PACHINO - Colpi di scena a ripetizione al consiglio comunale di Pachino. La seduta, iniziata con un'ora di ritardo, ha visto solo due assenti, Spatola e Dipietro, entrambi di opposizione. Ad aprire le danze di una seduta durata due ore e mezzo e durante la quale non è stato esitato nessun punto all'odg è stato il consigliere Angelo Petralito che solo pochi minuti prima dell'inizio dei lavori aveva diffuso alla stampa la dichiarazione scritta che di li a poco avrebbe fatto in consiglio comunicando la sua volontà di uscire da Forza Italia e dal centrodestra "considerando definitivamente fallito il progetto berlusconiano". "L'indifferenza del governo al progressivo declino del Paese, -ha detto Petralito- l'aggravarsi della crisi economico-sociale, la questione morale, la poca attenzione per il sud, il sentimento di pacifismo, sono alcune delle ragioni per cui mi dichiaro politicamente indipendente dal centrodestra mantenendo però nei confronti del sindaco il vincolo programmatico e la fiducia all'attuale giunta". Una decisione che ha sorpreso il consiglio dato che la scelta di Petralito sembrava quasi improvvisa. Il pensiero di molti a quel punto è andato all'ex forzista Ferdinando Latteri, rettore dell'università di Catania, passato nella coalizione di Prodi. Si avvalorava pertanto la tesi di chi, come già sostenuto anche dalle pagine del nostro quotidiano, prospettava una modifica nell'asse politico dell'amministrazione pachinese, dati alcuni segnali non certo trascurabili quali il veto di Rinascita su An, l'identificazione della stessa lista civica come asse portante dell'amministrazione, e la dichiarazione di autosospensione del gruppo forzista. Subito dopo il secondo piatto forte della serata: il consigliere Pierpaolo Beninato, uno degli esponenti fuoriusciti dall'Udc per appoggiare il sindaco, dichiarava la sua appartenenza all'Udeur, partito di opposizione già rappresentato in consiglio da Ciccio Guastella.
Una mossa a sorpresa anche questa che ha costituito un secondo colpo basso per la maggioranza che così a distanza di pochi giorni ha perso un altro componente. Solo giovedì scorso infatti a dichiararsi indipendente e negare l'appoggio al sindaco era stato un altro consigliere forzista, Paolo Dipietro. La già risicata maggioranza di appena undici consiglieri su venti si era incrinata e scendeva a 9. In aula dunque lunedì sera si aveva una situazione di perfetto equilibrio, 9 consiglieri di maggioranza e 9 di opposizione. Una situazione di stallo che non ha permesso di approvare le proposte dell'opposizione ma che non consentiva di esitare neppure i punti proposti dalla maggioranza tra cui il bilancio comunale. Ad aggiungere carne al fuoco sono state poi alcune presunte irregolarità evidenziate dal consigliere Di Fede. A norma del regolamento comunale infatti le interrogazioni e le interpellanze vanno trattate per prime. Il presidente Nicastro invece nella convocazione le aveva relegate al penultimo punto. Dopo aver consultato la normativa, Nicastro decideva di andare avanti secondo l'odg sotto la sua responsabilità. A quel punto Di Fede proponeva una mozione d'ordine contro il presidente del civico consesso, ossia una votazione dell'assemblea per richiamare l'applicazione delle norme, ma la mozione non passava data la situazione di perfetta parità. I lavori riprendevano, ma si presentava un altro inghippo: la riunione, chiesta dall'opposizione per sollecitare la discussione di alcuni punti, non era stata indetta entro i 20 giorni di tempo previsti dalla norma, per cui la convocazione presentava dei vizi formali. A questo punto, mentre l'opposizione abbandonava l'aula per fare cadere il numero legale, il sindaco chiariva come da qualche giorno era stato aperto un dialogo con alcuni partiti al fine di rinforzare la maggioranza. Tentativi che allo stato dei fatti sembrano falliti.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 09-06-2004 - Categoria:
Politica