Tratto da SiracusaNews.it
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“Un dissesto finanziario che affonda le proprie origini nella mancata riscossione”. Da oggi il Comune di Pachino è in dissesto finanziario, ed è il quarto comune della provincia in dissesto, dopo Augusta, Lentini e Cassaro, oltre al Libero consorzio di Siracusa (ex Provincia).
A poco più di 6 mesi di distanza dallo scioglimento, i commissari prefettizi che gestiscono l’ente hanno preso l’importante decisione che produrrà effetti per i prossimi 5 anni. “Abbiamo dovuto adottare la deliberazione di dissesto – ha chiarito il commissario Vincenzo Lo Fermo – in quanto la situazione finanziaria dell’ente era notevolmente squilibrata”. Non è certa ancora la massa passiva dei debiti, ma si aggirerebbe attorno a 30 milioni di euro, complessivamente tra disavanzo e debito. I soli debiti fuori bilancio ammonterebbero a 12 milioni di euro. Oltre ad una mancata riscossione in cui emergono numeri allarmanti, le grosse fette di debito riguardano energia elettrica, conferimento e gestione dei rifiuti.
Ecco cosa accadrà alle casse comunali
Sarà nominata da parte del presidente della Repubblica una commissione formata da 3 componenti, ovvero l’Osl, Organismo straordinario di liquidazione, a cui passerà la gestione del pregresso. L’Osl, a cui saranno trasmessi tutti i residui attivi e passivi e avrà la gestione dei crediti e dei debiti, si occuperà di tutte le situazione debitorie fino al 31 dicembre 2018. “Il dissesto – ha continuato Lo Fermo – libererà il comune dal peso dei debiti della gestione pregressa, mentre l’ente potrà occuparsi della gestione corrente. Comincia una fase nella quale sia la commissione straordinaria sia l’Osl avranno dei compiti diversi, ma entrambi diretti al risanamento finanziario dell’ente. Perché l’aspetto peculiare del dissesto non è solo quello di definire il pagamento dei debiti per il periodo di dissesto ma, soprattutto, quello di portare il Comune di Pachino in un situazione di risanamento finanziario. E la commissione straordinaria si occuperà della predisposizione e dell’approvazione del bilancio stabilmente riequilibrato, in maniera tale che l’ente possa andare verso una situazione di riequilibrio dei conti”.
La categoria più colpita sarà quella dei creditori dell’ente
Il dissesto non inciderà sul personale comunale e non ci saranno conseguenze per i contribuenti, poiché le aliquote di tutti i tributi comunali sono già al massimo. Cambierà qualcosa, invece, per i creditori. All’insediamento dell’Osl sarà pubblicato un avviso, a seguito di cui tutti i creditori potranno presentare una istanza di ammissione alla massa passiva. La percentuale liquidabile ai creditori varierà dal 40 al 60 % del debito. A seguito della quantificazione esatta della massa passiva e della massa attiva, sarà stabilito se dare seguito ad una procedura ordinaria o semplificata.
Il Piano di riequilibrio non era realizzabile
La ricostruzione della reale situazione economica e finanziaria del Comune è stata coordinata dal sovraordinato Gioacchino Guarrera, dal responsabile del settore, Enzo Blundo e dal segretario generale, Chiara Stella. “Grazie al lavoro del nostro team – ha sottolineato il commissario Lo Fermo – è stato dimostrato, in maniera incontrovertibile, che il piano di riequilibrio approvato due anni fa non era realizzabile. È stata rilevata la presenza di notevoli situazioni debitorie pregresse. Da una stima dei debiti c’è una massa passiva che si avvicina ai 30 milioni di euro, ma sarà fatta una verifica precisa dall’Osl”.
L’origine del “male” e la soluzione
“L’origine dello squilibrio è la mancata riscossione – ha confermato Vincenzo Lo Fermo -, che costituisce il vero problema di questo comune. Abbiamo riscontrato percentuali di riscossione che per certi tributi, come la Tari, arriva al 50 %, per altre tariffe si varia dal 18 al 20 %. Una situazione che non è sostenibile. Ecco perché l’unica cosa che si può fare è agire sul piano delle entrate. Occorre avviare una azione volta a fare in modo che le entrate vadano verso il 100 per cento, occorre che tutti paghino. Andiamo incontro ad un percorso che non è semplice e che non finirà con la nostra gestione, ma bisognava avviarlo, altrimenti il comune non potrà uscire dalla situazione in cui si trova”.
Sebastiano Diamante