PACHINO - “Qui viviamo noi”. Inizia così il il percorso illustrativo tutt'altro che edificante di Raffaele Forestieri, presidente del comitato spontaneo per migliorare la qualità della vita di quanti risiedono nelle case popolari di via Mascagni.
Forestieri, insieme a Nino Rubbino e Raffaele Di Giorgio si stanno adoperando per migliorare le cose all'interno delle decine di palazzine di proprietà dell'Iacp, ridotte in uno stato di assoluta fatiscenza. “Strutturalmente la situazione è ad dir poco disastrosa, -hanno affermato alcuni residenti illustrando la situazione-. Nei giorni scorsi un cornicione in cemento armato è caduto su uno sgabuzzino in alluminio costruito su un balcone. Il cornicione ha sfondato il tetto finendo sul ballatoio dello stanzino ricavato. Lì vicino, sullo stesso balcone, c'erano dei bambini che giocavano. Fortuna ha voluto che siano rimasti illesi”. Nella zona, ha spiegato un funzionario dell'ufficio tecnico comunale, il comune di propria iniziativa non può intervenire per una questione di competenze. La proprietà è dell'Istituto autonomo Case popolari. Accade così che la fognatura salti e il fiumiciattolo di acque nere rimanga a scorrere all'aperto anche per mesi senza che nessuno venga a ripararlo. Nessuna manutenzione poi per quelli che erano previsti come giardinetti, oggi pieni di sterpaglie dove zecche e topi sono all'ordine del giorno. “Questo doveva essere il posto per la caldaia, -indica Forestieri- ecco come è ridotto, uno stanzino dove vi è di tutto, dalla spazzatura bruciata a materiale di risulta, tutto nero, sporco, affumicato, fatiscente”.
Il massimo della precarietà si trova però nei seminterrati delle palazzine. “Qui tutto è completamente allagato, -ha affermato Forestieri- giorno e notte. Le tubature infatti perdono e la fogna si riversa indisturbata. D'inverno inoltre ad aggiungersi è anche l'acqua piovana che riempie completamente i semi interrati”. Nel muro c'è ancora il segno lasciato dall'acqua a confermare quanto descritto, e ad ulteriore riprova anche i segni dei cortocircuiti che si sono verificati a seguito del contatto dell'acqua con i fili degli impianti elettrici. “Un giorno, -dice Forestieri- abbiamo trovato tutto invaso dall'acqua alta almeno un metro e mezzo. Abbiamo dovuto staccare ogni contatore elettrico e chiamare l'Enel per farli spostare. Qui nessuno ci aiuta. Siamo abbandonati”. Nei giorni scorsi per la verità un minimo di aiuto è arrivato, ma non certo dalle istituzioni. Alcuni privati cittadini hanno infatti acquistato dei materiali, mentre alcuni degli stessi residenti hanno provveduto a ripristinare i punti più fatiscenti grazie proprio al cemento, alla pittura fresca donata. “Dicono che non paghiamo i canoni e per questo non ripristinano le strutture, -ha concluso il presidente del comitato spontaneo- ma cosa dobbiamo pagare? La nostra convivenza con i topi? L'umidità che sale dagli scantinati perennemente allagati? Gli infissi inesistenti ed i cornicioni che cadono dai tetti?” In un ampio spazio prospiciente il comune ha chiesto un finanziamento per la costruzione di un parco giochi che probabilmente sarà finanziato. Questo potrebbe migliorare la situazione almeno dei bambini, ma al momento l'orizzonte appare ancora nebuloso.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 27-05-2006 - Categoria:
Cronaca
La basalata degli anni 3000
http://xoomer.virgilio.it/spinello/piani/
Composizione della forma urbana e composizione...delle classi sociali meno ambienti
Pachino evoluzione urbana
http://xoomer.virgilio.it/spinello/fondazione_Pachino/
Studi su pachino
http://xoomer.virgilio.it/spinello/pachino_Tesi_di_Laurea/
ANALISI DELLE ABITAZIONI
Il patrimonio edilizio della città nell’ultimo trentennio è enormemente aumentato.
