PORTOPALO - Il problema del randagismo, qui come altrove, è presente e non da poco tempo. Massimo e Maria Grazia sono due turisti lombardi (vivono a Parabiago, in provincia di Milano) che da anni trascorrono le vacanze estive a Portopalo. Di recente si sono impegnati per fare sterilizzare e vaccinare due cani randagi, trovando un valido supporto in un medico veterinario, Salvatore Carnemolla, e nell'assessore comunale Giuseppe Mirarchi. «Amiamo gli animali ma respingiamo l'etichetta di animalisti, che non ci piace. È nostra intenzione, innanzitutto, sottolineare l'impegno del dottor Carnemolla e dell'assessore Mirarchi i quali hanno mostrato una grande sensibilità verso la nostra segnalazione. E poi auspichiamo che il grado di sensibilizzazione delle persone, circa il rispetto e la cura dei cani, cresca in modo significativo nei prossimi anni. Siamo convinti che il maggior rispetto verso gli animali è indice di un grado più elevato di senso civico». Il dottor Carnemolla, con l'ampia esperienza maturata negli anni, conosce a menadito la situazione di Pachino e Portopalo riguardante i randagi. «Ritengo che, avviando una campagna di sterilizzazione, si possa arrivare, nell'arco di un quinquennio al massimo, a far diminuire sensibilmente il problema».
In diverse circostanze, purtroppo, c'è stato chi ha scelto di ricorrere al modo più incivile e disumano: l'avvelenamento dei cani. «Pachino ha scelto la strada del canile comunale, attivato in piazza La Malfa – aggiunge il veterinario Carnemolla – e anche il comune di Portopalo si è mosso, predisponendo il ricovero di quattro cani. E oltretutto non va tralasciato l'aspetto riguardante l'igiene pubblica che andrebbe ad aumentare prendendosi cura dei randagi. La questione, insomma, ha una doppia valenza sociale. Ignorarla sarebbe un errore».
SERGIO TACCONE
Fonte:
LaSicilia.it il 23-08-2006 - Categoria:
Cronaca