QUESTA INIZIATIVA VUOLE RILANCIARE, LE ATTIVITA' CULTURALI, VISTE DA UN SEMPLICE CITTADINO CHE VUOLE VALORIZZARE I BENI DELLA PROPRIA TERRA - E DARE ANCORA SPERANZA AI GIOVANI CHE POSSONO FARE TANTISSIMO - BASTA TANTISSIMA VOLONTA'
“Il libro è scritto con un linguaggio comune, semplice, capace di raggiungere tutti coloro che parlano la stessa lingua “la solidarietà”
PERCHE’ QUESTA PUBBLICAZIONE?
Perché abbiamo sentito il bisogno di far conoscere il territorio di Pachino, Marzamemi e Portopalo, che anche se ritenuto la perla del Mediterraneo, non ha mai avuto il meritato riconoscimento.
Luoghi incantevoli, spiagge pulite e mare limpido, ecco come è conosciuto il territorio del “Triangolo delle Meraviglie”.
Ma è solo questo ciò che offre la terra sicula più a Sud d’Italia?
I molteplici rinvenimenti, ottenuti negli anni passati, non sono mai stati valutati per quello che rappresentano, il loro valore è stato sempre trascurato o utilizzato da altre città, che hanno raccolto, catalogato e conservato, in Musei (vedi Museo Paolo Orsi di Siracusa). Perché abbiamo voluto accostare il lavoro dei volontari pachinesi al riconoscimento e alla valorizzazione del territorio pachinese?
Proprio perché ci siamo accorti, che fino ad oggi il cittadino di Pachino, ignora tutto ciò che la natura e il passato gli hanno donato. Quando non si è coscienti di ciò che si possiede, non si potrà apprezzare la fortuna di vivere su di una terra veramente fantastica.
L’incessante lavoro dei volontari, per sensibilizzare i cittadini a riconoscere i beni culturali ed ambientali, a valorizzarli e rispettarli, non viene quasi mai preso in considerazione per l’importanza che rappresenta, e tante volte viene sottovalutato. Tutto ciò non fa demordere i volontari che continuano e continueranno sempre nella loro missione, per il bene della comunità. Tante opere d’arte, beni culturali, paesaggistici e ambientali presenti sul territorio di Pachino, non vengono considerati per la loro importanza, vengono trascurati, presi alla leggera e tante volte irrimediabilmente rovinati.
Il cittadino è distratto dalla vita quotidiana, dagli interessi per il lavoro, la famiglia e non ha il tempo per dedicarsi al territorio e alla cultura. Quindi. Ecco che succedono queste cose: il Feudo Maucini, è stato destinato a un rifugio pastorizio, le costruzioni di “Vita Novella” sono ormai meta di rifugio per extracomunitari senza fissa dimora, la Torre Xibini è diventata una distesa di erbacce e un ritrovo per individui di dubbia attività (drogati, prostitute etc.). l’ex aeroporto di Pachino è diventata una pattumiera, di residui di qualsiasi genere, prodotti agricoli marci, rifiuti etc.
Ecco qual è il compito che si sono imposto i volontari dell’ANOPAS di Pachino, valorizzare i beni culturali ed ambientali della nostra terra, perché possano essere oggetto di rivalutazione del territorio, di crescita del turismo di benessere per tutti i cittadini.Un primo passo è stato fatto, il corso di formazione che hanno seguito i volontari dell’Associazione A.N.O.P.A.S. di Pachino, considerando la loro preparazione acquisita tutto ciò servirà a dar loro la forza e la possibilità di valorizzare e fare apprezzare e i beni culturali, facendo crescere nei cittadini quei sentimenti dell’amore e del rispetto per le proprie origini.
Per avere una copia del libro: Sabato 07 e Domenica 08 Giugno Durante il 3° Meeting del Volontariato, presso lo stand dell’ANOPAS Pachino.
Capre e asini nei siti archeologici
E' la trovata, figlia della disperazione, della soprintendente per ripulire dalle erbacce in assenza di contributi
Capre e asini per brucare le erbacce che deturpano i siti archeologici. L'idea è della soprintendente ai Beni culturali, Mariella Muti, per arginare l'emergenza degrado dei luoghi d'interesse turistico della provincia. Da molti mesi ormai, infatti, l'ente che gestisce le aree archeologiche e artistiche del territorio non ha i fondi necessari alla loro manutenzione. Accade così che tutti i monumenti storici, da Siracusa a Lentini, e ancora fino a Noto, passando per la zona montana, versano in condizione di totale abbandono. Lo denunciano le continue segnalazioni di turisti e residenti, ma anche le richieste di intervento da parte della stessa soprintendenza.