La dinamica dello sviluppo del centro urbano, e delle case abusive a mare, costruite sopratutto nell’ultimo decennio, sono i termini problematici e contraddittori della evoluzione complessiva delle strutture edilizie nelle aree meridionali costiere.
Il calo demografico registrato dal “50 ad oggi, non ha apportato come conseguenza un calo delle costruzioni edilizie: anzi al contrario, si è avuto un rialzo.
Da cio’ si puo capire il termine della questione: si è stabilito un meccanismo di riproduzione continuo di nuove costruzioni, dove i capitali per permettere queste costruzioni sono il reivestimento dei redditi prodotti dall’agricolura e le rimesse inviate dagli emigranti.
Si è anche stabilito una forma di investimento ; è la costruzione stessa della città che produce i capitali per il suo stesso sviluppo.
Nel censimento del 1951 le case erano 6280 di cui 5715 stabilmente occupate e 565 non occupate.Nel 1961 il numero delle abitazioni è di 6742, di cui: 6293 occupate e 449 non ocupate. Nel 1971 le abitazioni sono 7757 con 6683 occupate e 1074 non occupate.
La crescita è continua, anche se il numero di case occupate cresce di poco; l’espansione tende a svuotare il centro della città; infatti l’alto numero di case non occupate interessa sopratutto i fenomeni di terziarizzazione a cui tende complessivamente tutto il patrimonio immobiliare che è posto nei pressi della piazza.
Tale fenomeno tende a radicalizzarsi, in quanto anche se non abbiamo a disposizione i dati dell’ultimo censimento , si puo’ senz’altro prevedere che tali fenomeni assumeranno enorme proporzioni in tutto il centro storico di Pachino nei prossimi anni.
Considerando anche le case costruite al di fuori del perimetro urbano, che vengono occupate solo nel periodo stivo, ci si puo rendere conto dell’enorme patrimonio edilizio sottoccupato ed inutilizzato. Se si considera che nelle are del centro Nord è praticamente impossibile trovare una casa, allora i termini della contraddizione in atto si amplificano mettendo cosi in luce le distorsioni strutturali del sistema economico nazionale.
1) Tipologia urbana
Lo schema urbanistico di Pachino, di tradizione tardo-barocca, ha seguito la sua impostazione formale fino agli anni “70; lo sviluppo in tutte le direzioni era il presupposto fondamentale di espansione dell’impianto urbano.
La piazza, l’elemento fondamentale dello sviluppo della città; il vuoto, unico in mezzo a file di quartieri, rigidamente composti nella schacchiera.
Lo schema formale di quartieri con la corte interna: in alcuni punti non si forma perche particolari condizioni orografiche e morfologiche non permettono la sua costruzione fisica della corte..
Tali punti sono stati individuati , nel tessuto urbanistico della città) e per ciascuno, sono state studiate le motivazioni formali e funzionali della loro formazione strutturale.
Queste analisi hanno avuto l’importanza di chiarire le peculiarità metodologiche della composizione dei quartieri che sono gli elementi principali della forma della città.
Come esempio è stata presa la zona “ Basalata”: in essa le cause che hanno determinato la variazione e rottura dello schema sono di natura orografica, in quanto l’area è posta in zona di compluvio. La rottura ha permesso la formazione di tipologie edilizie diverse da quelle contenuti nelle corti.
L’espansione della città si è sovrapposta rigidamente, ma il compluvio natuarale e deteminante nella costituzione formale del quartiere.
Sotto la strada è stato costruito un tunnel in cui sono incanalate le acque:, ma quando piove con una certa forza il tunnel non è in grado di contenere tutte le acque che confluiscono nell’asse.
La strada della Balata allora diventa il canale di passaggio verso il fognone esterno verso Sud.
Il quartiere risulta posto in un modo disagevole; tale condizione è stata fondamentale per l’insediamento nella zona delle famiglie piu’ povere.
