PACHINO - Fase di stallo in merito alla lotta alle antenne all'interno del centro abitato. Il comitato contro le antenne di telefonia mobile ha richiesto di visionare gli atti che sono stati presentati dall'operatore telefonico titolare del nuovo impianto di via Genova all'interno del complesso edilizio “Pachino due”. Secondo gli esponenti del comitato e dato che il ripetitore, di fatto a seguito del meccanismo del silenzio assenso, ha ricevuto tutte le autorizzazioni necessarie ed è stato materialmente installato, l'unico che ad oggi potrebbe bloccarne l'entrata in funzione allo scadere dei 60 giorni di sospensione prevista dall'ordinanza del dirigente dell'ufficio urbanistica, è il primo cittadino. Utilizzando i suoi poteri relativi alla tutela della salute, per il principio di precauzione, essendo ubicate nelle immediate vicinanze dell'impianto ben tre scuole, potrebbe ordinare la rimozione dell'antenna, revocando l'autorizzazione. La casa municipale però vuole anche scongiurare possibili contenziosi amministrativi che costituirebbero un ulteriore aggravio per le casse municipali, ed un'ordinanza di rimozione del ripetitore dopo che le autorizzazioni sono state concesse ed i lavori eseguiti, certamente porterebbe ad un contenzioso peraltro dagli esiti incerti.
Gli abitanti della zona attendono con ansia gli sviluppi della situazione, e si aspetta anche un ulteriore responso da parte dell'Arpa, l'agenzia che tutela il territorio. Secondo La Corte la risposta che è già pervenuta e che è stata allegata alla documentazione relativa all'installazione della nuova antenna, non è né soddisfacente né convincente, e lo stesso La Corte la ha definita ambigua. L'Arpa infatti afferma che sul posto fino al mese di gennaio non si registrava nessuna emissione di onde elettromagnetiche, cosa piuttosto verosimile visto che alla data della relazione, il ripetitore non era stato ancora installato. Segnalata nella relazione però anche l'esigenza di impedire la possibilità di avvicinarsi troppo alla fonte di onde elettromagnetiche riconoscendo implicitamente così un potenziale effetto dannoso. L'assessore all'urbanistica e lavori pubblici Michelangelo Blandizzi comunque ha chiarito che è stato richiesto un secondo intervento dell'Arpa.
Sa.Mar.
Fonte:
LaSicilia.it il 22-03-2007 - Categoria:
Cronaca