«Non abbiamo i soldi - afferma Mariella Muti - e, semmai la Regione dovesse stanziarli adesso, non ne entreremmo in possesso prima di settembre a causa del lungo iter burocratico che occorre avviare per utilizzarli. Dunque la situazione è davvero d'emergenza. E sono la prima a lanciare un appello alla nuova amministrazione regionale affinché si possa sbloccare, ma in maniera definitiva».
Ciò significa, a detta della soprintendente, una soluzione attraverso la stipula di appalti biennali o triennale, che consentano la disponibilità dei fondi in maniera più agevole. Nel frattempo, però, occorre pensare al presente. L'esistenza di erbacce e sterpaglie nei siti turistici rappresenta infatti anche un problema in termini di sicurezza, legato alla possibilità di incendi.
«Abbiamo preso parte a un incontro in prefettura – prosegue la Muti - poiché occorre redigere un piano di interventi. Nonostante, infatti, il Comune avesse assicurato il suo impegno a pulire alcuni siti considerati prioritari, ancora oggi nulla è stato fatto. E anche la proposta della fondazione Inda di utilizzare il canone che l'Istituto del dramma antico paga, tradizionalmente, alla Regione come affitto del Teatro greco per liberare il monumento dalle erbacce, non è stata accolta».
Da qui l'idea «singolare» della soprintendente: avviare un rapporto di collaborazione con l'Esa (Ente sviluppo agricolo) per trovare una soluzione opportuna al problema.
«Si potrebbero concedere alcuni terreni limitrofi alla aree archeologiche - dice Mariella Muti - dove si trovano alberi da frutto, per esempio, ad agricoltori che potrebbero pulire la zona tenendo in cambio per sé i prodotti. Oppure, far pascolare nelle zone archeologie, prive di reperti, capre o asini che possano brucare l'erba, e dunque liberarne i siti senza danneggiarli e con un risparmio economico. Una proposta che è supportata da uno studio da parte dell'università di Catania. Insomma, le stiamo pensando tutte per risolvere questa situazione che, senza soldi, appare inestricabile».
Secondo i conti fatti dalla soprintendenza servirebbero attualmente 900 mila euro per consentire la pulizia e la manutenzione di tutti i siti della provincia.
«Un costo folle per la Regione - prosegue la soprintendente - che stanzia 1 milione di euro per tutta l'Isola. Per fronteggiare l'emergenza, adesso, abbiamo bisogno di 70 mila euro per il parco della Neapolis e 200 mila euro per i siti provinciali, ma la possibilità di averli al più presto è davvero remota, dunque mi appello alla nuova deputazione regionale e ai neoassessori affinché facciano qualcosa di concreto. E ringrazio l'associazione Nuova Acropoli, i cui volontari puliranno il ginnasio Romano, gratuitamente. Speriamo che altri enti seguano questo esempio».
isabella di bartolo
ps
Il triangolo no....
Rivive chi è morto...e non chi non è mai stato vivo...
Il feudo Maucini, come il feudo di Calcicera, come il feudo di Bufalefi...come il feudo del Burgio,come i cinquemila e passa fabbricati feudali che puntinano la campagna siciliana di masserie e feudi e via dicendo: sono sempre state sedi naturali e storiche della pastorizia...
Se si effettua una ricozione ricostruttiva dei moduli che formavano la sede dei feudi, ci si rende conto che un tempo la zona di Pachino abbandova di numero di greggi utilizati per fare "caci" e produrre "carne" e "lana" per le popolozioni...locali e nazionali..
Oltretutto questi fabbricati sono di proprietà privata...( sempre nel 1978 proposi alla allora costruenda cooperativa Aurora d' insediarsi nei casamenti di Maucini come sede sociale e produttiva della cooperativa di produttori agricoli) e a parte qualche vincolo,( quello su Maucini l'ho proposto io nel 1978, poi ratificato nel Pano Agnello del 1988, nella discussione preliminare sul Piano Regolatore dell territorio pachinese)
la regione, la provincia, i comuni, le soprintendenze e compagnia discorrendo: non hanno mai posto la giusta attenzione alla conservazione di strutture edilizie storiche qual'è sono i fabbricati di derivazione feudale...