La tipologia degli elementi si diversifica; alle casa a schiera, si alternano case monolocali a fronte modulare binario, che sono degli spazi minimi dove vivevano 9-10 persone. La condizione abitativa è fattore fondamentale di equilibrio dlla situazione sociale. La Basalata è stata una zona socialmente diversa rispetto ad altre aree urbane; un quartiere che ha sempre rappresentato le classi sociali piu’ deboli, le meno garantite rispetto a tutta l’articolazione sociale della città
Il processo di specializzazione delle aree urbane dipende da fattori di localizzazione rispetto al centro e rispetto al sito dove sono posti. La posizione rispetto alla piazza, luogo centrale della città, rappresenta un parametro che influisce nella qualificazione monetaria delle aree urbane.
Non a caso le case costruite nella piazza: sono solo palazzi edificati dalle famiglie piu’ ricche. Il sito e la sua posizione urbana configura un senso di appartenenza sociale..
Nell’espansione recente della città; la differenzazione delle aree avviene quando si devono stabilire le zone da assegnare all’Edilizia Economica e Popolare; queste aree vengono sempre posizionate nelle zone piu’ disagiate.
La nuova espansione urbana rappresenta il modo nuovo di concepire la città ; le aree residenziali della “Zona Tre Colli” contengono caratteri tipologici e morfologici completamente diversi dalla città esistente. L’evoluzione delle forme produttive ha determinato la rottura dei rapporti sociali consolidati, tale condizione si ripercuote nella struttura dei quartieri nuovi.
2) La tipologia edilizia
I tipi edilizi piu’ diffusi a Pachino sono tre: la casa padronale su due piani ; la casa a schiera contadina e la casa monolocale bracciantile.
La casa padronale non è molto diffusa; infatti il tipo è presente solo nei palazzi che cingono la piazza e in qualche altro sito nel tessuto urbano.
La casa a schiera contadina è il tipo piu’ diffuso, il fronte che da’ sulla strada ,di solito contiene due locali; l’entrata e la camera da letto; esso puo’ anche essere un unico locale . L’aggregazione del tipo elementare a schiera forma il quartiere con la corte interna.
La corte diventa lo spazio interno dove si affaccia la parte posteriore della casa che è formata solitamente di un unico ampio locale, dove è posta la carratteria con l’animale(Mulo o Cavallo o Asino) ospitato direttamente all’interno dell’ambiente.
Il tipo edilizio risulta fortemente caratterizzato dalle attività che l’uomo esplica. Lo spazio della corte permette la relazione sociale, tra gi abitanti; inizialmente la corte era considerata uno spazio non pubblico, dove chi entrava ed era estraneo veniva guardato con sospetto.
Era uno spazio per gli abitanti del quartiere: dove essi svolgevano tutte le attività collegate con le faccende domestiche ma anche dell’agricoltura,uno spazio di comunità interna separata dal resto della città.
Vi si svolgevano riti significanti: come quello che avveniva per la festa di San Giuseppe; in ogni cortile al centro, si raccoglievano delle frasche e si ammucchiavano; quando la sera tutti erano tornati dai campi e dopo aver cenato, ci si raccoglieva tutti intorno alla catasta, poi si bruciava e quando tutto era ridotto in carboni ardenti ogni famiglia ne prendeva un poco e si riscaldava per il resto della sera.
Questi fatti simbolici stanno a significare l’unità organica tra lo spazio della corte e le forme e le funzioni antropiche dei suoi abitanti.
I tipo a schiera,dunque, trova naturale il suo inserimento in una corte, ma lo stesso tipo è anche usato per definire dei quartieri che hanno perso queste caratteristiche: l’affaccio anteriore e posteriore del tipo è sui due fronti: sulla strada.
La gerarchia è stabilita dal fronte principale che è rivolto verso la strada principale e la parte posteriore nella “vanella”.
Il tipo di casa monolocale bracciantile è diffusa sopratutto nelle aree urbane interessate da fenomeni di rottura della maglia urbana e dalla scomparsa, in quei punti, della corte.
Il tipo bracciantile è esattamente la metà della casa a schiera,che misura circa 42 metri, mentre una casa è composta da 84 mq. L’unità di misura edificativa si chiama “luogo” che misura, appunto, mq 42.
