Inizia il 14 maggio la dodicesima edizione della fiera internazionale del libro che, si svolgerà come ogni anno nel capoluogo piemontese. Quest’anno alla kermesse letteraria parteciperà anche la giornalista Silvestra Sorbera che, due mesi addietro ha pubblicato il suo primo libro dal titolo “Commissario Livia” edito “IL FILO”.
DOTTORESSA COME SI TROVA NELLE NUOVE VESTI DI SCRITTRICE?
Beh, non mi sento di dire che sono delle nuove vesti. Sicuramente è una nuova esperienza, molto bella e soprattutto soddisfacente sotto tutti i punti di vista. Il fatto che una casa editrice pubblichi un tuo primo romanzo è una soddisfazione non da poco.
E’ STATA GUIDATA IN QUESTO PERCORSO?
Si, le responsabili della casa editrice fortunatamente mi hanno aiutata e sostenuta molto durante le varie fasi della costruzione del libro. In cinque mesi siamo riusciti insieme a realizzare tutto, in completa sinergia e fiducia reciproca.
LEI NASCE GIORNALISTA, HA PRESO SPUNTO DA QUALCHE STORIA CHE HA VISSUTO PER SCRIVERE IL TESTO?
Sicuramente il lavoro di giornalista mi ha aiutato molto. La storia in se stessa prende spunto da diversi accadimenti che non ho vissuto in prima persona ma dei quali ho sentito parlare sulle cronache nazionali.
E’ UNA STORIA VERA?
Si e no. Alcuni spunti sono tratti dalla cronaca italiana altri sono puramente inventati.
COME MAI HA DECISO DI RACCONTARE UNA STORIA PER CERTI VERSI CRUENTA?
La realtà un cui viviamo oggi è una realtà violenta dove spesso l’esempio negativo diventa la norma così come si può leggere tra le righe del racconto.
ENTRIAMO UN PO’ NEL RACCONTO. PERCHE’ UN COMMISSARIO DONNA?
Perché un commissario donna? Perché è un lavoro che mi ha sempre affascinato e poi spesso c’è scarsa fiducia nelle donne che indossano la divisa invece non è così, conosco personalmente delle donne che lavorano in quest’ambito e svolgono benissimo il loro lavoro.
C’E’ UN PO’ DI RITROSIA NELLA DONNA IN DIVISA?
Purtroppo credo di si, ancora oggi fa notizia la prima donna carabiniere, finanziere ecc…
DAL TITOLO SI POTREBBE PENSARE AD UN COMMISSARIO MONTALBANO AL FEMMINILE INVECE I DUE COMMISSARI SONO COMPLETAMETE DIVERSI PERO’, IL NOME LIVIA UN PO’ INGANNA NON CREDE?
Livia è un omaggio ad Andrea Cammilleri, il papà di Montalbano. Sono un’appassionata lettrice di tutte le sue opere e per il mio commissario ho voluto usare un nome caro al “Sommo”. Poi, come dice lei, Livia Solari e Salvo Montalbano sono completamente diversi. In Montalbano c’è molta introspezione, in Livia no, lei è istintiva, determinata, se si mette in testa una cosa difficilmente cambia idea, segue una strada poi torna sui suoi passi, si corregge, aggiusta il tiro, è camaleontica….
SI PARLA POCO DI LIVIA NEL RACCONTO. COME MAI?
Livia si scopre piano piano, a piccole dosi. E’ meglio così.
LIVIA LE SOMIGLIA?
Mah, c’è chi dice di si e chi dice di no.
COSA SI ASPETTA DA TUTTO QUESTO? HA GIA’ PRESENTATO IL TESTO A ROMA, A BREVE CI SARA’ LA FIERA DEL LIBRO A TORINO
A Roma, insieme ai responsabili della casa editrice abbiamo presentato per la prima volta il libro nel corso di una trasmissione dedicata sia alla casa editrice quanto alle nuove opere del panorama letterario italiano. Tra pochi giorni a Torino ci sarà la fiera internazionale del libro e come ogni anno anche la casa editrice con la quale ho pubblicato parteciperà alla fiera. In quell’occasione ci sarà anche il mio libro. Spero che tutto questo mi porti bene, dopo tutto ho vissuto per anni nel paese che ha dato i natali a Vitaliano Brancati (Pachino ndr) e adesso vivo nella città dove lui è morto (Torino ndr), è uno strano caso.
UN’ULTIMA COSA. LA SUA LIVIA FARA’ CAPITOLARE L’OMBROSO MONTALBANO?
Non saprei, la differenza d’età è notevole ma, non pongo limiti alla provvidenza.
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