PACHINO - Il colpo di grazia. Non ci sono altri termini per definire l’approvazione avvenuta ieri a larghissima maggioranza da parte del Parlamento Europeo sull’accordo commerciale UE-Marocco che consentirà ad una serie di prodotti agricoli ed ortofrutticoli (tra cui il pomodoro, naturalmente) di poter essere importati a tariffe doganali basse o pari allo zero.
Ancora una volta si è utilizzata l’agricoltura come merce di scambio per risolvere questioni politiche ed internazionali, dietro la giustificazione di dover sostenere la transizione democratica marocchina che è iniziata in seguito alla primavera araba.
Senza pensare che in Marocco il fattore principale che concorre alla formazione del prezzo dell’ortofrutta è il costo della manodopera visto che i salari percepiti dagli operai agricoli nordafricani sono nell’ordine dei 5 euro al giorno per non dire del fatto che non esistono garanzie che la sicurezza alimentare sia basata su principi e procedimenti simili agli standard sanitari europei.
Uno scenario devastante per l’agricoltura siciliana in un momento già critico dal punto di vista economico e sociale e che avrà certamente un impatto catastrofico sugli agricoltori con ripercussioni drammatiche sull’occupazione.
Una situazione che per il comparto pachinese ha una sola via di uscita che non ci stancheremo mai di ripetere e che si chiama: aggregazione.
Non esistono altre ricette, bisogna mettere da parte l’individualismo che ci caratterizza per porre in essere dei percorsi unitari di concentrazione dell’offerta e di strategie commerciali comuni.
Perché così come siamo, piccoli e frammentati, non si va da nessuna parte.
Solo unendosi si può cercare di affrontare le sfide che il mercato globale ci impone.
Pachino li 17 febbraio 2012
Il Direttore
(Salvatore Chiaramida )
Una considerazione personale del Presidente Sebastiano Fortunato:
"Appare chiaro a tutti come le recenti politiche comunitarie in materia di liberalizzazione dei mercati, quelle nazionali sull'inasprimento del mercato del lavoro, e infine quelle regionali sulla mancata considerazione delle problematiche dell'agricoltura siciliana concorrano tutti ad un unico, inesorabile risultato: la fine dell'economia agricola locale e regionale".
Il Presidente
Sebastiano Fortunato