L’evoluzione della tecnica e della produzione industrializzata ha permesso il cambiamento delle tipologie edilizie: la casa in linea è il tipo di abitazione piu’ diffusa nella moderna espansione della città.
Sono presenti tipologie a villa. Ma l’orientamento generale è verso l’edificazione in linea con la possibilità di realizzare appartamenti simili su piu’ piani e prevalentemente destinati al mercato immobiliare.
3) La morfologia urbana
Lo schema urbano non ha subito molte variazioni e ristrutturazioni nel suo tessuto urbanistico: in quanto l’adozione dello schema a schacchiera non permetteva soluzioni che potessero variare l’ impianto generale
Le variazioni morfologiche piu’ importanti sono dovute al cambiamento della tipologia edilizia, che si è naturalmente sviluppata in altezza. Demolizione e ricostrzione.
Le variazioni sono tante:Pachino oggi ha un aspetto completamente rinnovato rispetto agli anni 50: le sostituzioni tipologiche interessano almeno il 70% dell’intero centro rubano.
Volendo fare un confronto fra le case esistenti al 1971 e le case che sono state costruite e quelle dove sono stati triplicati i volumi (ristrutturazioni) si puo’ senz’altro dire che il volume del 1971 è stato almeno triplicato.
Il tipo tradizionale di casa a schiera è stato sostituito dal tipo in linea su due piani prima e su tre oggi.
Il tessuto subisce delle variazioni morfologiche , cambiano i rapporti tra uomo e architettura,cambiano le relazioni sociali tra gli abitanti e le nuove tipologie degradano lo spazio sociale della corte.
Le nnuove tipologie integrano in sè funzioni che prima erano della corte: il piano abitato stabilmente nelle ore del giorno (cucina soggiorno) non è direttamente a contatto con il suolo, il che interrompe il senso dicontinuità tra interno ed esterno che era presente nelle vecchie tipologie.
Oggi i cortili sono diventati luoghi di parcheggio e lo sono tanto piu’ ci si avvicina alla piazza: nelle zone intermedie invece esistono ancora dei cortili dove si esplicitano relazioni sociali tra gli abitanti. Nelle aree periferiche i cortili non esistono piu’ e tutto è relegato alle dimensioni della strada. La struttura si adegua facilmente a questa soluzzione: la strada diventa mezzo di comunicazione e di relazione.
L’assunto teorico-pratico che dice che piu’ la espansione è grande e piu’ il suo centro è forte a Pachino si verifica in modo palese.
La piazza forma delle con le strade una rotatoria da dove si dipartono le princpali vie di comunicazione con l’esterno.
Tutte le attività principali, a livello sociale e politico si svolgono in essa: è il luogo di incontro e di scontro delle classi sociali.
La piazza è rigidamente suddivisa in settori: all’interno di essa ogni componente sociale e politica trova una sua collocazione storica.
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ANALISI DEI PIANI
1)P.d.F.. (stralcio)
Il primo piano regolatore adottato dal Comune di Pachino è datato 7.11.1959; fu approvato dalla C.P.C nella seduta del 23.03.1960 n. 2914; il Progettista del Piano era L’Ing. Concetto Russo ed il Piano fu’ reso al Comune IL 17.06.1961.
A onore del vero le planimetrie del progetto di Piano non sono state da me viste per cui è impossibile sapere quali erano le principali previsioni del Piano.
Nella seduta del Consiglio Comunale del 19.12.1965, la Giunta reputava di dovere elaborare un Piano Nuovo e che nelle previsioni generali doveva essere inquadrato in un piu’ vasto piano di Programmazione economica, piu’ funzionale allo sviluppo industiale e turistico dell’intera Provincia.
La redazione del Piano venne affidata all’Arch. Prof, Leonardo Ricci dell’Universita di Firenze; nella deliberazione di incarico viene stabilito quali caratteristiche deve avere il nuovo Piano.
Intanto il Comune incarica lo stesso progettista ad elaborare il Piano di Fabbricazione con annesso programma edilizio. L’approvazione del Regolamento Edilizio con il Piano di Fabbricazione avvenne nella seduta Consiliare del 27.07.1968 ,con delibera n.16.
