PACHINO - Si disgrega l'ufficio politico dell'amministrazione Campisi. Dopo la designazione non ancora operativa dei nuovi assessori, fioccano le reazioni da parte delle forze politiche, ed è venuta meno la funzione di coordinamento messo su dal primo cittadino per coinvolgere, nell'amministrazione della città, i rappresentanti delle forze amministrative locali. Il presidente dell'Ufficio politico Pina Casalino, esponente della Margherita locale, ha rassegnato le dimissioni sia da presidente dell'ufficio politico che da componente, sottolineando l'inutilità dell'organo in aperta polemica con le decisioni non ratificate dal “conclave” pachinese. Alla base di tutto c'è probabilmente la decisione del sindaco di completare la giunta senza consultare l'organo che, negli intenti, doveva analizzare le scelte politico-amministrative della coalizione. A defilarsi dall'ufficio politico anche Nino Augugliaro referente del consigliere indipendente Massimo Agricola e l'esponente di Rifondazione Totò Cacciamo. Agricola ha inoltre ribadito la propria posizione chiarendo che voterà secondo coscienza interpretando al meglio il ruolo di indipendente. Si è dunque spezzato l'idillio con la Margherita e con il suo coordinatore Blandizzi. A tal proposito il consigliere Agricola imputa al vicesindaco una autoreferenzialità delle decisioni, manifestata con l'appianamento dei rapporti con Rinascita di Pachino e con l'esponente Blundo. Di converso Blandizzi accusa il consigliere Agricola di non avere voluto appoggiare la federazione tra la Margherita ed una serie di consiglieri finalizzata alla creazione di un organismo forte da contrapporre allo strapotere di alcune realtà politiche che per molti fanno il bello ed il cattivo tempo. “La federazione comunque resta in piedi, -ha commentato Blandizzi- costituita da sei consiglieri, quale realtà di dialogo con l'amministrazione”.
A scagliarsi contro la maggioranza ed il sindaco sono poi i Verdi di Pachino con il coordinatore Concetto Amenta che in un comunicato scrive: “Chi ha ricevuto il mandato da parte dei cittadini si assuma la responsabilità di dichiarare il proprio fallimento per aver dato solo spazio alla spartizione delle poltrone e ai personalismi. Ciò è inammissibile specialmente per chi si è fatto portavoce di voler cambiare la concezione politica della città. Non può perdurare questa fase di non amministrazione, ove i problemi della città sono stati posti in secondo piano rispetto alle logiche di potere”. Amenta attacca a testa bassa direttamente il primo cittadino affermando: “C'è uno scollamento tra gli abitanti e questo sindaco che ha perso dopo quattro mesi tre assessori della giunta in seno alla quale i contrasti, oramai, sono quotidiani”. Ad attaccare l'opposizione è invece l'ex assessore Savarino che addebita parte di responsabilità al candidato sindaco che ha perso le elezioni e che ha lasciato senza guida un'opposizione che ad oggi sembra smarrita. Al di là di critiche o apprezzamenti, le scelte del sindaco dovranno passare attraverso la prova dei fatti e attraverso le scelte del consiglio comunale. Va dunque appurato chi avrà avuto ragione e chi torto, e solo i numeri della maggioranza consiliare potranno dare l'ardua sentenza.
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LaSicilia.it il 17-12-2006 - Categoria:
Politica