Tanto che oggi, vedi articolo de La Sicilia, invocano capre e asini per la manutenzione delle aree archeologiche...
Per cui dico che se oggi Maucini è utilizzata per ricoverare delle pecore le dobbiamo ringraziare per il lavoro di pulitura degli ambienti dei casamenti dell'ex Feudo di Maucini...
Senza le pecore, egregio Signor Lombardo, le corti della masseria sarebbero invase da piante infestanti... e che per effetto della loro crescita: avrebbero demolito ancora di più quello che un tempo era il "tempio" dello sfruttamento da parte dei cosidetti "Nobili" sugli umili e angariati mezzadri....
saluti dal triangolo delle Bermuda...
e sapete perchè?
Ogni volta che torno a Pachino,facendo un giretto per il territorio, mi rendo conto che ogni volta fanno scomparire per sempre qualcosa di storico...
Carissimo amico dott. Rosario Spinello,
Non ho capito se la Sua è stata una risposta polemica, alla piccola presentazione che ho fatto.
A dire il vero invece mi è parso di capire come Lei è molto informato sui beni culturali di Pachino. E che quindi potrebbe fare moltissimo per la loro valorizzazione, perciò condivide le nostre idee.
Ci fa molto piacere sapere che gente come Lei crede ancora che potrebbero esserci delle possibilità per salvare il salvabile, dopo il completo abbandono dei Beni culturali di Pachino.
Certo, noi non siamo a conoscenza di stanziamenti o di risorse economiche pubbliche.
Ma semplicemente constatiamo quello che abbiamo davanti agli occhi.
Tutto ciò è scaturito dopo aver organizzato e partecipato ad un corso di formazione per i volontari pachinesi dell’ANOPAS in collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile e il sostegno del Centro Servizi per il Volontariato Etneo di Catania.
Dopo aver recepito informazioni di carattere giuridico, e legislazioni regionali e nazionali dei vari Enti, con lezioni effettuati da Esperti e funzionari del D.R.P.C. come l’architetto Giuseppe Marziano e il geometra Giuseppe Latina, nonché l’apporto del Dottor Sebastiano Mandalà, per elementi tecnici sui Beni Culturali e il tecnico esperto in restauro dei BB CC Sebastiana Accaputo. Abbiamo voluto impegnare i volontari anche a crearsi una coscienza, e sentire veramente il bisogno di conoscere il valore delle tradizioni e delle origini nonchè la storia dei nostri antenati, abbiamo avuto la possibilità di conoscere la parte sentimentale, le emozioni che provocano quelle testimonianze rimaste inosservate da sempre. E questo grazie alle dottoresse Cristina Lombardo e Giuseppina Alescio che hanno curato la parte psicologica del corso, e per finire il lavoro svolto nella esercitazione pratica, e cioè nel andare a rendersi conto personalmente, a scrutare, a osservare come la natura riesca a conservare ancora quelle opere eseguite tanti secoli fa, questo organizzato da me, semplice cittadino di pachino, che per la carica dirigenziale dell’Associazione tante volte sono chiamato a svolgere ruoli istituzionali nel volontariato.
I volontari dell’ANOPAS sono una sessantina, al corso hanno preso parte soltanto trentatre partecipanti, perchè non tutti hanno compiti formativi.
Comunque penso che il Suo intervento, ci possa servire in seguito a prendere conoscenza anche di altre forme di informazione, Le posso assicurare che sono d’accordo con Lei, quando ci porta a conoscenza che i pastori, le mandrie, i casolari sono utili alla conservazione dei beni culturali, perché sono sicuro che senza di loro l’uomo avrebbe fatto più danni all’ambiente, al territorio e ai beni culturali.
Perché per esempio, non si cerca di promuovere iniziative che possano sensibilizzare i cittadini al rispetto dei beni culturali?
Noi purtroppo oltre alla buona volontà, non abbiamo sostegni economici, attrezzature e nemmeno mezzi per poterci rendere utili. Però si potrebbe fare tanto se tutte le persone di buona volontà, che hanno a cuore il bene dei cittadini, il rispetto dell’ambiente, il rispetto del territorio e amano l’arte e la cultura, lavorassero in sinergia e collaborazione dando ognuno l’apporto che gli compete.
In ultimo le chiedo scusa se purtroppo le mie espressioni non sono del tutto professionali e grammaticalmente perfette, ma penso di farmi capire.