Dopo l’approvazione della C.P.C. . Il programma fu inviato a Palermo.
L’assessorato Regionale allo sviluppo economico, con la nota n. 11551 del 22.12.1969 esprimeva parere negativo sul Piano; nella nota sono contenuti i principali suggerimenti da seguire affinchè il Piano sia approvato: essi sono:
1) - ridurre l’espansione del centri di Pachino, Marzamemi e Portopalo;
2) -eliminare la previsione di espansione dell’abitato a macchia d’olio;
3)- evitare la pericolosa possibilità di insediamento resisdenziale, a valle della strada panoramica Marzamemi Portopalo:
49 -che sia integrata la tipologia edilizia con i dati necessari di altezza max. di distanza dai confini, di superficie coperta, di dimensione dei lotti, in conformità al D.M. 2.04.1968;
5)- che alcune previsioni quali le azioni vincolative e inesediamenti già previsto nel programma redatto dai progettisti e non mantenuti dal Consiglio Comunale, siano tenuti presenti nel Piano Regolatore generale.
Il Piano fu’ rielaborato dalla’Arch Ricci e la sua equipe, econdo le indicazioni regionali; ma il Consiglio Comunale non adempi’ in tempo ai termini stabiliti per la definitiva approvazione; allora intervenne un Commissario “ad acta” che nela sduta del 17.08.1971 adotto’ il Piano.
L’atto di approvazione del Piano determino’ la revoca del Regolameto edilizio deliberato dal Podesta con atto n.. 153 DEL 3.08.1932.
2) Principali contenuti del Piano
(Zona B)
L a zona B è costituita dal centro urbano di Pachino e delle frazioni e comprende le sottozone b) di Saturazione e b1) di completamento: il completamento avrà luogo in base, ed in relazone, agli isolati esistenti; la saturazione puo’ avvenire mediante Piani di Lottizzazione di iniziativa privata; quando si tratta di zone saturabili abbastanza ampie: l’indice di fabbricabilità è di mc.8/mq se l’altezza max. supera i ml. 11.00: 5 mc/mq se l’altezza max supera i ml. 11.00.
L’indice di fabbricazione in occasione di demolizione e ricostruzione nel centro abitato di Pachino e delle frazioni saraà uguale al 70% di quello medio esistente nel lotto su cui l’edificio si deve demolire e ricostruire. Nel centro di Pachino e delle frazioni è da eliminare la ristrutturazione.
Zona A
Per Marzamemi, l’unica zona A) si avrà il vincolo conservativo, con restauro urbanistico, in conformità agli atti allegati al Piano
Nella zona sono permessi piani particolareggiati di iniziativa comunale, previo nulla osta della competente Soprintendenza ai Monumenti di Siracusa.
Sono vincolati nella stessa maniera: il castello Tafuri,la tonnara adiacente, la torre spagnola nell’isola grande, ed un edificio di interesse ambientale in contrada Maucini.
Per quanto riguarda vincoli specifici posti dalla soprintendenza ai monumenti si rimanda in ordine sia alla legge del 1.06.1939, n. 1089, sia alla legge del 29.06.19399 n. 1497.
Zone C2 (zone residenziali)
Semintensiva zona di espansione dell’abitato di Pachino, completata con una zona di verde attrezzato: l’indice di fabbricabilità fondiario mc.2.5/mq.; lotto minimo mq. 600; distanza dai confini ml.ml 4.00; altezza max. ml 14.00 ; indice di copertura 1/4.
L distanza dagli edifici dell’asse e dai bordi sono stabilite per quanto concerne i minimi, in conformità alle disposizioni della legge 6.08.1967 n. 765.
Lo sviluppo della zona avverrà mediante Piani di Lottizzazione privata, nel rispetto delle norme contenute nella legge 765, gia citata ed in particolare all’articolo 8(vedi urbanizzazione primaria e secondaria).
L’adozione e l’approvazione del Piano determinano lo sblocco edilizio, in cui il paese era incorso non ottemperando alle direttive regionali. Le case che furono costruite a Pachino dopo lo sblocco superarono per numero di costruzioni anche la citta’ di Siracusa. In quel ‘anno.Dai dati ricavati da una pubblicazione della Camera di Commercio di Siracusa si rileva che a Pachino le costruzione nell’anno furono ben 297.
