Storia delle religioni e della Sicilia e Inglese altri insegnamenti nell'anno accademico

Si è aperto con una cerimonia all'insegna della semplicità e del piacere dello stare insieme il nono anno accademico dell'Unitre, l'Università della terza età. Alla cerimonia di apertura erano presenti quasi tutti i soci che hanno ascoltato il discorso di apertura del preside Pietro Moncada e la presentazione dei corsi diretti dall'insegnante Corradina Luciano. La cerimonia si è tenuta nei locali del 4° comprensivo Vitaliano Brancati che ogni anno, come da tradizione, ospita l'inaugurazione dell'anno accademico. «La nostra, - ha affermato Moncada - è certamente un'associazione nata per combattere la solitudine che a Pachino regna sovrana. È certamente necessario che nella nostra città ci sia qualche cosa che crei e assecondi gli interessi che ciascuno di noi ha.

Il nostro gruppo si presenta non già come un'accademia ma come un insieme di persone che hanno il piacere dello stare insieme e del coltivare l'amicizia contro la solitudine. Vogliamo essere non scuola, ma punto di riferimento, e per questo chiediamo nella gestione la collaborazione di tutti ». Poi la docente Corradina Luciano ha delucidato le attività ed i corsi programmati. È stato istituito il corso di Storia delle religioni, di Storia della Sicilia, di Letteratura italiana (che conta il maggior numero di iscritti), di Pittura, Teatro, Ceramica, Storia ed analisi del territorio, Inglese e una corale che si esibirà già a Natale,. Programmate una personale di pittura del maestro Salvatore Dugo e un incontro con il docente Carmelo Fronte.

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 26-11-2004 - Categoria: Cultura e spettacolo

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"La solitudine che a Pachino regna sovrana"


Storia e analisi del territorio antropico

Il rispetto della vecchiaia, ma chi ci pensa, oramai, a questi valori e a questi signori che hanno raggiunto una certa età, che sono da anni in pensione. Li vedi la mattina appoggiati come sassi al sedile in ferro e ghisa. Parlottano calmi tra di loro. Poche parole, sguardi spenti in alcuni che con il loro classico vestire ricordano tempi tramontati e andati come le nuvole che si inseguono veloci nel festoso chiarore della piazza di pachino. L'immancabile scuzzetta in testa che a quella età è di norma scura. Segna la mancanza della moglie o di qualche congiunto speciale. Vestono sobrie giacche scure, la camicia a piccoli schacchi, mandata dal cognato, marito della sorella, insieme ad una stecca di Rothmans con il cugino del cugino che era 24 anni che mancava da Pachino. E' da cinquanta anni che sono a Toronto questi lontani parenti, con la testa sempre a Bachinu, specialmete dei più anziani e di quelli che hanno fortissima la nostalgia della loro amata terra indimenticabile. Stanno seduti affiancati, con le punte delle scarpe all'insù per stare più comodi e si distendono quasi sdraiati. Guardano i giovani che passano veloci, che neanchè li vedono questi vecchi relitti oramai considerati a perdere. Sembrano fantasmi, stanchi ma attenti a tutto quello che gli succede attorno. Quando vedono qualcuno da lontano che magari è una faccia pachinese che manca da molti anni:allora incominciano a notare il nuovo arrivato che suscita qualche lontano ricordo o viso conosciuto e diventa subito argomento principale delle loro stanche conversazioni. Ti guardano e dicono: facci nova è ma pare conosiuta almeno dalla fisionomie che affiorano come flash e di fotografie in bainco e nero negli acaffali polverosi della loro memoria.Incominciano subito a squadrarti ed ecco che partono le prime domande. Ma chi sarà? Cu sapi que? Attia,Currau, ma que chissu? Bhi ma nun nu canusciti: nu viriti che è scurciatu a sa nannu. La lampa e la stampa. Ma viriti ca vi sta ta sbaghiannu. E tuttu a sa patri....Pi mia e u niputi ro zu niria tavedda u sinzali. Mah. Ora ci spiamu viriemu se saluta. In genere chi ha un minimo di sensibilità queste cose le nota. Chi non passa liscio senza essere conosciuto e uno inutile e senza storie da raccontare. Chi ha la curiosità di rivedere le facce rugose e vissute di questi giovanotti di 80 anni e passa a cui è stato impartito il saluto come forma primordiale di educazione verso il prossimo è cosi: si ferma e saluta!


p.s.

