PACHINO - Il mondo dell'agricoltura in subbuglio a seguito della perdurante crisi del settore. Il comitato agricoltori e serricultori sta preparando una bozza di programma che sarà consegnata a tutti i candidati alle elezioni regionali. «Da sempre, ha spiegato Giorgio Morana, portavoce del comitato- si è cercato di smembrare i grandi latifondi al fine di favorire la creazione della piccola impresa. Oggi invece, improvvisamente, ci dicono che le piccole aziende a conduzione familiare non sono più produttive ed utili alla produzione, motivo per cui siamo destinati a scomparire. Si tratta di una contraddizione nella contraddizione». Per il comitato dei piccoli agricoltori che abbraccia una serie di produttori che gestiscono aziende medio piccole ed a conduzione familiare, le OP, ossia le «organizzazioni produttive» assumono sempre più le funzioni di organismi fantasma. «Le OP potrebbero essere utili, -hanno aggiunto gli esponenti del comitato- qualora fossero gestite a vantaggio di chi ha creato e contribuisce materialmente a tenere in piedi la struttura, invece assistiamo ad un prodotto di nicchia qual è quello coltivato a Pachino che però va a vantaggio di sole poche persone».
Tra le problematiche che faranno parte della bozza di programma che il mondo agricolo darà ai vari candidati alle elezioni c'è anche l'aumento a dismisura del costo dei fitofarmaci e dei prodotti in uso della serricoltura. «I rincari dei prodotti chimici, -ha affermato Salvatore Gennuso- sono aumentati di ben il 75%. Ciò ha comportato un aumento dei costi gestionali di una azienda media.
Il 10% dei piccoli produttori ha già dismesso l'attività a causa dei costi troppo alti e dei guadagni inesistenti, e non si sa quanti produttori l'anno prossimo potranno continuare l'attività produttiva». Un grido di allarme, quello lanciato dal comitato dei piccoli produttori e dei serricultori, che arriva in un momento politico topico ed economicamente disastroso con il prezzo del ciliegino che si aggira intorno ai 70 centesimi al chilo (prezzo pagato ai produttori) e quello del pomodoro costoluto tra i 50 ed i 60 centesimi, cioè inferiore ai costi di produzione. Il comitato inoltre punta il dito sul sistema normativo che ha favorito ed incentivato la nascita di grosse aziende e di magazzini di lavorazione senza dare risorse ai piccoli produttori. Il piccolo coltivatore agricolo inoltre sempre più spesso risulta penalizzato come ad esempio è accaduto con la legge sulla cartolarizzazione che garantisce i lavoratori dipendenti ma non i piccoli imprenditori per i quali i contributi non varrebbero ai fini pensionistici. Secondo il comitato è accaduto che, a seguito della cartolarizzazione dei debiti con l'Inps i debiti sono stati spostati dal periodo 2002-2004 al 2007 non rientrando pertanto nei benefici previsti dalla legge. «Ci dicano, -hanno concluso gli esponenti del comitato- cosa vogliono fare della Sicilia, e se vogliono ridurla ad una semplice piattaforma o far sì che sia ancora base produttiva di qualità».
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 31-03-2008 - Categoria:
Cronaca