Il Piano di fabbricazione si pone come strumento da interpretare e da seguire per organizzare lo sviluppo ma le aree B vengono ben presto saturate, ed intanto incomincia a svilupparsi il fenomeno delle sostituzioni tipologiche che apporterà a Pachino le maggiori variazioni morfologiche all’interno del suo tessuto urbano.
Nel territorio exstraurbano e sopratutto lungo le coste, incomincia a svilupparsi il preoccupante fenomeno dell’abusivismo edilizio.
Da queste condizioni oggettive parte la variante di Piano di Fabbricazione adottata dal Comune di Pachino nella seduta del 22.03.1973 n. 40 e 41: Le varianti riguardano l’ampliamento della zona B, nella parte Nord-Est dell’abitato; tale azione si pone e rappresenta l’opposizione del Comune all’espansione unidirezionale, già prevista nelle indicazioni regionali a favore dello sviluppo della città a macchia d’olio. Le forze della speculazione presenti all’interno del Comune proposero tale variante per sapendo che la zona di ampliamento dichiarabile zona B doveva contenere almeno il 12.5% delle are già costruite. La variante della zona Artigianale, area posta ad ovest del’abitato, lungo la strada per Ispica.
L’ultima variante riguarda una zona paludosa chiamata Pantano Longarini, che viene stralciata come zona C3 con la possibilità di potere costruire nella zona delle residenze turistiche ad altre attrezzature alberghiere.
Le varianti furono inviate a Palermo e la Commissione Tecnica Regionale cosi si esprimeva nei confronti delle varanti richieste:
Zona B ( ampliamento del centro)
La classificazione di zona B , puo’ essere consentita solo per le zone Cimitero Vecchio e Guastella in quanto in essa l’entità dele edificazioni esistenti risulta convenuta nei limiti di cui al D.M. 2.04.1968, con giusta attestazione del Sindaco n. 9242 del 12.06.1973.
Le rimanenti zone che non presentano i requisiti richiesti del citato decreto, devono essere classificate come zone C2 con la normativa prevista dallo strumento approvato con d.a n. 262 del 20.12.1971.
La normativa delal zona B di completamento è quello indicata nel citato D.a. (densita fondiaria 5 mc/mq altezza max. 11 ml.)
Restano le disposizioni contenute nell’articolo 28 della legge regionale del 26.05.1973 n. 21
L’attuazione delle zone di completamento e di espansione (B e C2) dovrà avvenire a mezzo di lottizzazione convenzionate nell’ambito delle quali dovranno essere reperite le attrezzature pubbliche in msura non inferiore a quelle prescritte dal d.m. 2.04.1968 n. 1444.
La Zona Artigianale
La zona Artiginale è limitatamente ammessa nella parte sud della strada intercomunale per Ispica.
Dovrà essere attivata previa approvazione dei Piani di Lottizzazione e nell’osservanza dei seguenti parametri: Indice Fondiario 2.00 mc/mq ; Altezza MAX. 7.50; Indice di Copertura 1/3 della superficie del Lotto.
La cui ampiezza sarà definita in sede di Lottizzazione; Distacco dai ConfiniL 10.00: nell’ambito della Lottizzazione dovranno essere reperite aree per attrezzature pari al 10% dell’intera superficie.La residenza non dovrà superare il 30% del volume ammissibile.
In seguito le varianti vengono esaminate dagli esponenti della minoranza che scoprono che le zone proposte per l’ampliamento urbano non hanno i requisiti stabiliti dal D.M. 2.04.1968 N. 1444 . Il Sindaco viene, denunciato per avere dichiarato il falso in atti di interesse pubblico; le varianti che riguardano l’ampliamento del centro urbano vengono rese inoperanti; rimangono la zona artigianale e la zona C3 del Pantano Longarini.
Il Piano di Fabbricazione, con le varianti adottate è lo strumento con cui si continua a costruire; le previsioni generali sono statae disattese; l’espansione a macchia d’olio rimane la forma prevalente di pianificazione.
