PACHINO - Dall'abbordaggio tentato ventiquattr'ore prima un maturo cittadino extracomunitario di nazionalità tunisina è poi passato all'attacco vero e proprio, afferrando il braccio della ragazzina che, probabilmente, da alcuni giorni, o forse settimane, stava pedinando. Ma la reazione della vittima, una studentessa di appena 13 anni, è stata troppo violenta e l'assalto del tunisino è naufragato miseramente. E si è dato alla fuga alla guida della propria «Mercedes», di colore grigio. Ma, nel volgere di alcune ore, è stato acciuffato dai carabinieri della stazione di Pachino e della Compagnia di Noto, il cui comandante, capitano Orazio Danilo Russo, turbato dal racconto fatto dalla vittima, aveva dirottato uomini e mezzi perchè stringessero d'assedio la cittadina e scovassero il nordafricano che s'era reso responsabile del tentato sequestro di persona per presumibili scopi di violenza sessuale. L'autore dell'ignobile azione si chiama Ben Ahmed Mahmoud Farhat, ha 46 anni ed è in possesso di un regolare permesso di soggiorno. Ufficialmente risulta residente a Lentini, ma aveva trovato casa a Pachino in un quartiere che è popolato di cittadini extracomunitari, gran parte dei quali regolari e la restante parte clandestina. In quel rione di Pachino si erano concentrate le ricerche del maniaco che aveva molestato e tentato di rapire la studentessa all'ingresso della scuola media. Setacciando tutte le case occupate dagli extracomunitari i carabinieri sono riusciti a individuare quella in cui aveva fissato la propria dimora il tunisino della «Mercedes», di colore grigio, arrivato da poco tempo prima da Lentini. E, armi in pugno, divelta la serratura, avevano fatto irruzione, nella speranza di poterlo ammanettare senza bisogno di ricorrere all'uso della forza. Dell'uomo però non si trovava traccia.
Nella casa, un monovano arredato con letto e pochi mobii, venivano trovati però i documenti del tunisino, su uno dei quali era anche affissa una sua foto fatta non molto tempo fa. E quella foto ha consentito ai carabinieri di bloccare il tunisino nelle vicinanze della piazza centrale del paese e di ammanettarlo. In caserma il nordafricano si è chiuso in un impenetrabile silenzio. Contro di lui c'è solo e soltanto il racconto della ragazzina di Pachino. La quale ha riferito di essere stata avvicinata, all'uscita della scuola, da una Mercedes ed invitata a salire a bordo dal suo conducente, per fare «una passeggiata nella zona del mare...». La ragazza, spaventata, è fuggita ed ha smesso di correre soltanto dopo aver raggiunto la propria abitazione. L'indomani mattina, alle 8,20, mentre attendeva il suono della campana per entrare a scuola, ha rivisto la stessa Mercedes del giorno prima alla cui guida c'era quell'uomo che le aveva fatto prendere lo spavento. «Ho accelerato il passo e mi sono diretta verso l'ingresso della scuola ma, ad un tratto, ho sentito forte la stretta al mio braccio di una mano che mi trascinava verso la Mercedes. Mi sono girata e ho visto che la mano era di quel maniaco di colore. Mi sono messa a urlare e, riuscita a divincolarmi, mi sono data alla fuga fin dentro la scuola». Poi, dopo essere stata rincuorata e rassicurata, la ragazzina si è fatta accompagnare nella stazione dei carabinieri dove, in lacrime, ha raccontato la sua disavventura. I carabinieri l'hanno prima accompagnata alla guardia medica per farle medicare le contusioni ed i graffi al braccio, giudicate guaribili in sette giorni, e poi, dopo aver raccolto la sua deposizione, hanno dato il là alla caccia all'uomo culminata con l'arresto del tunisino.
Pino Guastella
Fonte:
LaSicilia.it il 07-06-2004 - Categoria:
Cronaca