I diversi gusti del pomodoro protagonisti a Tomato Conference, organizzata dalla società sementiera con 400 invitati tra produttori e distributori, associazioni e giornalisti da 24 Paesi. L'Italia prima al mondo per ricchezza varietale
Scicli (RG), 27 maggio 2005. L’introduzione sul mercato di antiche varietà di pomodoro per recuperare sapori tradizionali della cucina mediterranea, nuove strategie di business per incrementare il suo consumo a livello mondiale, sviluppo del progetto “Ad ogni piatto il suo pomodoro” sono tra alcuni dei temi emersi nel corso della edizione 2005 di “Tomato Conference”.
Il convegno, organizzato dalla società sementiera Syngenta Seeds, si è svolto giovedì 26 maggio presso il villaggio Baia Samuele di Scicli (RG), alla presenza di oltre 400 invitati tra rappresentanti della produzione e della distribuzione alimentare, associazioni e giornalisti provenienti da 24 Paesi.
Duné o mini San Marzano come sapido e gustoso antipasto, Arawak Cuore di Bue sviluppato da una varietà coltivata in Liguria negli Anni Cinquanta e ideale da degustare con la mozzarella, Ikramito come equilibrato e dolce “pomodorino” da consumare sia cotto sia crudo, Eugenia “ riccio bolognese” dalla grande consistenza e particolarmente adeguato per condire piatti di pasta asciutta, sono solo alcune delle nuove varietà presentate durante la visita ai campi prova della Sicilia meridionale ubicati nella zona di Pachino e di Vittoria, in vendita tra poche settimane nel circuito della grande distribuzione.
Pomodori che rispondono ad una esigenza di differenziazione sulla base del gusto e di una segmentazione sempre più in grado di incontrare le preferenze dei consumatori.
L’attuale situazione di mercato e possibili sinergie tra produttori, grande distribuzione ed esperti di gastronomia per incrementare il consumo di pomodoro sono stati poi i temi al centro del convegno di giovedì.
Michelle Gibson, consulente di Promar International, dopo avere fornito alcuni dati sulla produzione mondiale di pomodoro (che vede al primo posto la Cina con oltre 30 milioni di tonnellate, seguita da Stati Uniti con 12.400.000 t. e Turchia con 8.000.000 t.) e avere sottolineato che l’Italia, al sesto posto assoluto con una produzione di 6.500.000 tonnellate, è invece ai vertici della classifica in fatto di ricchezza varietale, ha affermato che esistono molte opportunità per aggiungere valore al pomodoro, insistendo su fattori quali gusto, zona di provenienza, qualità e, per i consumatori più giovani, anche sul colore.
Massimo Enzo, direttore marketing di S&G per i vegetali da frutto, ha evidenziato la forte presenza del pomodoro sulle tavole di tutto il mondo rimarcando poi le differenze esistenti a livello di gusto tra i consumatori dei diversi stati europei.
L’italiano, ad esempio, consuma tre volte su dieci un “insalataro rotondo” o “costoluto”, il tedesco preferisce la tipologia a grappolo, lo spagnolo ha maggiore passione per il “beef” verde.
Carlo Cannella, professore ordinario di Scienza dell’Alimentazione nella I Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università “La Sapienza” di Roma, ha insistito sulle qualità salutistiche del pomodoro, rimarcando il fatto che per beneficiare del suo contenuto di licopene (carotenoide inibitore del carcinoma prostatico e di altri tumori) e della tomatina (composto organico in grado di equilibrare la flora batterica) occorre inserirlo con frequenza nella propria dieta.
Giuseppe Nocca, docente di nutrizione alla scuola alberghiera “Angelo Celletti” di Formia, ha presentato studi condotti sul gusto di diverse varietà di pomodoro, arrivando a sviluppare per diverse tipologie un vero e proprio “aromagramma”, grafico che raccoglie e mette in relazione tra loro i parametri relativi a dolcezza, acidità, farinosità, croccantezza, fruttato e sapidità. Tutti parametri che i produttori e i distributori potranno tenere in considerazione per proporre un nuovo approccio al pomodoro tra i fornelli.
Fonte:
Greenplanet.net il 08-06-2005 - Categoria:
Economia