PACHINO – Un muratore di 28 anni, F. T., è stato arrestato dai carabinieri con la terribile accusa di avere tentato di uccidere il figlio di appena due mesi. Come lui stesso avrebbe confessato, ha tappato la bocca al piccino per impedirgli di continuare a piangere, ma così facendo non lo ha fatto più respirare. L'asfissia avrebbe causato al bimbo un'emorragia cerebrale. Il piccino è adesso ricoverato nel reparto di neonatologia dell'ospedale “Umberto I” di Siracusa, sottoposto a terapia intensiva. Le sue condizioni sono gravi. Il rischio che abbia subito danni irreversibili è molto alto. F. T. è stato posto in stato di fermo sabato mattina. Sull'indagine è stato mantenuto uno strettissimo riserbo e questo spiega perché si è saputo tutto solo ieri mattina, quando l'indagato è stato condotto dinanzi al giudice delle indagini preliminari Stefania Scarlata per l'udienza di convalida dell'arresto.
Il giudice ha deciso di lasciarlo in cella. All'udienza sono stati presenti il pubblico ministero Silvia Minerva, che coordina le indagini, e l'avvocato difensore Loredana Battaglia, nominata d'ufficio. L'assurda vicenda risale alla sera del 22 novembre scorso. Il piccolo era a casa dei nonni materni, un appartamento adiacente a quello in cui vivono i genitori. F. T., tornato dal lavoro, è passato nella casa dei suoceri perché, come lui stesso avrebbe dichiarato, aveva voglia di tenere in braccio il figlio. Nel sollevarlo dalla culla, però, involontariamente, gli avrebbe fatto sbattere la testa contro una porta. Il piccolo avrebbe cominciato a piangere e il padre, forse temendo di doversi giustificare per quanto era accaduto, gli avrebbe messo una mano sulla bocca per impedirgli di continuare. Così facendo, però, non lo avrebbe fatto respirare. Il bambino con ogni probabilità ha perso i sensi e a quel punto il padre lo ha riposto nella culla ed è andato via. Le conseguenze di quell'atto sconsiderato avrebbero cominciato a manifestarsi dal giorno dopo: il bambino non mangiava, appariva svuotato di ogni forza. Tuttavia, in famiglia nessuno si sarebbe allarmato più di tanto.
La mattina di due giorni dopo, però, la situazione è precipitata. Il piccino è stato visto cianotico e genitori e nonni lo hanno trasportato all'ospedale Trigona di Noto. Dopo i primi accertamenti ne è stato disposto il trasferimento al reparto di neonatologia dell'ospedale del capoluogo. I I medici che lo hanno preso in cura si sono accorti di segni sospetti che aveva sul volto. Hanno informato la magistratura che ha incaricato il medico legale Giuseppe Bulla di verificare di cosa si trattasse. Nello stesso tempo i carabinieri hanno interrogato genitori e nonni del piccolo. A distanza di cinque giorni è emersa l'allucinante storia. Il padre, durante un lungo e drammatico interrogatorio alla caserma dei carabinieri, avrebbe ammesso di avere premuto la mano sulla bocca del piccolo per impedirgli di piangere, spiegando il perché di quell'azione. Il magistrato lo ha lasciato libero, evidentemente perché voleva verificare con estrema attenzione quell'assurda vicenda. La mattina dopo, però, ne ha ordinato il fermo e F. T. è stato rinchiuso in carcere. Il provvedimento sarebbe stato motivato dal pericolo di fuga. Nella notte tra venerdì e sabato, infatti, i carabinieri avrebbero visto l'uomo vestito affacciato al balcone di casa e hanno sospettato che volesse fuggire.
Fonte:
La Gazzetta del Sud On Line il 03-12-2002 - Categoria:
Cronaca