Ventisette su una carretta

Ventisette su una carretta PORTOPALO - «Presto, sbrigati, ci sono i clandestini e c'è anche un bambino piccolissimo». In contrada Isola delle Correnti ci si stava preparando a una domenica d'estate. Il silenzio della notte aveva agevolato tutto, e appena fuori dall'abitazione estiva, alcuni portopalesi hanno visto il primo gruppo di immigrati che, dopo essere scesi dall'imbarcazione lasciata a ridosso di un camping, stava cercando aiuto. Un bimbo d pochi mesi piangeva a dirotto. Cibo, acqua, sedie dove ripararsi e il cambio del pannolino per il piccolo che non ne voleva sapere di calmarsi. Il buon cuore della gente del posto anche questa volta non è mancato, anzi. Una giornata dal duplice sapore, quella di ieri, divisa tra l'aspetto umano e solidale e quello della sicurezza. L'intera domenica è poi trascorsa alla ricerca di coloro che dalla carretta si erano dati alla macchia appena toccata la terraferma. Le segnalazioni erano all'ordine dei minuti. Polizia carabinieri, fiamme gialle e guardia costiera: tutti mobilitati, insieme con i volontari di Protezione civile che si sono recati subito al porto appena partito il segnale di allerta. Il gruppo comunale di volontariato ha sempre rappresentato una garanzia di disponibilità, a qualsiasi ora del giorno e della notte. «Mi ero appena addormentato - afferma Roberto, uno dei volontari portopalesi - ma alle telefonate di emergenza-sbarco ho risposto presente». E mentre erano in corso le ricerche dei «fuggitivi», era già stata messa a regime la macchina dell'accoglienza.

A partire da un rifugio all'ombra per dare ristoro ai già provati «naviganti», con il mercato ittico, che è stato messo a disposizione dall'amministrazione comunale proprio per evitare che i migranti restassero sotto il sole cocente. Ieri la temperatura era piuttosto alta. Il barcone, dopo essere stato disincagliato dal punto in cui si è registrato lo sbarco, è stato piazzato all'interno dell'area portuale. E intanto proseguivano le ricerche, con l'aiuto dei portopalesi: «C'è un extracomunitario vicino ad un bar». Oppure: «Ne ho visto uno lungo la strada». Una giornata di ricerche ininterrotte. Il primo sbarco dell'anno ha avuto delle dinamiche quantomeno insolite: raramente infatti le carrette sono arrivate in quel tratto del territorio. Intanto sono stati fermati i quattro presunti scafisti, tutti libici. E la Libia è sempre sotto i riflettori per il trattamento disumano che riserva ai migranti nei suoi centri di detenzione dove domina «il sonno della ragione» e dove i cosiddetti clandestini sono carne di macello.

SERGIO TACCONE
Fonte: LaSicilia.it il 12-07-2010 - Categoria: Cronaca

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