PACHINO - Questa è la nostra vetrina frigo trasformata in libreria: non serve ad altro, visto che per Enel siamo una colonia del terzo mondo, "prendo i soldi e scappo", e luce non ce n’è.

Non ho la foto invece delle mie lacrime di ieri.

Una giornata senz'acqua, un incubo, passata a rincorrere autobotti, a chiudere a singhiozzo: senza che nessuno abbia avvisato o gestito l'emergenza.

Oggi è uguale.

Aggiungeteci immondizia, i roghi, l'atmosfera malavitosa di un posto in alcune aree fuori controllo e sentirete la rabbia di quelle lacrime.

La rabbia di chi ha impegnato L'INTERA VITA per trasformare la propria terra, dare opportunità a un un paese abbandonato ai topi e alle auto, e ancora dopo vent'anni si trova davanti questo Stato che è un muro di gomma.

Non indifferente, ma peggio: ostile, maligno.

Qui non ci sono più le condizioni base per dirsi cittadini, per fare impresa

E non mi dite si però la gente, gli incivili, è colpa loro ecc. ecc.

La questione dei servizi è una questione PUBBLICA.

la regia dello sviluppo è una questione PUBBLICA.

Costruire la cittadinanza, garantirla nei diritti, monitorarla nei doveri, educare, controllare, è compito di chi governa i territori, ed è una questione PUBBLICA.

Oggi più che mai sento la dolorosa consapevolezza che tocca a noi guidare le comunità, costruire alleanze di città (altro che i “sindacuzzi” che ci/si fanno la guerra) per monitorare territori vasti, progettare seri (perché' adesso si può fare) per affrontare la questione idrica e affrontare la tragedia civica e culturale di "un popolo che manca".

Tocca a noi si, a chi conosce e soffre il territorio sulla sua pelle, non a chi scrive post di lamento con un bicchiere di tè freddo in mano, senza nulla sapere, nulla soffrire, nulla immaginare.

Ho asciugato le lacrime, so che ne verserò ancora.

Ma alla fine il muro di gomma lo abbatteremo noi.

Barbara Fronterrè