Sull'incidenza tumorale dati poco confortanti relativi allo sviluppo di neoplasie in una percentuale superiore alla media nazionale, circostanza che non è sfuggita, all'oncologo Pietro Ferrara che, a conclusione della prima fase dell'indagine epidemiologica, sui tumori effettuata sui dipendenti comunali, ha predisposto un opuscolo attualmente in fase di stampa dal titolo «I tumori, parliamone insieme». Lo studio si è basato su colloqui medici con i dipendenti del comune di Pachino che, nonostante la categoria venga classificata come a basso rischio, si è distinta negativamente negli ultimi anni per svariati casi di forme. «Partendo da questo dato di fatto, - dice l'oncologo pachinese - va ampliato l'oggetto di studio a tutto il territorio della zona sud della Sicilia, al fine di individuare i fattori di rischio che determinano l'alta incidenza delle patologie neoplastiche anche in categorie la cui esposizione non è tale da giustificare l'alta incidenza. Essendo la nostra zona ad alta coltivazione agricola, rispetto ad altre aree che invece presentano una diversa tipologia di attività, - continua Ferrara - lo studio dovrà concentrarsi su tre fattori: i rischi di carattere ambientale, l'uso o a volte l'abuso di pesticidi e di agenti inquinanti, l'elettromagnetismo. Per quanto riguarda l'uso dei pesticidi (fungicidi e disserbanti), non è una novità che questi costituiscono dei fattori cancerogeni per l'uomo. Vari studi hanno infatti accertato che tra le popolazioni rurali si ha una maggiore incidenza dei tumori del sangue, della prostata e dei melanomi e linfosarcomi.
Pertanto l'ipotesi più accreditata, -secondo il professore pachinese- è che l'uso continuato dei prodotti chimici in agricoltura costituisca un rischio non solo per i lavoratori del settore, ma anche per altre categorie della popolazione. Gli agenti chimici usati nelle coltivazioni infatti verosimilmente entrano nel ciclo alimentare attraverso gli alimenti e l'acqua potabile, producendo quindi gli eventi negativi». Ma il senatore Ferrara non si ferma soltanto ad un esame dei rischi ambientali, ma punta il dito anche ai fattori comportamentali come ad esempio l'uso di alcol o tabacco che rivestono un'importanza primaria nella prevenzione. Le cattive abitudini unite ad una predisposizione genetica, porterebbero ad un mix fatale per l'insorgenza delle patologie cancerogene. «Appare necessaria una seria e puntuale educazione alla salute, e per questo sarebbe necessario istituire un servizio pubblico».
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 07-03-2004 - Categoria:
Cronaca