PACHINO - Sull'ondata di vandalismo Nello Lupo, psicopedagogista e sociologo, è intervenuto con una approfondita analisi per spiegare i ripetuti episodi. «Va sgombrato il campo da qualsiasi motivazione genetica - esordisce - piuttosto va data una lettura interazionista e socio-culturale che chiama in causa il rapporto individuo-società. Va fatta una riflessione capace di collocare i fatti in un'ottica di tipo sociale tesa a comprendere le dinamiche di un tessuto, quello pachinese, che negli ultimi anni ha prodotto fenomenologie di massa dalle evidenti caratteristiche psicopatologiche. Ci riferiamo al vandalismo, ma anche ai suicidi, al primato della tossicodipendenza e ai suoi legami con il disagio giovanile, sociale e scolastico. «Dai pochi studi sulla condizione dei giovani a Pachino emerge l'icona di una scissione in due polarità: quella positiva (le aspirazioni) e quella negativa (atteggiamenti-comportamenti).
Affiora una chiara discrepanza tra le aspirazioni orientate a valori positivi (la famiglia, l'amicizia, l'impegno, il senso della vita) e gli atteggiamenti-comportamenti concreti (ricerca ossessiva del piacere, superficialità, disimpegno, rassegnazione, abbandono a surrogati della felicità). L'intero sistema sociale, -continua Lupo - è chiamato alla responsabilità di questa dicotomia». La famiglia, le influenze culturali, i mass-media, ma anche l'ambiente culturale frequentato sono fattori determinanti. «A tutto ciò rischia di contribuire la scuola, fortemente inadeguata sul piano educativo e nelle relazioni di aiuto alla personalità dell'adolescente». Uno dei punti critici è il fenomeno della dispersione scolastica, o meglio «di una scuola che esclude ed emargina, rigettando una fascia di giovani dai propri circuiti culturali. Una scuola che oggi consente di raggiungere una preparazione adeguata solo al 20% degli allievi frequentanti».
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 13-03-2004 - Categoria:
Cronaca
La Sociologia e la Psicopatologia urbana.
Insomma, se non lo avete capito, siete un pò "mattacchioni". Deprimente, sotto il sole d'oriente, costatare che non basta il sole e il mare per potersi emancipare. Ma l'analisi che, naturalmente, "non condivido", è elaborata da portenti naturali dell' interpretazione sociologica nazionale e locale. Sarebbe, comunque, meglio affidarsi ad altre intepretazioni più terra terra. In primis: la condizione sociale e l' opulenta divisione delle categorie o "classi" locali urbane. Partendo, forse, da L'Emilio di Rousseau. Mi capita, spesso, di analizzare le teorie e gli sforzi propinati a destra e a manca: confrontandole con i comportamenti sociali dei soggetti che dovrebberero essere i piloti e gli artefici e veri educatori e vero antidoto sociologico alle teorizzazioni propinate e proposte. Spesso,purtroppo, constato una lontana e inarrivabile differenza fra: il dire ed il fare. Che come sempre: è diviso dal mare. Scientificamente:la teoria e la realtà. Ma la realtà vera,tuttavia, è tutta un'altra cosa...E cosi sia.....
(u pisci feti ra testa)
Cordiali Saluti. Spiros