PACHINO - Sono stati spiegati giovedì sera, in seno agli incontri promossi dall'associazione Città Etica, le motivazioni che stanno alla base della crisi politica che attanaglia da settimane la casa municipale. Ospiti dell'associazione sono stati tre dei sei assessori (Maria Valvo per Rinascita, Sebastiano Lorefice per lo Sdi e Salvatore Borgh per i Ds) che hanno preferito rassegnare le dimissioni pur di non continuare l'esperienza amministrativa all'interno della giunta Campisi. Un'esperienza che hanno definito senza mezzi termini fallimentare per i modi ed i metodi con cui si portava avanti l'amministrazione della città. Ad esordire è stato il vicepresidente dell'associazione Città Etica Giancarlo Barone che ha ricordato gli articoli del “codice etico” che da tempo l'associazione propone alle forze politiche. Un codice che, ha puntualizzato, assume rinnovato vigore dati gli eventi politici che si stanno verificando. Il codice etico infatti prevede le dimissioni di chi ricopre una carica politico-amministrativa nel caso in cui si verifichino contrasti insanabili, il divieto assoluto di trasmigrare in altro partito ed a maggior ragione di cambiare coalizione, la necessità di ricercare il dialogo come strumento di eliminazione dei conflitti e la concertazione delle scelte e delle decisioni. Poi è stata la volta degli assessori che hanno dato la loro versione dei fatti relativamente alla crisi.
Il presidente dell'associazione Turi Pintaldi inoltre ha reso noto come l'associazione abbia cercato di favorire il confronto invitando contemporaneamente sia il sindaco che gli assessori. Tale confronto però non è stato possibile ed il sindaco avrà modo di replicare nella stessa sede domenica sera alla 21. In tutti gli assessori presenti il comune denominatore manifestato è stato quello della delusione per un'esperienza politica costruita con entusiasmo ma che oggi hanno definito chiusa e fallita. Ad esordire fra gli assessori è stato il diessino Borgh che ha affermato: “La Crisi politica era da tempo strisciante e non era stata manifestata pubblicamente nella speranza di risolvere i problemi senza fare trasparire le difficoltà. Purtroppo ad un certo punto non è stato possibile nascondere l'evidenza. Le dimissioni degli assessori sono arrivate alla fine di tutta una serie di passaggi politici e di confronto. Era evidente che c'erano meccanismi amministrativi che non funzionavano. Queste difficoltà, -ha continuato Borgh- erano e sono legate allo staff che il sindaco ha costituito, uno staff che è formato da alcuni dipendenti e dai suoi esperti esterni. A nostro modo di vedere le competenze di questo staff andavano oltre le funzioni strettamente amministrative, debordando la sua azione in competenze politiche e invadendo le stesse competenze dei singoli assessori, chiamati a ratificare quanto già deciso senza possibilità di obiettare alcunché”. A calcare la mano è stato poi Lorefice, assessore per lo Sdi che ha parlato di “fortino amministrativo che impediva ai partiti ed ai rappresentanti di essere parte integrante dell'azione amministrativa”. Lorefice ha anche evidenziato le difficoltà economiche del comune che “riesce a liquidare i compensi agli esperti ma non ha la disponibilità neanche di 100 euro per l'ordinaria amministrazione”. Si è discusso inoltre dei motivi che portarono alla sollevazione dall'incarico dell'assessore dei Verdi, Amenta e delle decisioni su alcuni funzionari che gli assessori hanno definito “non dettati da motivi legati ai risultati”. Lapidaria anche Maria Valvo, vedova dell'ex sindaco Mauro Adamo e componente dall'alta caratura morale dell'amministrazione che ha affermato: “Se potessi rifarei il porta a porta per porre rimedio all'errore commesso”.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 27-04-2007 - Categoria:
Politica