In riferimento al dibattito sulla politica turistica l'on. Bono interviene con il seguente contributo: «Sono anni che pavento il pericolo, che oggi è diventato realtà, di una flessione dei flussi turistici che, peraltro, nella nostra realtà territoriale sono sempre stati largamente al di sotto delle nostre eccezionali potenzialità. Responsabili istituzionali ed economici della provincia, oggi si interrogano, stranamente stupiti, del fenomeno cercando improbabili spiegazioni nel venir meno di alcuni eventi che, non si sa bene in base a quali analisi socio-economiche, avrebbero contribuito in passato all'incremento dei flussi turistici, o nella mancanza di programmazione degli spettacoli tra i vari comuni. In tal modo un'intera classe dirigente continua a fare finta di non capire che non si può continuare all'infinito, specie in un settore così delicato come il Turismo, a puntare unicamente su attività di semplice promozione, anche se fossero, come talvolta è avvenuto, di alto valore culturale. E lo dice chi, quest'anno ha promosso da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il finanziamento per la prima volta a esclusivo carico delle casse statali, di un evento come il Festival del Barocco, che si sta articolando su cinquanta manifestazioni di altissimo valore culturale che interessano dal 3 agosto al 29 settembre tutti i comuni del «Val di Noto».
Ma proprio perché ho voluto fortemente questa iniziativa, voglio con assoluta chiarezza evidenziarne la valenza, che è quasi esclusivamente di natura promozionale, e finalizzata a mantenere alto il livello di attenzione dell'opinione pubblica Italiana e straniera, attorno al Sito Unesco del «Val di Noto».
Altra cosa sono le politiche destinate al sostegno reale del settore e soprattutto capaci di incidere stabilmente nell'indirizzo e nelle scelte dei Tour Operator Nazionali ed Internazionali. Su questo secondo punto abbiamo registrato per anni la totale assenza di idee, di proposte e di progetti e semmai la più o meno aperta ostilità a chi le idee e i progetti li aveva e li ha messi in circolazione. Intendo alludere alla problematica dei «Sistemi Turistici Locali», di cui mi occupo da qualche anno e che sono stati decimati, dopo una lunga battaglia in tal senso, con la legge 29 marzo 2001 n. 135, votata l'unanimità dal Parlamento, allora ancora a maggioranza di Sinistra. Per anni ho parlato in splendida solitudine della necessità di avviare questi strumenti di gestione territoriale proprio perché finalizzati ad attrezzare i territori, che oggi non hanno la massa critica di servizi, posti letto e infrastrutture per potere costituire una credibile politica di sviluppo fondata sul turismo. Solo qualche settimana fa abbiamo appreso dalla stampa di recenti iniziative per la costituzione del «Sistema Turistico Locale Siracusano» da parte delle Associazioni Imprenditoriali e dei sindacati. Una notizia che va valutata positivamente, perché dimostra, anche se con qualche anno di ritardo, la presa di coscienza e il conseguente riconoscimento della validità del «Sistema Turistico Locale», da parte delle associazioni di rappresentanza degli imprenditori, finora stranamente indifferenti alla problematica. E pacifico, infatti, che non ci può essere sviluppo turistico senza il massiccio coinvolgimento di soggetti privati, disponibili ad effettuare i necessari investimenti. Si avverte però l'esigenza di evitare pericolose confusioni tra lo strumento «Sistema Turistico Locale», con altre già sperimentati in passato, in maniera peraltro fallimentare, come, per esempio, i Patti Territoriali.
Una confusione che va subito chiarita, soprattutto precisando che non si fa una buona politica di impostazione metodologica ispirandosi a strategie vagamente dirigiste e articolare su macro-aree, poiché il «Sistema Turistico Locale» è nato per attuare una politica esattamente opposta, e cioè a dire fondata sul principio della definizione del «Prodotto Turistico Culturale Locale» di aree omogenee e quindi naturalmente perimetrabili a prescindere, ad esempio, dai confini provinciali o addirittura extra provinciali. Per tali ragioni e grazie a questi propositi, sono stati già deliberati dai rispettivi consigli comunali, due «Sistemi Turistici Locali» nella Provincia di Siracusa, quello della Zona Sud, con i Comuni di Avola, Noto, Pachino, Portopalo di Capo Passero e Rosolini e quello dei comuni collinari di cui fanno parte Palazzolo Acreide, Canicattini Bagni, Cassaro, Ferla, Buscemi, Buccheri e Sortino. Un terzo «Sistema Turistico Locale» sarebbe opportuno sorgesse tra Siracusa, Floridia e Solarino, anche in relazione alla procedure per ottenere il riconoscimento Unesco, che sto seguendo personalmente e che riguarda proprio Siracusa e la Necropoli di Pantalica. Una procedura, quindi, già avviata da tempo, che cerca di sperimentare un percorso che, se difficoltà ha trovato è stata soprattutto quella della comprensione della sua eccezionale valenza, sia da parte degli Amministratori locali che, in parte, anche degli operatori interessati, oltre che della Regione che a distanza di oltre 3 anni non ha ritenuto recepire la norma sui «Sistemi Turistici Locali» e cioè di una strategia di sviluppo basata sul marketing territoriale, e che punta a mettere aree omogenee per tradizioni culturali in competizione con altre aree, e a determinare i presupposti per l'attrazione di investimenti e la conseguente infrastrutturazione per il definitivo decollo di una seria politica dell'accoglienza.
Non c'è, quindi, bisogno di inventarsi nuove strategie e fare appelli a mitiche sinergie, nè tantomeno ricorrere, ovviamente in buona fede, a definizioni nominalistiche che richiamano, solo formalmente, strumenti strategici come i «Sistemi Turistici Locali», che nei fatti rischiamo di essere interpretati e applicati al contrario, vanificandone del tutto i virtuosi effetti, bensì sostenere con forza le iniziative già avviate nella zona Sud e Collinare e che saranno pienamente operative in autunno, e avviarne di nuove con la certezza che l'incarico di assessore regionale al Turismo conferito all'on. Granata non potrà che rilanciare il settore, a partire dal primo adempimento necessario e cioè il recepimento della normativa regionale dei «Sistemi Turistici Locali».
On. Nicola Bono
sottosegretario al Ministero Beni Ambientali e culturali