Una ricerca americana raccoglie ipotesi, dubbi e profezie sull'Internet del 2020

Una ricerca americana raccoglie ipotesi, dubbi e profezie sull'Internet del 2020 Prepariamoci a una nuova era di superconnettività e neoluddisti. E’ questo lo scenario che secondo una ricerca del Pew Internet and American Life Report ci attende per il 2020, quando le reti digitali si espanderanno fino a coprire la quasi totalità delle nostre attività quotidiane e dalle ceneri del luddismo ottocentesco sorgerà una nuova setta di “nemici delle macchine”, post-moderni e no global, pronti a tutto pur di fermare il progresso tecnologico.

Ripetendo un’esperienza del 2004, l’istituto di ricerca americano ha contattato qualche centinaio di esperti di informatica, politica ed economia e li ha messi di fronte ad alcune questioni relative al futuro a medio termine della Rete e ai cambiamenti che da essa deriveranno per la società, basandosi sulla direzione che hanno preso negli ultimi anni le nuove tecnologie.

Il panorama che viene fuori dalle risposte – raccolto nel documento “The Future of Internet II” - vede una Rete in continuo progresso, sia orizzontale che verticale. Lentamente ma con una certa regolarità, Internet si espanderà geograficamente, raggiungendo anche quelle aree del pianeta che oggi non sono ancora connesse. Inoltre, l’interazione tra l’uomo e il Web non riguarderà più soltanto una comunicazione filtrata da computer, ma scenderà in profondità, coinvolgendo diversi nuovi tipi di funzioni, apparecchi, settori.

Vivremo insomma in un mondo completamente connesso, una gigantesca matrice che dovremmo essere comunque in grado di controllare senza troppi problemi (anche se il 42% degli intervistati avanza qualche preoccupazione su questo punto). Contro una società sempre più a tasso high tech si muoverà però un esercito di “refusenicks”, una sorta di apocalittici anti-tecnologici che muovendosi in bilico sul confine tra disobbedienza civile e terrorismo faranno di tutto per ostacolare la diffusione della Rete. Anche con la violenza.

Tra fantascienza e razionalità, proiezioni futuristiche di paure quotidiane e pure speculazioni, “The Future of Internet II” non offre risultati particolarmente rivoluzionari. Del fenomeno “neoluddista” se ne parla già oggi, soprattutto a proposito di alcune frange più radicali e intransigenti dei movimenti ecologisti e no global. La dialettica tra apocalittici e integrati, tra l’altro, non nasce certo con le email. Anche la progressiva espansione del Web è uno scenario futuro condiviso da qualsiasi analista e addetto ai lavori, seppur magari con qualche distinzione sui tempi e i modi con cui tale processo potrebbe avvenire e concludersi.

Ciò che traspare dalla ricerca è invece una sostanziale incertezza di fronte ad alcune problematiche più spinose, già oggi protagoniste di polemiche e duri scontri intellettuali e politici. Posti di fronte al dilemma se “la trasparenza può aiutare a costruire un futuro migliore, anche se a discapito della privacy” gli esperti contattati da Pew hanno dato pareri fortemente contrastanti, sintetizzabili in un 46% di risposte in accordo con l’affermazione e in un 49% di contrari. Simile anche l’incertezza a proposito del “digital divide” e della questione se Internet apra davvero una possibile prospettiva di successo e realizzazione personale a tutti gli abitanti della Terra (il 52% è d’accordo, il 44% no).

Che la Rete continuerà a svilupparsi e che qualcuno – individualmente alla Unabomber o in gruppi organizzati – cercherà di ostacolarla sembra insomma un dato di fatto. Se questa aiuterà a sconfiggere i problemi del pianeta e come si risolveranno alcuni dei nodi più complessi che riguardano il suo impatto sulla nostra vita, invece, nessuno può ancora dirlo. Nemmeno i maggiori 742 esperti mondiali di politica, informatica ed economia.

25/9/2006
di Luca Castelli
Fonte: LaStampa.it il 27-09-2006 - Categoria: Curiosità

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