Lo sviluppo unidirezionale previsto nel Piano non lega con gli interessi dei tanti piccoli proprietari che hanno un lembo di terreno nel margini del centro abitato.
Il Piano di Fabbricazione riesce malamente a contenere l’espansione ; tutti guardano al Piano Regolatore Generale come strumento che possa nelel sue previsioni stabilire le principali caratteristiche dello sviluppo territoriale.
Il Piano Regolatore Generale (stralcio)
Dopo L’approvazione del P.D.F , il Comune di Pachino mette completamente da parte il P.R.G. consegnato dall’Architetto Ricci. Nel 1977 , l’entrata al Comune delle forze di Sinistra rimette in discussione il P.R.G come unico strumento atto a garrantire lo sviluppo armonico del territorioo.
Il PRG viene adottato dal Comune nella seduta Consiliare del 29.07.1977 con mofifiche proposte dalla Giunta.
Le modifiche esposte da un esponente della Maggioranza, vengono qui di seguito riportate: Tutte le tavole che sono state approntate dall’Arch. Ezio Bienaimè sono conformi alla volontà del Consiglio Comunale ad eccezzione di quelle riguardanti il centro urbano di Pachino e di Marzamemi per cui si propone di modificare e di approntare come segue: il centro urbano di Pachino resta tutto Zona B di saturazione e completamento, con il perimetro approvato dal S.A. del 20.12.1971 (p.d.f vigente) e senza ulteriore assoggetamento al P.P.
Per quanto riguarda il centro urbano di Marzamemi si propone l’approvazione nel senso di considerare zona A , tutta la parte situata a Sud percorrendo la Via di Marzamemi fino al congiungimento con la via Letizia ed oltre.
Si precisa anzi che tale zona è quella compresa fra Via Balata, Via Marzamemi, Via Letizia e Piazza Regina Margherita con tutte le case che fronteggiano la piazza.
Tutta la restante parte della frazione resterà zona B: e non sarà soggetta a P:P:
Come zona B resterà anche l’attuale Via Del Porto (ZOna Lido) GIà COMPROMESSA NEL P.D.F. .Per quanto rigarda la zona C2 di espansione rrbana di Pachino, posta lungo la Provinciale Pachino- BNarzamemi si propone: La zona tre colli a sinistra viene ampliata seguendo le curve di livello nella parte Nord(Nord-Est A forma di di ali di rondine.
La zona a destra, lungo la predetta Provinciale, con direzione verso Marzamemi, a partire dalle teestata costituita dall’edificio del Commissariato di P.S. e fino al costruendo Istituto porfessionale di Agricoltura,rimanne invariata,, la zona verrà pianificata in base a P.P. a cura del Comune.
All’interno di tale zona e al confine con la Provinciale vi sarà una fascia di salvaguardia da destinare a verde attrezzato. I principali indici sono: espansione di Pachino C2 soggettta a P.P.,Lotto minimo mq 1.000; distanza dai confini ml. 6.00; altezza max. 14 ml.; superficie coperta su superficie lotto 1/4; indice di fabbricabilità 1,8; piani abitabili 4; utilizzazione fondiaria al 50%.
Il Piano viene inviato a Siracusa alla C.P.C che diede parere negativo alla adozione delle medesime in quanto esso doveva acquisire il parere obbligatorio dell’apposita Commissione Urbanistica Consiliare ,prevista dall’art. 7 della legge regionale del 21.06.1976 n.1
Il Piano venne rinviato a Pachino per essere esaminato dalla Commisione Consiliare, ma questo è stato un pretesto per mettere in discussione il Piano poichè la localizzazione delle aree proposte non soddisfaceva le parti politiche piu’ legate alla speculazione edilizia.
Il Piano fu’ rielaborato e punti qualificanti come P.P di iniziativa pubblica furono equiparati ai Piani di Lottizzazione Privata., per la definizione dello sviluppo dell’espansione urbana.
