PORTOPALO - L'ultimo fine settimana ha dato la scossa che tanti attendevano per avviare la fase di campagna elettorale in vista della tornata amministrativa che, salvo sorprese, si terrà a metà giugno. Il sindaco Cammisuli ha riunito alcuni esponenti politici locali, alcuni dei quali rimasti fuori nell'ultima legislatura (Nardone, Luciano e i fratelli Burgaretta) ma pronti a rientrare convergendo nel progetto politico dell'attuale primo cittadino. Al vertice erano presenti anche Pino Mirarchi (Dc), Paolo Caruso, Agostino Campisi ed Antonello Cannarella. Quest'ultimo ha manifestato più di un distinguo a proposito delle strategie elettorali, dando seguito ad una posizione comune in alcuni esponenti della base di destra, che vorrebbe un progetto politico differente da quello che si starebbe definendo. Qualora i partecipanti all'incontro di venerdì scorso riuscissero a trovare un accordo, cosa che da molti è data per scontata in caso di ricandidatura di Cammisuli, si tratterebbe di una coalizione in grado di arrivare alla vittoria. L'altro dato importante di questi giorni è l'intervento pubblico di sabato scorso del coordinatore locale della Dc, Pino Mirarchi, che ha sottolineato l'importanza di una politica non contro qualcuno e con spirito di "vendetta" ma volta a portare avanti la crescita di Portopalo.
Domenica è arrivato anche il presidente nazionale della DC, Santi Nicita, ma sul vertice con Cimino e Mirarchi nulla è trapelato anche se si preannunciano novità a breve scadenza sul tema "alleanze elettorali". Da segnalare che nei giorni scorsi qualche esponente locale della Democrazia Cristiana aveva avuto dei contatti con l'altra coalizione, che fa capo a Giovanni Lupo, ma nulla si sarebbe concretizzato pare per una certa ritrosia sul nome di Mirarchi che lo stesso ha quindi stigmatizzato nel corso dell'intervento pubblico di sabato, dispensando anche parecchie frecciate a sinistra e qualcuna a destra. In paese intanto si respira già l'aria pre-elettorale, con le prime passerelle al corso dei possibili candidati, strette di mano a ritmo continuo, promesse di progetti faraonici (tipo il porticciolo a Scalo Mandrie in men che non si dica) e via dicendo. La speranza è che il confronto politico avvenga sui programmi e non sull'insulto reciproco. Poi spetterà al corpo elettorale decidere, probabilmente fra due coalizioni con programmi magari similari ma con un approccio politico-amministrativo antitetico. E come ogni elezione amministrativa tutto sarà all'insegna dell'incertezza e del confronto (scontro) serrato e senza risparmio di colpi dialettici.
Sergio Taccone
Fonte:
LaSicilia.it il 23-03-2004 - Categoria:
Politica