I nomi sono sempre gli stessi, Percolla, Magnano, Castorina, Muscarà, Scannapieco, e quanti altri, da prima a poi, si sono scaldati al sole dei caffè di via Etnea. A mezzo secolo dalla morte di Vitaliano Brancati, la tentazione è censire i residui del gallismo catanese, protagonista delle sue opere migliori. Cosa rimane di quel mondo, nella città dove il ragazzo di Pachino approdò per studiare, assumendone ritmi e vizi? Cosa resta dei perdig...
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Fonte:
Il Messaggero il 28-07-2003 - Categoria:
Cultura e spettacolo