Dal 4 novembre al 5 dicembre dovrebbe andare in scena al teatro della Cooperativa di Milano "La nave fantasma", spettacolo che ripercorre la vicenda dell'affondamento del barcone maltese F174 a 19 miglia da Portopalo di Capopassero, nella notte del 25 dicembre 1996. Vi persero la vita 283 immigrati provenienti dall'India, dal Pakistan e dallo Sri Lanka. L'annuncio è in forma ipotetica perché sullo spettacolo pende un provvedimento d'urgenza, che potrebbe bloccarne la messa in scena. Uno spettacolo voluto dall'autore, Giovanni Maria Bellu, giornalista di "la Repubblica", che nel giugno 2001, con l'aiuto di un pescatore di Portopalo, individuò il relitto del barcone maltese e pubblicò sulle pagine del suo giornale un'inchiesta-denuncia al quale sono seguiti anni di indagini sfociati nella pubblicazione del libro "I fantasmi di Portopalo"(Mondadori). Con lui, il regista Renato Sarti e l'attore Bebo Storti che grazie ad una sottoscrizione di cittadini e di associazioni, hanno montato lo spettacolo per creare un momento di memoria e di condivisione di un lutto dimenticato, o meglio taciuto. Ma anche un appello perché questa vicenda abbia un epilogo dignitoso con la sepoltura delle vittime.
L'avvocato di Youssef El Hallal, capitano della nave della morte che oggi vive come libero cittadino in Francia, ha chiesto di bloccare lo spettacolo perché l'immagine del capitano verrebbe utilizzata senza che il suo cliente ne sia stato informato. Il valore del pronunciamento del giudice, che avverrà il 28 ottobre, va ben oltre quello giudiziario perché lo spettacolo è «un altro tentativo - ha affermato Bebo Storti ieri, in una conferenza stampa tenuta assieme a Sarti e Bellu - di dar voce a queste vittime» e di recuperare quella memoria storica e allo stesso tempo antropologica che permetta ai familiari delle vittime di elaborare il lutto della perdita. «Nello spettacolo - spiega il regista - mettiamo a confronto le dichiarazioni di Youssef con quelle dei superstiti, senza dare alcun giudizio sulla vicenda». Una ricostruzione dei fatti che parte dai racconti dei protagonisti come testimonianza drammatica del problema dell'immigrazione.
"Il naufragio fantasma" mette in scena la disperazione degli immigrati, il silenzio delle autorità e dei mass media, la ferocia dei trafficanti di esseri umani e l'indifferenza della nostra società in una sorta di cabaret-tragico nel quale verrebbero coinvolti gli spettatori. Il condizionale, per il momento, è d'obbligo.
Valeria Rey
Fonte:
Liberazione.it il 16-10-2004 - Categoria:
Cronaca