La rielaborazione del Piano durò quasi sei mesi; nella seduta del 3.03.1978 ,fu’ adottato il Piano e qui di seguito riportiamo i principali contenuti per quanto riguarda le zone urbane:
Zona A )Marzamemi: si propone l’approvazione nel senso di considerare zona A tutta la parte situata a Sud percorrendo la Via Di Marzamemi fino al congiungimento con la via Letizia e fino a Piazza Rgina Margherita;
Zona B)Marzamemi: La strada per il porto è tutta zona B (Viale Lido)
ne viene affiancato un altro dalla parte Ovest,parallelo.
Zona B Pachino : Il centro urbano di Pachino è tutta Zona B
Zona C3 di espansione: la zona rimane invariara rispetto al precedente Piano. In essa si individuano le aree da attribuire ad edilizia economica e popolare che vengono cosi suddivise: si decide dopo aver stabilito le zone interessate che circa quindici ettari della contrada Tre Colli e circa dieci ettari lungo la Provinciale Pachino-Marzamemi con direzione verso Marzamemi siano assegnati all’Edilizia Economica e Popolare.
Gli indici generali dell’area di espansione rimangono invariati. Il Piano fu’ inviato a Siracusa e approvato dalla C.P.C.
Successivamente il Piano fu’ inviato a Palermo per essere definitivamente approvato. Ma la Commissione Tecnica Regionale dopo avere esaminato il piano in teue le sue parti lo rimandava a Pachino per essere riesaminato..
Il Piano era fortemente sopradimensionato per quanto riguarda le aree ezstraurbane da includere in zone da edificare. Il Piano è stato volutamente falsato nelle sue previsioni. L’approvazione di uno strumento definitivo per la pianificazione delle aree comunali avrebbe significato il blocco delle attività di costrzione in modo indiscriminato. (a macchia d’olio)
La staticità del Piano si contrappone alla dinamicità dello sviluppo abusivo che ha compromesso parti importanti urbane ed exstraurbane del territorio comunale. Il Piano viene volutamente accantonato dalla Giunta pur sapendo di incorrere in un atto che se non adempiuto verrà reso operante da parte i un Commissario Ad Acta nominato dall’ Assessorato per Il Territorio e L’Ambiente che adotta non il Piano elaborato nel 1878 e che era stato rinviato a Pachino per essere riesaminato, ma quello del 1977 dell’Architeto Bienaime’. Fu Una grande vittoria.
Le forze politico-sociali, quando ci sono importanti questioni urbanistiche, lasciano che sia l’organismo regionale ad assumersi la responasbilità delle scelte urbanistiche.
Risulta evidente che le forze politiche non si possono schierare contro le tendenze in atto ma anzi le assecondano nel proprio sviluppo.
Oggi a Pachino Tutte le attività edilizie sono ferme. Il Comune non ha adempiuto alla formazione dei programmi pluriennali di attuazione previsti dall’art. 13 della legge Urbanistica del 1977 n. 10 e dalla legge Urbanistica Regionale n.. 71 DEL 27.12.1978.
Il programa pluriennale di attuazione non puo’ superare un tempo minimo di tre anni ed un massimo di cinque, inoltre esso deve indicare:
a) Il perimetro dei suoli sui quali, nel rispetto delel prescrizioni dello strumento urbanistico, si intende intervenire;
b) il perimetro e le designazioni delle aree per le opere di urbanizzazione primaria e secondaria di pertinenza dei vari insediamenti, nonchè delle infrastrutture dei servizi di interesse comunale o intercomunale; il preventivo di spesa per la realizzazione delle opere di urbanizzazione e per l’espropriazione delle aree.
La mancata approvazione dei programmi pluriennali di attuazione da parte del Comune rappresenta la volontà di quanti vogliono instaurare un sistema di espansione totale, queste forze esistono e si esprimono concretamente nel fare quotidiano, Il Piano per loro è un vincolo che va apposto al territorio il piu’ tardi possibile. Oggi ala situazione generale della città è catastrofica, il già citato blocco edilizio si ripercuote su tutte la struttura sociale che compone Pachino, qualsiasi attività che si è sviluppata negli ultimi anni è sempre legata in qualche modo al settore edilizio.
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