Un saluto d'eccezione e particolae al Preside Moncada e alla sua Signora con i quali, questa estate mi sono incontrato nei giardini,piazza, di Viale STARRABBA a MARZAMEMI. E con i quali, in pochissimi minuti, e con la mia solita parola di riconoscimento e di presentazione:" Neria", abbiamo scambiato intensi ricordi del passato della vitalità viva della gente più viva e in vista di Pachino.

Cordiali Saluti. Spiros


Cordiali Saluti Spiros
"La solitudine che a Pachino regna sovrana"

"Pres. Moncada"

Storia e analisi del territorio antropico

Il rispetto della vecchiaia, ma chi ci pensa, oramai, a questi valori e a questi signori che hanno raggiunto una certa età, che sono da anni in pensione? Li vedi la mattina appoggiati come sassi al sedile in ferro e ghisa. Parlottano calmi tra di loro. Poche parole, sguardi spenti in alcuni.Il loro classico vestire ricorda tempi tramontati e andati come le nuvole che si inseguono veloci nel festoso chiarore della piazza di Pachino. L'immancabile scuzzetta in testa: che a quella età è di norma scura. Segna la mancanza della moglie o di qualche congiunto speciale: il fratello, la sorella,il cognato,oltre che la mamma e u gnu pà. Vestono sobrie giacche scure, la camicia a piccoli schacchi, mandata dal cognato, marito della sorella, insieme ad una stecca di Rothmans: con il cugino del cugino che è tornato per due mesi dopo 24 anni che mancava da Pachino. E' da cinquanta anni che sono a Toronto questi lontani parenti, con la testa sempre a Bachinu: specialmente dei più anziani e di quelli che non hanno mai dimeticato e mantenuta fortissima nella loro memoria la nostalgia della loro amata terra mai dimenticata. Stanno seduti, affiancati: con le punte delle scarpe all'insù per stare più comodi e si distendono quasi sdraiati nel sedile. Guardano i giovani che passano veloci e spensierati, che neanchè li vedono questi vecchi relitti oramai considerati a perdere. Sembrano fantasmi, stanchi ma attenti a tutto quello che gli succede attorno. Quando vedono qualcuno da lontano, che magari è una faccia pachinese che manca da molti anni:allora incominciano a notare il nuovo arrivato: che risveglia in loro e suscita qualche lontano ricordo. O si rammentano di qualche viso conosciuto: e diventa, allora, subito argomento principale delle loro stanche conversazioni. Ti guardano da lontano e dicono: facci nova è! ma mi pare conosciuta. Almeno dalla fisionomie che affiorano come flash e di fotografie in bainco e nero negli scaffali polverosi della loro antica memoria. Incominciano subito a squadrarti: ed ecco che partono le prime domande! Ma chi sarà? Cu sapi que? Attia,Currau, ma que chissu? Bhi... ma nun nu canusciti: nu viriti che è scurciatu a sa nannu. La lampa e la stampa, dice u zu Vastianu. Ma viriti ca vi stata sbaghiannu. E tuttu a sa patri..Turi Spinieddu..Pi mia e u niputi ro zu niria tavedda u sinzali.Bravu anzirtastu tutti rui, ricu u zu Peppi divertito. Mah, rici u zu Vanninu: ora ci spiamu viriemu se saluta. In genere chi ha un minimo di sensibilità queste cose le nota anche da lontano. Chi passa liscio senza essere conosciuto è uno e senza storie da raccontare e da fare ricordare! Chi ha la curiosità di rivedere le facce rugose e vissute di questi vecchi giovanotti, ex contadini e mezzadri di 80 anni in genere saluta anche se non conosce direttamente e lo fà come norma di rispetto perchè sà che per i più anziani, in genere: anche un semplice saluto saluto fà un effetto positivo. Questione di sensibilità umana. Ma sopratutto di educazione e di rispetto per il prossimo. p.s. Un saluto d'eccezione e particolare al Preside Moncada e alla sua gentilissima Signora: con i quali, questa estate, mi sono incontrato nei giardini,piazza, di Viale Starrabba a Marzamemi. E con i quali, in pochissimi minuti, e con la mia solita parola di riconoscimento e di presentazione," Neria": abbiamo scambiato intensi e lontani ricordi del passato della vitalità viva della gente vitale e in vista sociale e politica di Pachino. Cordiali Saluti. Spiros



p.s. Mi scuso per il post precedente.

Un errore materiale di clik nel bottone sbagliato mi ha mandato on line l'articoletto che era in fase di ri-elaborazione.

"Ho dovuto fermare Lorenzo che stava giocando al calcio nel salone!" Ma questi figlioli sono tremendi: imitava i ragazzi di un medico in famiglia, con nonno Libero Martini....Lino Banfi