PORTOPALO - Ha assunto contorni pirandelliani la vicenda della costruzione di fronte piazza Scalo Mandrie, i cui lavori sono stati sospesi dopo apposita istanza della Soprintendenza di Siracusa, datata 2 settembre 2008, recante la firma del soprintendente e del dirigente responsabile del servizio. Nella nota si sottolinea che è stato accertato che «il manufatto insiste in area sottoposta a vincolo archeologico (d.a. 5240/92)». Nella nota viene sottolineato che non è stato acquisito dal Comune di Portopalo né dalla ditta interessata il previsto parere del Servizio beni archeologici. La Soprintendenza cita l'ex art. 21 della legge 1089/'39 che prevede per le particelle dove insiste il manufatto il divieto di eseguire costruzioni. Da qui l'invito al comune a sospendere i lavori e attivare le procedure di demolizione. Gli atti sono stati trasmessi anche alla Procura di Siracusa. L'ufficio tecnico comunale, nell'agosto del 2007, aveva attestato la conformità del progetto allo strumento urbanistico, sottolineando che non risultano ostacoli al rilascio dell'autorizzazione, subordinata al parere della Soprintendenza.
La stessa Soprintendenza, il 10 dicembre 2007, in merito al medesimo progetto, esprimeva parere favorevole a patto che si rispettassero alcune condizioni: so di una pietra della stessa essenza mineralogica di quelle esistenti nella zona, recinzione lineare, divieto di installazione di unità esterne di climatizzazione. Ad una settimana di distanza dalla richiesta di sospensione dei lavori dell'immobile, i proprietari hanno chiesto alla Soprintendenza di Siracusa la revoca del provvedimento di sospensione. Nel documento si sottolinea che l'immobile ricade in zona omogenea B e richiamando una serie di disposizione legislative, viene sottolineato che i terreni in questione, siccome rientranti in zone A e B, in riferimento a strumenti urbanistici approvati con parere favorevole della Soprintendenza, successivo all'iscrizione del vincolo posto con decreto 5240/92, possono considerarsi, anche in virtù dell'art.142 (legge 42/2004) non sottoposti a vincoli. Richiamando l'intero iter i ricorrenti aggiungono: «è contraddittorio, da parte della Soprintendenza, ordinare oggi la sospensione di lavori già assentiti, senza neanche prendersi cura di esaminare il proprio espresso procedimento provvedimento autorizzativi». Dal Comune sottolineano che l'area in questione, in base al prg vigente, non è sottoposta a vincolo archeologico.
SERGIO TACCONE
Fonte:
LaSicilia.it il 14-09-2008 - Categoria:
Cronaca