PORTOPALO - «Le recenti affermazioni di Giuseppe Mirarchi, riguardo al ritorno alle urne, confermano per l'ennesima volta la visuale politica di un soggetto che non vuole accettare la volontà sovrana dei cittadini». A parlare è il sindaco di Portopalo, Michele Taccone, che replica così alle accuse dei giorni scorsi. E ricorda come nel giugno del 2009 si sia votato «bocciando la sua proposta politica in modo netto e non equivoco». «Chi vince ha il dovere e il diritto di amministrare - prosegue il primo cittadino -. In quanto alle fantomatiche voci di crisi all'interno della maggioranza che sostiene il mio operato, voci del tutto false e montate ad arte da Mirarchi nel tentativo, puerile e sconclusionato, di creare attrito all'interno della coalizione che amministra il Comune di Portopalo, va detto che denotano l'approccio mentale di un soggetto politico che pur di finire costantemente sui giornali continua a rilasciare dichiarazioni che provocano solo un effetto risata».

Il sindaco afferma di farsi forte di una maggioranza coesa e coerente con la volontà degli elettori che dal 1999 hanno dato un segnale preciso attraverso il voto: richiesta di stabilità. «In questi anni Portopalo è cresciuta - dice Taccone - anche se Mirarchi si ostina ad ignorarlo, vedendo solo negatività. In quanto alla sua richiesta di andare alle urne, c'è una sola via: si faccia promotore, attraverso il suo gruppo consiliare, di una mozione di sfiducia da presentare in Consiglio comunale. Mettere in bocca ai consiglieri di maggioranza le sue illusioni è cosa ridicola. Di sicuro, alla fine di questo quinquennio, al momento di tornare al voto per scadenza naturale del mandato, sarà lui a litigare con il suo capogruppo su chi dovrà candidarsi a sindaco. Sia nell'amministrazione comunale che nei consiglieri di maggioranza c'è coesione, unità d'intenti e dialettica interna. Le parole di Mirarchi sono affermazioni al vento di un soggetto politico in stato di delusione permanente».

isabella di bartolo