Fulvio Maiello è la vera sorpresa editoriale dell´anno in Trentino. Capita raramente di imbattersi in uno scrittore di razza, dotato di una scrittura sapiente, e capace di affreschi tanto avvincenti. Ci si aspetta sempre di trovare questa qualità in un esordiente e invece, come nel caso di Maiello, può succedere di riconoscere il talento anche in chi si rivela tardivamente. «Tra cielo e mare», edizioni Arca, è un libro che raccoglie tre racconti lunghi. Stessa ambientazione: la Sicilia meridionale, a ridosso di Capo Passero, fra Noto e Pachino, che è la terra di origine dell´autore. C´è tanta nostalgia nella sua scrittura, ma chi si intende di letture sa bene che l´ambientazione conta poco. Infatti: la scrittura di Maiello è magistrale. Da qualunque latitudine la si guardi. Per cominciare, questo scrittore usa toni narrativi epici. Vi si ritrova la forza tranquilla ma ostinata di un Giovanni Verga. Così le vicende dei personaggi, giovani e vecchi, diventano l´allegoria di una terra, di un destino e di una volontà di riscatto. Maiello sa tratteggiare molto bene la psicologia dei suoi personaggi: nel primo racconto («La figlia del mare»), ci offre un indimenticabile ritratto di giovane ragazza colta fra adolescenza e maturità. Nei seguenti racconti, il tono autobiografico prevale, ma non varia la qualità - altissima - dell´intreccio e del racconto.Maiello, emigrato giovanissimo per lavorare alla Dogana, è a tutti gli effetti un autore trentino. Ci piace pensare che è lui, in questo 2003, il migliore della schiera. E ci piace pensare che questi racconti - che ne hanno la potenzialità - possano diventare un domani tre romanzi a sé stanti. Intanto, non perdetevi questo libro. È roba dannatamente buona.
G. Z.
Fonte:
L'Adige il 13-12-2003 - Categoria:
Cultura e spettacolo