessario impegnarsi fin da adesso e fondamentale è il lavoro di sinergia che dovranno svolgere le amministrazioni locali, l'imprenditoria e i progettisti» dice l'ingegnere Francesco Nobile.
Nobile, con l'architetto Giuseppe Rosano della Fn, ha redatto questo progetto ed anche quello per il porto di Avola. I posti barca saranno 435, suddivisi in sei classi; l'albergo disporrà di 200 camere; diverse saranno le unità abitative unifamiliari e nell'edificio della Club house, immediatamente prossimo allo specchio acqueo, sono collocate tutte le attività relative al controllo e gestione del porto nonché alla diretta fruizione del pubblico. La zona turistico ricettiva sarà costituita da edifici bassi, che andranno a formare l'ossatura di un borgo marinaro attraversato da percorsi interni pedonali che ne faranno una continuazione architettonico-paesaggistica dei pantani adiacenti. L'intento è quello di offrire servizi aggiuntivi anche ai residenti del luogo. Il costo complessivo dell'opera ammonta a 57.000.000 di euro. Le pratiche burocratiche sono già state avviate. Infatti il progetto è stato presentato sia alla Capitaneria di porto di Siracusa che al comune di Portopalo ed entro 20 giorni verrà pubblicato il bando di partecipazione sulla gazzetta europea e regionale.
Cristina Crispino
Fonte:
LaSicilia.it il 23-07-2006 - Categoria:
Cronaca
Marina resort of Portopalo di C.P.
Mi giungono, come cannonate, tipo katyuscia, che non è una bella figliola mediorientale con gli occhi a mandorla, una serie di pedanti incongruenze nella lettura dell'articolo.
Vedi, carissimo Ing. Francesco Nobile, già ingegnere capo del comune di Melilli, la realizzazione delle previsioni del Piano strategico regionale dei Porti turisti, (fra l'altro l'ultimo atto e firma dell'ex Assessore Granata, con firma in data 26 Maggio 2006) non ha nessuna relazione con l'apertura delle relazioni commerciali del 2010 per l'apertura dei corridoi commerciali della navigazione: centra poco e nulla.
Le barche da diporto possono percorrere le sponde del mediterraneo come e quando vogliono...
Anche perchè il Piano strategico firmato e approvato, per Portopalo, prevede, e dà indicazione per 200-300 posti barca, e ad Avola ne indica 500.
Nel progetto in esame presentato dalla società Pn, e controfirmato dall'ingegnere ( basandosi solo su questo articolo e non avendo visto naturalmente in dettaglio il progetto) se ne prevedono 435.
Di conseguenza non vedo in quali spazi si potrebbero approntare le infrastrutture adatte a dare apertura a natanti capaci di integrarsi al libero scambio mercantile delle sponde del bacino del mediterraneo. (ironizzo)
Che presumo sia fatto con navi di più grosso tonnellaggio.
La stessa denominazione di Porto, per effetto ed indicazione del Piano regionale dei Porti Turistici appare errata nella complessa manovra urbanistica prospettata da Piano presentato in comune e alla capitaneria.
E francamente, credo, anche se il comune si è dotato, pare, di un piano che riguarda per la messa in sicurezza del Porto significa, che il progetto presentato dalla Pn può essere attivato lo stesso portandolo avanti attivando la procedura prevista dal DPR 509/97(cosidetto Burlando) coordinata con l'art. 75 della L.R. 4/2003. Nell'ipotesi in cui sussistano le condizioni di "inadegauata sicurezza" delle strutture portuali, è possibile attivare la procedura prevista dall'art 5 della L.R. 21/98 di completamento delle stesse, autorizzata dall 'assessorato Regionale Territorio e Ambiente ai sensi dell'art.7 della L.R 65/81 e della successiva circolare esplicativa dell ARTA N 46354 DEL 7.08.2003,
Insomma, recepita dalle procedure per l'approvazioni di questo tipo di piani portuali e delle marine, con l'adozione approvazione del piano da parte del consiglio comunale, fermo restando le deduzioni della capitaneria di Porto: si scavalcherebbero a piedi uniti tutte le incombenze procedurali di pianificazione urbanistiche previste dalla pianificazione normale.( mi riferisco al villaggio)
Poichè, di fatto, sarebbe questo nuovo piano il nuovo strumento di pianificazione, anche se in contrasto con le indicazioni del Piano Regolatore generale approvato nel 1997 e su quale il comune di Portopalo è ancora inadempiente per le aree estraurbane al centro urbano.( si è prodotto una impasse che dura da dieci anni)
Perchè quel Piano Regolatore approvato, ma stralciato in molte parti: è di fatto bloccato nelle sue previsioni urbanistiche per quello che concerne il territorio agrario.
Ricordo che quel voto del Cru ha stralciato queste aree esterne, al centro urbano: definendole sovradimensionate per ciò che concerne l' espansione residenziale che quel piano prevdeva e adottava.
Insomma, è in atto un complessa manovra pianificazione acquatica ed urbanistica: dove l'unico impedimento formale ;quasi invalicabile,sarebbe costituito dai decreti attuativi della istituzione dei Parchi e delle Riserve.
In questo contesto, si deve leggere questo ambizioso progetto... Perchè contiene il grimaldello formalmente ineccepibile di sforare e forzare la previsione locale: poichè nel Piano dei Porti turisti La rada di Portopalo è indicata come "Porto" e non come "Marina".
Sembrerebbe una inezia, un semplice eufemistico, un orpello: ma di fatto non lo è, perche fra queste due definizioni, fra Marina e Porto: esiste una sostanziale differenza che è enorme sugli aspetti della pianificazione globale del territorio costiero.
