PACHINO - Bocciati i ricorsi anti-tarsu promossi davanti la commissione tributaria provinciale di Siracusa e volti a non versare il tributo per la raccolta dei rifiuti solidi urbani maggiorato dell'aumento del 60%. A darne notizia è stato l'avvocato Michele Di Pasquale in qualità di legale incaricato dal comune di Pachino di difendere le proprie posizioni di fronte alle centinaia di utenti che avevano proposto ricorso ribellandosi ad un aumento ritenuto ingiustificato e spropositato. La commissione tributaria provinciale ha dichiarato inammissibile il ricorso per 136 utenti, tutti difesi dall'avvocato Giuseppe Sena che, insieme al partito dei Comunisti italiani guidato dall'ex inquilino di Palazzo dei Normanni Gioacchino La Corte, aveva raccolto le lamentele degli utenti scontenti, e proposto dei ricorsi cumulativi. Proprio le modalità procedurali scelte sarebbero state alla base del giudizio di inammissibilità della commissione tributaria che dunque, non è entrata nel merito della questione e non ha fatto riferimento alla fondatezza delle istanze. Sulla questione pendono tuttavia, ancora altri due ricorsi per 129 utenti per i quali la commissione non si è ancora espressa. «Già durante le udienze svoltesi davanti la commissione, -ha affermato l'avvocato Michele Di Pasquale- avevo avuto modo di capire, cogliendo delle sfumature, che i ricorsi sarebbero stati rigettati.
Non conosciamo ancora le motivazioni, ma credo che abbia trovato conferma la mia tesi difensiva con la quale avevo avanzato dubbi di carattere procedurale oltre che nel merito della questione, e così è stato. Ora attendiamo l'esito degli altri ricorsi, anche se ritengo che l'orientamento difficilmente sarà differente rispetto a quello già manifestato». Le affermazioni di Di Pasquale sono state confermate anche dall'avvocato Giuseppe Sena difensore degli utenti ricorrenti. «In effetti, -ha affermato Sena- la commissione tributaria ha ritenuto inammissibili i ricorsi promossi in maniera cumulativa ritenendo che ogni utente avrebbe dovuto impugnare singolarmente la cartella notificatagli, disponendo successivamente una riunione per l'identità dell'oggetto. In effetti si era cercato solo di agevolare il lavoro dei giudici. Ora ciascun utente dovrà decidere cosa fare e se impugnare il giudizio reso anche se, da quello che mi risulta, in molti hanno già pagato quanto era stato loro richiesto per evitare le conseguenze delle procedure esecutive». La questione delle cartelle Tarsu risale al 2009 quando, a seguito della chiusura della discarica di Coste Sant'Ippolito, il sindaco Giuseppe Campisi decise, con propria ordinanza, di aumentare del 60% le tariffe Tarsu, e ciò nonostante la competenza in materia fosse del consiglio comunale e un decreto nazionale avesse bloccato gli aumenti per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie. Ne derivarono sferzanti polemiche e la decisione di proporre ricorso, dato che, nel frattempo, erano ormai trascorsi i termini per impugnare l'ordinanza sindacale.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 12-02-2012 - Categoria:
Cronaca