Scena tratta dal film "Waking Life", 2001. Il monologo più "potente" del film.
Recensione tratta da:
http://www.everyeye.it/anime/waking-life_recensione_7822
Il film è forse il più grande e ben fatto viaggio onirico che la storia del cinema registri. Dall’inizio alla fine ci troviamo nel sogno di un ragazzo, che solo verso la metà capisce di essersi perso nei suoi pensieri e che, nonostante gli sforzi che fa per uscirne, non riesce a svegliarsi. Dare accurate indicazioni sulla trama sarebbe inutile: basti dire che per la completa durata della pellicola seguiremo il teen-ager che vedendo alcuni colloqui, tutti di stampo filosofico ma dalla levatura molto differente, rimane affascinato da essi, quasi si risveglia alla vita intellettiva spinto dall’amore per il logos .
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Le interpretazioni che si potrebbero dare al film sono innumerevoli, il regista peraltro non ne suggerisce alcuna con particolare fervore e lascia quindi lettera aperta al colto pubblico che vorrà cimentarsi nell’esegesi. Ci viene concessa circa un’ora e mezza per sentire, per bocca di ignoti tizi, buona parte delle riflessioni filosofiche, intendendo queste in senso largo e quindi anche politiche, sociali etc., che hanno agitato il mondo occidentale negli ultimi secoli.
Il ragazzo, con i cui occhi vediamo tutto ciò, rimane dapprima incantato, un cultore di filosofia antica direbbe qui che sta provando la “meraviglia” dalla quale nasce l’amore per il sapere ( Platone, Teeteto; Aristotele, Metafisica I ), ma in seguito, accortosi che si trova in un suo sogno, indirizza sembra più i discorsi verso l’onirologia, tentando di trovare nelle risposte dei suoi interlocutori il modo per svegliarsi. Avrete ben capito che non si tratta di un film per tutti e che, anche al confronto con le più audaci produzioni del Sol Levante, visto che in occidente non c’è alcun termine di paragone per un simile cartoon, merita ampiamente l’etichetta di complesso e riservato ad un pubblico colto ed adulto. Noi vorremo un po’ attenuare questa definizione, che è quella che gli è stata unanimemente attribuita dalla critica. Il film infatti, anche se non si riesce a ricondurre ogni singolo discorso alla corrente di pensiero che gli è dietro, si dimostra comunque un eccellente passatempo e non fa certo pesare la durata; al contrario vi ritroverete a visione terminata senza neanche accorgervene. Ovviamente a patto che siate amanti dei dialoghi.
Da parte nostra, con l’intenzione di aiutarvi nell’ardua visione, ricordiamo la massima da cui è tratto il titolo del film e che, forse, offre la chiave ermeneutica più solida: Sanity is a madness put to good uses; waking life is a dream controlled ( George Santayana ).
Fonte:
YouTube il 16-11-2008 - Categoria:
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