Nell'opera di monsignor Guastella la città è protagonista assieme all'edificio religioso. Si è tenuta sabato nella chiesa del SS. Crocifisso, la presentazione del libro di mons. Salvatore Guastella dal titolo "La chiesa madre di Pachino".
La cerimonia di presentazione è coincisa con il centenario della nascita di mons. Vincenzo Spiraglia, parroco della matrice dal 1939 fino alla sua morte. Il ricordo dell'opera di Spiraglia in ambito pastorale, culturale e sociale in favore della città di Pachino è ancora vivo nella gran parte dei pachinesi, ed è per questo che in occasione della ricorrenza del centenario dalla sua nascita è stato presentato il corposo volume, quasi a testimonianza del suo insegnamento. Gli scritti infatti per lui "non erano materiali storici per capire il passato, ma servivano per costruire una storia futura". Alla presentazione, oltre ad un folto e qualificato pubblico, hanno partecipato il Vescovo di Noto mons. Giuseppe Malandrino, l'autore mons. Guastella, lo storico Giuseppe Drago, la professoressa Gaetana Gennuso ed il preside Corrado Di Pietro. Quest'ultimo si è soffermato sulla particolare natura dell'opera, descrivendola "per ciò che non è. Il volume infatti, -ha detto Di Pietro- sfugge ad una precisa catalogazione. Non è un volume storico, non è storiografico, non è cronaca, non è romanzo. In realtà ha un po' di tutte queste caratteristiche insieme. Di sicuro, -continua Di Pietro è un libro che non va letto d'un fiato, bensì poche pagine per volta, per poterne assaporare i quadri che in esso vengono dipinti".
Una nota critica poi Corrado Di Pietro l'ha riservata alla cultura, a suo modo di vedere asfittica, "frutto spesso di episodi sporadici, magari di alto livello, ma pur sempre episodi. In questo torna alla mente -dice Di Pietro- il pensiero di Spiraglia che addebitava agli intellettuali la responsabilità di non creare le occasioni di cultura". Nel volume di Guastella la città di Pachino risulta protagonista insieme alla sua chiesa. Vi si racconta delle visite pastorali dei vescovi, ed in particolare di mons. Blandini che definiva Pachino come "il paese migliore di tutta la diocesi netina". Il periodo a cui si fa riferimento abbraccia tutto il ventesimo secolo, tracciando una sorta di indagine demoscopica di come i cittadini sono cresciuti nell'arco di poco più di un centinaio di anni. Numerosi sono gli episodi narrati che testimoniano tale progresso, dall'arrivo delle suore Adoratrici nella città, alla costituzione di nuove parrocchie fra le quali per prima quella della Madonna di Pompei. Insomma mons. Guastella si è misurato con la storia della città di Pachino, città che ha dato i natali alla madre, e che per questo sente come fosse la sua terra.
S. mar.
Fonte:
LaSicilia.it il 30-12-2003 - Categoria:
Cultura e spettacolo