In questi giorni si sta assistendo ad un forte scontro sull’agricoltura a Pachino: entrambi i poli cercano di convincere i pachinesi che si stanno muovendo per uscire da questa crisi nerissima. Ma ad oggi una sola cosa è certa: Pachino sta sprofondando sempre di più. L’amministrazione Barone non è stata in grado nemmeno di gestire il traffico a Pachino, figuriamoci se riusciva ad affrontare le varie problematiche che l’agricoltura pachinese presenta. A parte vari stands in qualche città del nord Italia ed all’estero per dire che “il pomodorino di Pachino è buono”, altro non ha saputo fare. È difficile essere smentiti, i risultati parlano da se.
Le varie forze politiche locali si affrettano a dire che si occuperanno della crisi agricola di Pachino, addirittura è nata una lista civica che dovrebbe occuparsi dei problemi dell’agricoltura pachinese. Ed intanto la crisi agricola a Pachino sta assumendo proporzioni devastanti, il turismo è carente ci sono solo due hotel nella frazione pachinese che offrono posti letto limitati, i pochi agriturismo non sono in rete, i B&B presenti nelle zona sud orientale della Sicilia si ignorano, cioè non comunicano tra loro, per non parlare dei danni ambientali che in Sicilia è un problema drammatico dove il giro d’affari dell’ecomafia è di oltre 24,6 miliardi di euro l’anno; nella nostra regione, insieme a Campania, Puglia, Calabria, vi è una costante presenza mafiosa e sono in testa come numero di reati ambientali; sempre in queste quattro regioni si concentra oltre il 50% delle nuove case abusive costruite in Italia. E sono oltre 600, solo in Sicilia, i siti da bonificare perché inquinati dallo smaltimento illegale di rifiuti.
La Sicilia ed il nostro territorio pagano questi scempi anche in termini economici. Se migliora l’ambiente in cui viviamo, migliora anche la qualità della nostra vita. Basti pensare ai vantaggi, per l’aria che respiriamo, di una vera politica di promozione del trasporto pubblico, ecologico ed efficiente. Non dimentichiamoci il rapporto esistente tra inquinamento e tumore: questo rapporto nella realtà pachinese è molto forte anche a causa dell'uso di fitofarmaci nell'agricoltura. Sostanze che consentono la produzione intensiva ma che restano a lungo, anche fino a dieci anni, nell'ambiente.
I problemi a Pachino sono tanti e purtroppo se ne sono aggiunti di nuovi. La concorrenza con i prodotti agricoli cinesi, la scarsa attenzione alla salvaguardia dell’ambiente. Noi verdi siamo convinti che per sconfiggere la concorrenza occorre investire in tecnologia per abbassare i costi altrimenti è la fine per l’economia della zona.
Altro che urla, liti e lo “sconcerto” (soprattutto telefonico) che ha avuto qualche ben pensante pachinese quando noi Verdi non abbiamo appoggiato la linea politica dell’Unione (qualcuno l’ha “vista” questa linea politica?) nel momento in cui abbiamo sorretto la candidatura di Peppe Campisi come candidato a futuro sindaco; qui contano i problemi della gente pachinese: disoccupazione, illegalità diffusa, degrado ambientale, mancanza di fiducia. I verdi, non essendo un vero partito politico ma una federazione, ha come obbiettivo principale il recupero ambientale, agricolo e il miglioramento della qualità della vita, obbiettivi che fino ad oggi a Pachino sono stati letteralmente calpestati.
Di discussioni leziose fatte da qualche esponente politico provinciale per pubblicizzare il suo candidato locale (che, nel frattempo intavola trattative con altri partiti politici) noi non sappiamo cosa farcene. La gente è stanca di tutto questo! Ed è stanca di essere rappresentata da persone politicamente ambigue e miopi. I verdi non ci stanno alla politica miope che per anni ha imperato a Pachino e che l’ha portato sull’orlo di un precipizio. Ecco il nostro segno di discontinuità nella politica pachinese.
F.TO
il portavoce dei Verdi
dott. Concetto Amenta