PACHINO - Manca il lavoro e, se arriva, bisogna accontentarsi. O prendere o lasciare. E' questa la mentalità che caratterizza le giovani generazioni, che, pur di non gravare sul bilancio economico delle famiglie, accettano qualsiasi condizione, sottoccupazione, mancanza di diritti, impieghi con scarsissima retribuzione, nessun contributo. Se ai migliaia di disoccupati che si registrano nel territorio della Zona Sud si affiancano quelli di tutta la nazione, la disoccupazione conta milioni di cifre. Un primo passo, quindi, per lottare contro questo grave disagio sociale è quello di non accettare compromessi. A tal proposito la Cgil pachinese lancia un appello ai giovani ad una presa di coscienza, come una delle possibili soluzioni. «Bisogna appoggiarsi ai sindacati - asserisce il segretario Nino Preziosi - per fornire i mezzi e le energie per poter intervenire a vostro favore e migliorare la qualità del lavoro». Un appello che scaturisce dal silenzio dei numerosi disoccupati pachinesi. "La nostra confederazione -spiega il segretario- conta una minima percentuale di giovani associati relativamente ai diversi settori, ad eccezione dell'agricoltura dove si registra un lieve aumento di iscrizioni giovanili».
Alle volte la demagogia è tanta e le false propensione a occuparsi dei problemi dei disoccupati reali possono contenere seconde verità non dicibili.Certo la formula è delle più collaudate. Sfruttare a fini personali il disagio sociale locale per la scarsa quantità di lavoro che investe la realtà occupazionale. Ora non avendo bene chiaro come si sono svolte le vicende del passato molti giovani possono rimanere ingannati dalle esaltanti prospettive che qualcuno potrebbe vendere come giochi pirotecnici e illusionismo diffuso. Una cosa in passato molto in uso per arrivare al potere personale diffuso. Gli anni passano e i più giovani non hanno memoria di quello che determinati personaggi a Pachino sono stati. Si gioca alle "tre carte" con le nuove generazioni. In un gioco di specchi a riflesso che solo chi ha vissuto direttamente (sulla propria pelle) il danno che queste persone hanno determinato. Penso che ricordarlo oggi non sia peccato. Tanto si deve e tanto si dà. Affinche sia chiara a tutti quale è la realtà. Evviva la verità.....Cordiali Saluti. Spiros