PACHINO - Reagisce e critica l'opposizione in seguito alla bocciatura del piano triennale delle opere pubbliche. Il segretario della sezione Gramsci dei Democratici di sinistra, Salvatore Borgh, rende nota la sua insoddisfazione in un documento. «Il comune senso del pudore - si legge nel comunicato - sembra essere fuori moda. «E infatti, nelle scorse serate, abbiamo avuto la sfortuna di assistere alla lotta disperata di chi non vuole ammettere la propria sconfitta. E' stato bocciato il piano triennale delle opere pubbliche e come risultato, si è giunti all'impossibilità di approvare il bilancio». Una serie di osservazioni con cui l'opposizione denuncia una macchina amministrativa in crisi: «E così - aggiunge Borgh - si trovano in gravissime difficoltà gli impiegati, i funzionari e tutto il Comune di Pachino. Con questa decisione si è aperta la strada all'intervento di un commissario mandato dalla Regione, poiché l'attuale dirigenza politica che amministra la città non è in grado di svolgere il proprio compito. Non vi è dubbio che bocciando il piano triennale delle opere pubbliche e, di conseguenza, il bilancio, la giunta, il sindaco e i pochi superstiti consiglieri di minoranza avrebbero dovuto ammettere la propria incapacità a governare e togliere il disturbo.
Ma ecco che si continua a rimanere attaccati alle sedie, sedie che non si sanno neppure occupare, riscaldate solo per ottenere varie remunerazioni, per mettersi in mostra. Risultati, però, zero. Ebbene mi vergogno io per loro, mi vergogno ad essere rappresentato da queste persone, che non hanno coraggio di ammettere la propria sconfitta, che non sanno avere uno scatto di dignità politica». Una situazione di stasi amministrativa quella a cui va incontro la città, descritta come «uno dei momenti peggiori della vita politica pachinese». «Manca un vero progetto politico - prosegue - credo che abbiamo toccato il fondo e ora dobbiamo risalire. E' una questione di sopravvivenza. La ricetta è quella di restituire il corretto ruolo ai partiti, vero luogo di formazione dei progetti politici e della loro elaborazione».
Lidia Corallo
Fonte:
LaSicilia.it il 10-06-2004 - Categoria:
Politica
Sul consiglio comunale.
I rappresentanti del popolo sovrano.
Bisogna distinguere le responsabilità politiche del Sindaco e della Giunta da quelle del Consiglio Comunale e dei singoli consiglieri. Se è stata possibile la trattazione del Piano Triennale delle opere pubbliche ciò significa che questo atto sarà stato approvato preventivamente dalla giunta prima di arrivare alla trattazione in consiglio comunale. Pertanto è palese che l'ufficio del Sindaco e della giunta hanno già approvato gli atti rigettati dal Consiglio. Se il Consiglio Comunale viene commissariato è cosa che riguarda tecnicamente la parte assembleare che non adempie ad uno dei suoi principali compiti: l'approvazione del Bilancio generale dell'Ente. Se evidentemente si è arrivato a questo le motivazioni devono essere forti. Ma mai condivisibili. Naturalmente l'ultima cosa che pensa, il Sindaco, è dare le dimmissioni. Anche se devo dire che in base alla esperienza dovuta alle precedenti amministrazioni c'è da aspettarsi di tutto. Per il resto, una volta adottato dal Commissario il Piano, il Consiglio Comunale continuerà il suo iter formale. Ma presto altri problemi di natura urbanistica compariranno all'orizzonte. E si sarà punto e a capo. Una situazione non bella per Pachino e per tutti. Certamente il centro destra e chi prosegue schematicamente nella formula partitica ad esso abbinato soffre della presenza di una forte componente Civica che ha in Rinascita per Pachino il suo perno regolatore. Qualcuno doveva andare via da quella amministrazione perchè è implosa proprio per l'alto numero di consiglieri appartenenti alla enorme maggioranza.Insomma, si è creato uno squilibrio patogeno nella rappresentatività democratica in Consiglio Comunale. E in questo quadro si vedono individualità che si muovono da una parte all'altra assecondando pulsioni di autodistruggimento del Consiglio stesso.Insomma non possiamo che prendere atto che politicamente "il mandato" come "valore aggiunto" derivante dai "partiti": ha capitolato miseramente di fronte all'evidente mancato risultato.