Territorio sotto controllo: Operazione "Polizia ovunque"

Non è stato svolto da parte degli uomini della polizia, nel fine settimana, un servizio straordinario di controllo del territorio sull'intera area provinciale, ma una attività operativa finalizzata alla prevenzione dei reati che ha tenuto presenti le disposizione impartite dal questore di Siracusa, Vincenzo Mauro per il contrasto di ogni situazione che possa rappresentare un danno per i cittadini sotto il profilo della pubblica incolumità e dell'ordine altrettanto pubblico.
I servizi sono stati articolati in maniera tale da avere sotto controllo l'intera provincia, per quanto riguarda i reati predatori ( furti in genere, scippi, rapine); reati contro il patrimonio; reati legati alla detenzione e all'uso di sostanze stupefacenti ed inoltre prevenzione e contrasto delle violazioni in materia di uso del casco. Ebbene i risultati non si sono fatti attendere. Intanto, sotto il profilo statistico, c'è da dire che sono state complessivamente controllate 152 persone. nel dettaglio 71 sono state identificate dalle pattuglie delle Volanti; 10 dagli agenti della squadra mobile; 6 ad Augusta; 20 ad Avola; 6 a Lentini; 7 a Noto; 19 a Pachino ; 13 a Priolo. I mezzi in circolazione controllati sono stati 94 di cui 43 a Siracusa mentre il resto riguarda i commissariati di Augusta, Avola, Lentini, Noto, Pachino e Priolo. L'apparato di polizia sul territorio ha avuto un riscontro immediato:l'attività della criminalità diffusa ha subito uno stop molto significativo. Infatti per il fine settimana non si sono registrati furti, scippi, rapine. In una settimana, però, di controlli – circa 300 – svolti dagli uomini Volanti e dai «falchi», secondo il programma di lavoro predisposto dal funzionario dirigente Enzo Frontera sulla scorta delle disposizioni del questore, i soggetti passati ai raggi «x» sono stati 550-600. Le contravvenzioni elevate per guida senza casco sono state 180-200.

«Un aspetto preoccupa seriamente – è stato detto in questura – riguarda i minori che sono stati trovati in possesso di hascisc, per uso personale. In pochi giorni ne sono stati segnalati all'ex prefettura oltre 10. Il fenomeno non si arresta». L'attività di contrasto, pertanto, è stata compiuta sulla terraferma ma viene anche sviluppata in mare, attraverso l'impegno del personale dell'unità nautica. Lo «squalo» della polizia controlla la zona litoranea per evitare la pesca di frodo di frutti di mare ( ricci e datteri), prevenire (come del resto fa la capitaneria di porto ) situazioni di pericolo per i diportisti ed infine compiere controlli anti immigrazione clandestina. « A luglio – è stato detto – la pesca dei ricci torna libera. Ma a condizioni che sono state fissate dagli organi competenti». Quali sono queste «condizioni»? Il pescatore professionista più, giornalmente, raccogliere 1000 ricci. Il riccio non dovrà essere inferiore ai 7 centimetri di diametro compresi gli aculei. La raccolta deve essere manuale. Per il pescatore sportivo o dilettante: soltanto 50 ricci. Per quanto riguarda l'attività a terra, la polizia ha intensificato i servizi di controllo e vigilanza delle persone che si trovano sottoposta ad obblighi imposti da provvedimenti della giustizia. Pattuglie di agenti hanno sottoposto a controllo del rispetto degli obblighi, sorvegliati speciali, soggetti in stato di detenzione domiciliare. Non sono state riscontrate, secondo quanto è dato sapere, situazioni anomali. Questi controlli finalizzati sono stati compiuti a Siracusa, Augusta, Avola, Lentini, Noto e Priolo. Proseguiranno anche nei prossimi giorni, nonostante il caldo africano.

di Saretto Leotta
Fonte: LaSicilia.it il 16-06-2003 - Categoria: Cronaca

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Dal Giornale L'Unità. Articolo scritto da Osvaldo Sabato.

NASCE LA FONDAZIONE CAPONNETTO(PER RESISTERE ALLA MAFIA)

Firenze «Alcuni minuti ,ogni giorno,dopo la lettura del giornale restavamo
senza parole» ricorda il professore Alfredo Galasso, raccontando alcuni particolari di vita quotidiana del giudice Antonino Caponnetto. Non sopportava con il suo rigore morale la rozzezza di chi cercava di farla franca con la giustizia nascondendosi nello scafandro della carica costituzionale. Lui, che era convinto che l'attività politica doveva svolgersi al di sopra di qualsiasi pur semplice sospetto, immaginare cosa avrebbe pensato nel vedere il il premier Silvio Berlusconi deporre ad un processo per corruzione di magistrati, non è difficile. dice Galasso. Non avrà come parola d'ordine la borrelliana. Ma la fondazione nata ieri a Firenze e intitolata alla memoria del padre del pool antimafia di Palermo, Antonino Caponnetto, morto a Firenze il 6.Dicembre dello scorso anni E di questi tempi le occasioni non mancheranno. Per evitare che la memoria cancellata dell'opera di Caponnetto generi normalità, per ridare e organizzare in ricordo di chi la mafia l'ha sempre combattuta con i suoi ragazzi del pool e poi per tutelare la giustizia , far crescere la cultura della legalità e infine. Per questo è nata la Fondazione Antonino Caponnetto che vede tra i fondatori la moglie del giudice antimafia , Elisabetta, la sezione dell'associazione magistrati di Palermo guidata da Massimo Russo: dice il magistrato. Importante sarà il contributo dell'associazione antimafia calabrese presieduta da Adriana Musella, la mafia nel 1982 uccise suo padre: . Senza dimenticare quello di Salvatore Calleri, che per tanti anni è stato al fianco del magistrato nelle sue innumerevoli visite nelle scuole e nelle occasioni pubbliche con impegnato a parlare ai giovani sul valore della legalità, - ha voluto sottolineare la vedova di Caponnetto- dove ci sono i libri del "nonno", i suoi libri e il tavolo dove lavorava e mi faceva lavorare. C'è però ancora molto da fare. Questo lo sanno bene tutti coloro che hanno voluto ricordare la fatica instancabile di Caponnetto per la legalità dice a bassa voce la moglie Elisabetta che sarà la Presidente ad honorem della fondazione, con un consiglio direttivo e un comitato scientifico (tra gli altri Vigna, Borrelli, Colombo, Padellaro, Caselli, Grasso, Don Ciotti, Rita Borsellino e Chiti). spiega Galasso è quando sarà necessario non si tireranno indietro ad alzare la voce. Per non dimenticare Giovanni Falcone, Rocco Chinnici e Paolo Borsellino vittime delle stragi mafiose.
Osvaldo Sabato L'Unità