Senza rendercene conto siamo stati fagocitati dalla modernità anche noi di Pachino, ridente paese agricolo, apparteniamo a questo enorme processo, anche noi spinti dalla globalizzazione entriamo nel vortice che accelera e richiede continui adattamenti, non più cadenzati dai cicli naturali ma stabiliti dall’incedere delle comunicazioni, dalla tecnologia, dai trasporti, dall’immigrazione, costretti volente o nolente a questo confronto. Di fronte al nuovo, si rimane ancorati a logiche stereotipate, un’espressione della politica che appartiene al recente passato, quella della rappresentanza, in cui le decisioni sono prese da pochi (gli eletti rappresentanti) e imposte ai cittadini una volta sudditi, poi cittadini utenti, infine cittadini clienti, ma pur sempre cittadini lontani dai centri decisionali, chiamati solo in poche occasioni a esprimere il consenso su persone, appunto i candidati rappresentanti. I partiti e gli esponenti politici in vista delle prossime amministrative continuano ancora a muoversi secondo la succitata logica, alla ricerca del consenso che così impostato per forza di cose diventa, un fatto squisitamente personale, ed è naturale che le critiche da tutti i pulpiti siano di questo tipo, ciò a indicare che le esigenze sono cambiate, che le domande forse esprimono un maggiore desiderio di partecipazione personale, per essere presente e decidere. In quest’ultimo periodo lo scontro confronto è giocato sulle candidature, ciascuno va alla ricerca della propria fonte di legittimazione, in seguito assisteremo ai soliti programmi/proclami che inesorabilmente appariranno tutti uguali perché all’origine, si basano e si propongono, sullo stesso modello di rappresentanza, una sorta di contratto sociale per adesione, per meglio dire, un “contratto tipo” è proposto al paese. C’è chi parla di larghe intese, chi di grosse coalizioni e già indica la via da percorrere, un solo punto basterebbe per risolvere ogni controversia e consentirci veramente di lavorare per il bene di tutti, si chiama “democrazia deliberativa”. Il modello ultimo di aggregazione dei bisogni sociali proposto dal PDL si basa su una forte leadership, quella di Berlusconi, un modello di tipo verticistico che trova nel suo ideologo e fondatore la massima espressione del potere decisionale, che egli vorrebbe ancor di più accentuare, a questo modello il Partito democratico potrebbe proporre appunto, il modello della democrazia partecipata e deliberativa, tenuto conto che le scelte che riguardano il nostro territorio hanno ricadute sulla nostra vita quotidiana, che per tale ragione esse hanno bisogno di una fonte di legittimazione che parte non dai cittadini più rappresentativi, ma dai cittadini tutti, i quali devono avere la possibilità di essere informati, di poter partecipare e dire la loro, di poter, attraverso un procedimento discorsivo e ragionato, arrivare a un punto di convergenza per il bene di tutti. A molti potrà sembrare che si è contro il sistema della rappresentanza, ma così non è, semplicemente si propone un ampliamento dell’accordo, una sorta di legittimazione dinamica che consentirebbe la verifica del consenso nel farsi delle scelte per indirizzare con maggiore pregnanza ed efficacia l’azione amministrativa. Un unico punto senza alcun proclama, questo potrebbe essere aggregante per i partiti, le liste e i movimenti che s’identificano con la sinistra, non il trasversalismo dei partiti, ma la proposta di far fronte alla complessità con una nuova idea di democrazia.
Saluti e cordialità
Giusi Novello
Pubblicata da:
Giusi Novello il 29-03-2009 16:26 in
Opinioni
Gentilissima Signora Novello mi permetto di commentare la sua news perchè da quando visito il portale non ho avuto il piacere di leggere interventi come il presente che mi appresto a commentare.
Ciò che lei scrive è la nuova proposta che da elettore e da semplice cittadino avrei voluto leggere già da diverso tempo. Non si può rimanere arroccati ai soliti argomenti che riguardano le problematiche che da sempre si sono sentite a destra e a manca. Oggi la gente ha bisogno di sentire nuove argomentazioni che davvero siano lo strumento che porti innovazione nel panorama politico che via via si sta definendo anche in campo nazionale. Bisogna riportare innanzitutto la politica in piazza ricucire lo strappo che si è venuto a creare tramite l'attuale legge elettorale che ha visto i veri politici distaccarsi dall'elettorato perchè ritengono che avendo il posto più alto nella lista di appartenenza avranno l'elezione sicura. E l'elettore che fa? è costretto a subire i nomi calati dall'alto come dice lei rimanendo a recitare il ruolo di soggetto passivo nel contesto attuale e che diversamente lo dovrebbe vedere coinvolto come attore principale a svolgere un ruolo di primaria importanza nel delegare il suo rappresentante, non è questa la democrazia? Ritornare al vecchio sistema elettorale anche solamente reintroducendo le sole preferenze nelle liste si riuscirebbe a coinvolgere l'elettore affidandogli un ruolo partecipativo e sopratutto decisivo dove i furbetti della politica sarebbero costretti a rivedere le proprie posizioni consapevoli che nell'era di internet non si potranno imbambolare gli elettori come si faceva una volta magari promettendogli un posto di lavoro che mai arrivava oppure si offriva un piccolo favore in cambio di una manciata di voti. Oggi l'elettore si è stancato di delegare si vuole rendersi partecipe del futuro sia di un piccolo centro che di tutta la nazione ma sopratutto ha bisogno di aggregazione e sentirsi appartenente ad un gruppo e questo senso di appartenenza e la voglia di fare lo ha già dimostrato in occasione delle primarie del PD dove i cittadini che si sentivano appartenere a questo nuovo soggetto si presentarono spontaneamente a votare per eleggere il proprio rappresentante, per tanti giovani fu occasione di accostamento anche se timido alla politica per cui questo è stato un segnale positivo contro chi dice che i giovani sono disinteressati dalla politica. Si parla tanto di coinvolgere i giovani ma quando si deve affrontare il problema di coinvolgerli nella vita attiva di un partito nessuno dei vecchi è disposto a cedere la sedia, ed allora cara Signora Novello come faremo a dare voce ai buoni propositi che ci accomunano quando non si vede uno spiraglio di nuovo e che tutto ruota nell'intento di studiare iniziative che tendono a disgregare ciò che di buono è rimasto all'interno di un partito politico? mirando a tutto ciò che ci può essere di utile come tornaconto personale. Oggi che si stanno delineando le future linee politiche e che vedranno sicuramente gli elettori italiani scegliere su due blocchi non ci possiamo permettere di perdere consensi elettorali a beneficio dell'altro blocco opposto al nostro oppure fare si che il nostro voto sia disperso in formazioni minori, oggi l'elettore deve saper scegliere il proprio governante e se mi permette questo si riflette anche a livello locale dove si assiste al proliferare di decine di liste civiche che non portano benefici per la cittadinanza, e che sicuramente poteranno all'ingovernabilità di un comune che attualmente ha bisogno di un amministrazione stabile per i prossimi cinque anni ed oltre.
Con responsabilità di uno che non ha nessuno interesse e mi riferisco che non ho terreni da lottizzare, attività commerciali da difendere e non ho posti di lavoro da chiedere auspico che a Pachino si formino due blocchi contrapposti dove il cittadino possa liberamente decidere chi votare. Consentendo al futuro Sindaco di poter governare senza essere costretto a subire i soliti ricatti che tanto male hanno fatto a Pachino ed ai suoi cittadini.
Grazie per l'attenzione.
Santo Golino.