PACHINO - Due anfore ed una scultura fittile riproducente un volto di donna sono stati sequestrati dalla guardia di finanza di Marzamemi, a conclusione di una pregressa attività di indagine. Un imprenditore di Pachino, che deteneva i tre reperti archeologici, è stato denunziato a piede libero alla procura della repubblica di Siracusa per violazione del decreto legislativo che disciplina la tutela di reperti archeologici.
Le fiamme gialle sono riuscite a scoprire all'interno di una abitazione civile dell'imprenditore pachinese, i reperti che vengono considerati di notevole interesse storico ed archeologico. Si è certamente trattato di collezione privata. La detenzione dei «pezzi» esposti, però, non era stata denunziata alla competente autorità da possessore dei reperti. Da qui, pertanto, la denunzia con relativo sequestro dei reperti. Che sono due grandi anfore, intatte, alte circa un metro, che erano tenute in piedi da due basamenti di ferro che ne esaltavano le particolari caratteristiche. Le due anfore presentano le caratteristiche incrostazioni marine, a conferma, quindi, della loro provenienza da siti archeologici subacquei.
Tali anfore erano utilizzate nel periodo greco e romano (III e I secolo avanti Cristo) per il trasporto di derrate alimentari, quali olio, vino, cereali.
E' evidente, secondo una ipotesi investigativa, che facevano parte del carico di qualche antico veliero che navigava nelle acque del «mare nostrum» naufragato al largo delle coste siciliane. Nonostante la lunga permanenza in mare (oltre duemila anni) le due anfore sono arrivare ai giorni nostri integre e quindi di gran valore storico archeologico. L'altro reperto, proviene dalla terra. La scultura fittile alta circa 25 centimetri, acroma, riproducente un viso di donna, sembra provenga da scavi clandestini, effettuati da tombaroli nella zona di Centuripe. Il reperto di particolare fattura e pregio è allo studio da parte di funzionari della sovrintendenza ai beni archeologici e culturali. L'attività operativa svolta dalla guardia di finanza nell'ambito della tutela del patrimonio archeologico, dimostra ancora una volta la costante attenzione che il corpo riserva al settore, dal punto di vista di una più generale opera di protezione del patrimonio culturale della nostra nazione.
di Saretto Leotta
Fonte:
LaSicilia.it il 29-03-2003 - Categoria:
Cronaca