PORTOPALO - Dopo quasi cinque giorni è cessata l'emergenza all'interno del mercato ittico, da martedì sera adibito a centro di prima accoglienza per i duecentoquaranta immigrati sbarcati in contrada Cicogna. L'ultimo gruppo rimasto nella struttura portuale è stato trasferito in un centro nei pressi di Roma. Circa un centinaio di migranti sono ancora nascosti nelle campagne del territorio, dopo essere scappati dal mercato ittico giovedì sera. In questi giorni il mercato ittico ha dimostrato tutta la sua inadeguatezza. Sono dovuti arrivare gli agenti del reparto mobile della polizia e dei carabinieri per garantire la calma e giungere all'identificazione dei migranti tramite le impronte digitali.

Nessuno è riuscito a sbrogliare la situazione fino alla grave azione di giovedì sera che rappresenta un precedente da non dimenticare per eventuali situazioni future. Ben Dafhar Abdelahmid, conosciuto da tutti come "Giovanni il tunisino", ha fatto da interprete per conto delle forze dell'ordine, come avviene da alcuni anni a questa parte. «Questa volta i migranti si sono comportati molto male, - afferma Giovanni - non ci si comporta in quel modo dopo essere stati accolti e assistiti con il solito massimo impegno da parte dei volontari e delle forze dell'ordine. Da immigrato, vivendo qui da ormai tanti anni, dico solo che bisogna rispettare le leggi dello Stato che ti accoglie, non ci si può sottrarre da questi obblighi. Ancora una volta, chi fa accoglienza qui lo fa con impegno e spirito di servizio».
Le facce al mercato ittico, anche in quest'ultimo servizio di accoglienza, sono sempre le stesse. «Pochi ma buoni e sempre disponibili - sottolinea Gaetano Chiaramida del Gruppo comunale di Protezione Civile di Portopalo - mentre tanti altri parlano di accoglienza e impegno solo attraverso il computer e se la fanno sempre alla larga quando ci sono gli sbarchi»

SER. TAC.