Per "Porto",si intende, nel Piano Regionale, che ne spiega la differenza, solo le strutture che hanno a che fare con la gestione delle attività da diporto, limitando la pianificazione a terra, nel suolo, solo di aree strettamente necessaria al supporto logistico del funzionamento della struttura.Strade,piazzali, aree tecniche insomma.
Mentre per "Marina" si intende sia le strutture prima elencate per il funzionamento del porto turistico, e sia con l'aggiunta e con l'integrazione di attrezzature residenziali e alberghiere connesse.
Il che fà una differenza, se permettete, enorme...
Ma badate bene che il Piano strategico del Granata è cosi flessibile che la modifica delle previsioni regionali potrebbe essere facilmente superata, come lo è nel caso di questo megaprogetto che è in cantiere.
A guardare da questa distanza con le tante cose che molto probabilmente mi sfuggono e di cui mi scuso, il porto-turistico marina previsto nello specchio d'acqua che fà riferimento alla diga foranea di ponente, diventa solo un pretesto, un orpello, un foruncolo, una escamotage cino-coreano, sulle modificazioni e costruzioni che potrebbero ingolfare e saturare aree di pregio che non si fermano alla previone di recupero, con dotazioni a rete, ma diventerebbero la fonte di una possibile saturazione di aree estremamente delicate.
Quali quelle che sono citate nell'articolo:con fabbricati residenziali e turistici, che si affacciano( alla faccia dei vincoli ambientali che frenano questa iniziativa)sulla fascia costiera e direttamente nel mare e nei pantani.
E credo che l'operazione complessiva, nel suo intimo, punti essenzialmente su queste: edificare nuove costruzioni su aree di pregio e formalmente destinate a "vincolo assoluto".
Io credo che l'appetito fondiario sia essenzialmente concentrato su queste aree, e che la costruzione su queste zone sia, in definitiva, la vera ragione della presentazione di questo piano progetto.
L'approvazione di questo piano, così concepito:sarebbe e diventerebbe la mossa per dare scacco definitivo a questa delicatissima fascia costiera.
Il tutto alla faccia della pianificazione ordinaria comunale normale, saltando vincoli locali che hanno tuttavia nelle previosi di aree a Parchi e riserve in fase d'istituzione una spada di damocle che potrebbe fermare il tutto...
Problema questo che è diventato l'incubo, non tanto degli agricoltori, che in questo caso vengono strumentalizzati, ma per coloro che vogliono fare passare sotto sotto una importate operazione fondiaria di cui credo questo progetto è portatore.
Cioè un progetto che prevede strutture complesse che riguardano sia gli specchi d' acqua della rada che il water front che con questa approvazione verrebbe rimodellato saturando la fascia con un bel villaggio turistico,con percorsi pedonale e con servizi ai cittadini di Portopalo, che è una offesa alla comune intelligenza...
Dunque un piano sofisticato che si muove sulla linea di direzione che la regione siciliana ha intrapreso, ma non ancora concluso, sulla nuova legge regionale urbanistica.
Nella quale legge, si badi bene, è la regione in primis che accorpa tutte le incombenze autorizzative, e a cascata si riflette sui piani provinciali e poi quelli comunali.
Ma per uno strano meccanismo propositivo: i piani locali, se sufficientemente motivati: potrebbero modificare le previsioni regionali..
Insomma, si profila una legge che non è legge...
Come hanno fatto notare illustri Urbanisti a livello nazionale dibattendo su questa nuova legge.
Per capirci,sulle tracce della Bassanini, è in atto una complessa azione di concentramento decentramento della pianificazione regionale che modella una legislazione molto flessibile e che in futuro potrebbe introdurre non rapporti democratici fra comuni e cittadini: ma un progressivo ritorno al feudalesimo.
Il barone chiede, e il re, da Palermo, in piena ed incotrastata autonomia, e privo di qualsiasi controllo scientifico: concede a sua totale discrezione...( ricordo che nella nuova legge voglio abolire il CRU)
Dall'articolo, strategicamente, firmato dalla giornalista Crispino traggo la stessa sensazione quando alcuni particolari articoli li firma Leotta) e dalla vaga descrizione dei terreni che si affacciano sui pantani( ma mi sà che si parla di Pantanello, credo) mi sembra di capire che il progetto di fatto metterebbe in soffitta, sia l'articolo 21 della ex legge regionale n 71/78, che impone i 150 metri dalla battigia, sia la cosidetta legge Galasso che impone i 300 metri, sia dal mare che dalle sponde dei bacini d'acqua comunque vincolati, arrivano le prime avvisaglie che c'è qualcosa che non quadra...
E la promessa, recentissima, del Signor Dott. Lo Bue, di rinviare l'applicazione dei vincoli sulle aree soggette a Parco nel Promontorio, con la missione del consigliere Di Maria in testa, si inserisce a pieno titolo su una complessa manovra politico-urbanistica...
E badate bene, che, come pare si riuscirà ad allungare i tempi della apposizione dei vincoli sulle aree umide per l'istituzione dei Parchi e riserve, questa manovra potrebbe anche legalmente andare in porto.
Con la constatazione che il tutto sarà fatto nella più completa formale legalità...senza se e senza ma!
Saluti compatibli e ambientali, Spiros
ps
Voglio vedere le carte in dettaglio, e se è il caso e ci sono tutti i presupposti, cercherò di attivarmi presso....
http://www.consorzioetruria.it/main.html
http://www.itercoop.com/ita/index.php
http://www.baldassinitognozzi.it/
PER PARTECIPARE AL BANDO