NOTO - "Salvalarte Tonnare", l'iniziativa promossa da Legambiente Sicilia termina il suo giro il giorno della Madonna del Carmelo. E non è un caso che Legambiente abbia scelto proprio il sedici luglio. In questa data gesti, racconti e tradizioni si fondono. Diventano storia, cultura, identità di un popolo. E nella tonnara di Vendicari, fino agli anni cinquanta, nel mese di luglio, si celebrava uno dei riti più significativi. Il principe di Villadorata offriva il suo tonno più grande, più pesante, alla festa della Madonna del Carmine di Noto. Lo faceva recapitare al suo rais qualche giorno prima dei festeggiamenti in segno di ringraziamento per il pescato raccolto e di buon auspicio per la stagione futura. Si è chiusa con questo aneddoto la prima parte della manifestazione. Un'iniziativa densa di storia siciliana quella di Legambiente. Sull'opuscolo, infatti, si legge: "da Favignana a Marzamemi dai Florio ai Nicolaci". Lungo la strada che corre tra queste tonnare, attraverso le generazioni di queste famiglie si legge la storia di una Sicilia scomparsa. La storia di un isola ricca, di un luogo in cui si produceva, si esportava e si disegnavano nuove architetture. E quella di ieri era l'ultima tappa del giro delle tonnare, quella dedicata ai Nicolaci, la famiglia di Noto che per un certo periodo ha controllato tutte le tonnare di questa zona: da "Terrauzza" poco sotto Siracusa, fino a Capo Passero. Per conto dell'amministrazione di Noto c'era il vicesindaco Roberto Rametta.
Vincenzo Belfiore, responsabile beni culturali di Legambiente, insieme a Nuccio Tiberio ci spiega così l'iniziativa: "vogliamo lanciare due messaggi. Il primo è un messaggio culturale, storico. Vogliamo collegare la storia, l'economia, le architetture dei Nicolaci a quelle dei Florio. Ricucire due secoli di storia: il settecento dei Nicolaci al novecento dei Florio. Il secondo è un messaggio locale. Noto, Palazzo Nicolaci, Vendicari, Marzamemi, rappresentano un itinerario di luoghi, storia, economia. L'auspicio è quello di realizzare una fruizione dei luoghi che sia finalmente consapevole, coerente con la nostra identità, tradizione, storia". La giornata era iniziata intorno alle dieci con le relazioni dell'architetto Gaetano Malandrino e di Lorenzo Guzzardi direttore della sezione archelogica della Soprintendenza ai beni culturali di Siracusa. Due relazioni tenute in calzoncini corti, sotto il sole, tra un bagno e l'altro. Eppure questi due studiosi sono riusciti a tenere sulla riva, all'asciutto, i ragazzi e le ragazze accorsi da tutta la Sicilia. Tutti ad ascoltare i riti della pesca del tonno. Tutti ad inseguire con lo sguardo i luoghi, gli edifici, le pietre della tonnara raccontati e descritti da Malandrino. Dopo è toccato al direttore Guzzardi. Dalla tonnara ci si è spostati sugli scogli. È qui che il direttore ha raccontato la storia di queste rocce. Una storia che parte dai greci, passa per i romani fino ad arrivare ai nostri giorni. Indica delle buche e cattura l'attenzione. Racconta che i greci ci mettevano a macerare i pesci per farne "Garum" una salsa pregiata, una prelibatezza di quei tempi da spalmare sugli alimenti. Dopo, tutti a mollo. La manifestazione è continuata nel pomeriggio con una visita agli antichi magazzini della tonnara dei Nicolaci di Villadorata e si è conclusa nella piazzetta di Marzamemi, altro luogo legato ai Nicolaci, con la proiezione del documentario "L'ultima tonnara".
Giuseppe Fianchino
Fonte:
LaSicilia.it il 17-07-2006 - Categoria:
Cronaca