PACHINO - L'allarme per una eventuale presunta contaminazione da sostanza radioattiva sull'intero territorio della zona sud (soprattutto Pachino e Porto Palo di Capopassero) non è cessato. Nessuno si è fatto vivo, nonostante i numerosi appelli radiofonici o televisivi. Lo strumento sottratto da un pacco smarrito da un vettore sulla strada provinciale che collega Porto Palo a Pachino era destinato ad un laboratorio privato di analisi di Melilli ed ha un valore di circa 60 mila euro. Chi ha rinvenuto lo strumento, contenente l'isotopo «nichel 63», probabilmente sta aspettando che si calmino le acque per poi fare un una offerta e restituire l'oggetto per ricavarne un guadagno. E' soltanto una ipotesi, che comunque, se dovesse essere confermata, apre scenari inquietanti.
Il collo smarrito, si presume sul lungomare di Portopalo, veniva trasportato a bordo di un autocarro del vettore «Global services» di Catania, per conto della «Mitsafetrans» srl di Carugate, provincia di Milano. Avrebbe dovuto essere recapitato ad un laboratorio di analisi chimiche di Melilli. Ha la dimensioni di centimetri 30x20x18 ed un peso di 800 grammi. Un collo, quindi, molto piccolo, che conteneva sorgente radioattiva costituita da nichel 63, allo stato solido, a sua volta contenuta in uno strumento metallico.
Il piccolo collo è stato smarrito, secondo quanto si è appreso, a causa della difettosa chiusura del portellone laterale del furgone di trasporto in movimento percorrendo, giovedì pomeriggio, il lungomare di Portopalo. La denuncia del collo smarrito è stata fatta immediatamente e tempestivamente dall'autista del furgone vettore, appena si è accorto della scomparsa del piccolo collo, che sarebbe scivolato via dal portellone con chiuso perfettamente. A causa del suo contenuto radioattivo le indagini, con sopralluogo di carabinieri e agenti della polizia di Stato, per localizzarlo e quindi recuperarlo sono state immediate.
Soltanto il giorno dopo la denuncia, quindi venerdì, nei presi del castello «Tafuri», ai margini della strada provinciale Portopalo-Marzamemi, è stato rinvenuto l'involucro del collo, privo però del suo contenuto. Mentre polizia e carabinieri svolgeva le indagini, sul luogo è stata inviata una squadra di vigili del fuoco del comando provinciale di Siracusa, dotata di attrezzature per valutare la radioattività del sito in cui è avvenuto il rinvenimento dell'involucro del collo. I valori rilevati sono risultati nella normalità.
«In normali condizioni – afferma la prefettura di Siracusa nel contesto di un comunicato tempestivamente diffuso – l'insieme della sorgente radioattiva e del suo apparecchio di contenimento non rappresenta pericolo per le persone, derivante da esposizione, non potendosi però escludere manomissioni o rotture e quindi potenziali conseguenti pericoli». In poche parole che ha rinvenuto lo strumento non deve forzarlo,romperlo, manometterlo: il rischio di una contaminazione in questo caso, è certo. Per evitare tale evenienza, la prefettura di Siracusa ha lanciato un appello: «In caso di ritrovamento informare subito qualsiasi ufficio della polizia di Stato, o qualsiasi comando dell'Arma dei carabinieri o della Guardia di finanza, oltre ai vigili del fuoco».
Intanto proseguono senza sosta le indagini dei carabinieri della compagnia di Noto e dei militari delle stazioni di Pachino e Portopalo ed anche della polizia di Stato. Sono stati anche attivati i nuclei speciali dei carabinieri del Nas di Ragusa, del Noe di Palermo e del Ris di Messina. Questi ultimi sono stati interessati per rilevare le eventuale impronte digitali lasciate sul contenitore da colui che si è impossessato dello strumento contenente il nichel 63. Una informativa molto circostanziata è stata anche trasmessa dai carabinieri alla Procura della Repubblica di Siracusa.
Saretto Leotta
Fonte:
LaSicilia.it il 13-03-2005 - Categoria:
Cronaca