Nella narrazione favolosa l'ancella era parecchio più restìa. La ninfa fuggiva e la disperazione di Alfeo generava la fusione. L'alchimia aveva il sapore di un abbandono, Alfeo ne usciva scornato, mentre ad Aretusa tutto il merito, la gloria compiacente dei posteri, il regno acquatico e frondoso della fonte. Una sub lettura, certo, e forse poco condivisa, ma in fondo Corrado Di Pietro ha giocato molto sull'inversione dei ruoli. La Dea giovinett...
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Fonte:
LaSicilia.it il 27-02-2003 - Categoria:
Cultura e spettacolo