Da Praga a Portopalo: un filo sottile che unisce ricordi, delusioni, disincanto, amarezze e tragedie esistenziali. E sullo sfondo Franz Kafka e un manoscritto inesistente, attorno al quale si dipana una storia torbida di truffe, droga, prostituzione e criminalità. Questo è «Ritorno in Sicilia», racconto «dark» di Filadelfo Giuliano, scrittore catanese da tempo a Vicenza, esperto di letteratura ceca (ha tradotto in italiano il romanzo culto «Eravamo in cinque» di Karel Polacek). Il protagonista del libro è Angelo, recatosi a Praga, dopo dieci anni di assenza, alla ricerca di un manoscritto inedito, in ceco, di Kafka. Il suo è il ritorno in una città profondamente cambiata. Niente è più come prima e del manoscritto, ancora di salvezza per riscattare una carriera letteraria in picchiata, nemmeno l'ombra. Verrà truffato, rischiando di finire invischiato anche in un pericoloso giro criminale.
A Praga Angelo conosce una ragazza, Pavlina, contattata via internet, parte attiva nella truffa orchestrata ai suoi danni. La ricerca del manoscritto lo proietterà nella bolgia dei disperati, in un vissuto quotidiano privo di senso, di bellezza sprecata in notti di sesso a pagamento e di alienazione. Sembra quasi di rivivere l'atmosfera de «La città vecchia» di De Andrè, con individui che popolano quartieri dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi. A sottolineare i vari momenti del racconto, Giuliano utilizza un artificio narrativo molto efficace: fa entrare in scena, attraverso passaggi onirici del protagonista, alcuni personaggi de «Il Processo» di Kafka, gli agenti Franz e Willem.
SERGIO TACCONE
Fonte:
LaSicilia.it il 23-04-2008 - Categoria:
Cultura e spettacolo