Sostenere Rosario Crocetta ha senso: sin dal primo momento di una sua possibile candidatura, sin da quando si è ritrovato candidato “dei tesserati” del PD e di quanti vedevano e vedono nella sua storia personale una concreta possibilità di rivoluzione vera. Una candidatura che nasce proprio dalla base del partito, da quella base più volte critica e quasi ammutinante nei confronti di una dirigenza che aveva dimenticato cosa significasse dialogare con i tesserati. Diciamo “aveva” perché, seppur in ritardo, il partito ha preso coscienza di avere una base. Forse ha avuto anche paura dei suoi tesserati, di coloro che finalmente hanno spontaneamente guardato Crocetta come un leader, come colui che dopo decenni può condurre la sinistra siciliana al governo di una regione stremata da anni e anni di saccheggi alle sue casse, di sperpero di denaro pubblico, di diffamazione di un popolo che suda tutti i giorni voglia di cambiamento. E alla base di questa rivoluzione ci siamo noi GD. La candidatura di Rosario Crocetta è una candidatura giovane perché in primis ha utilizzato un canale di comunicazione attuale, i social networks, ha affidato alla nostra generazione il compito di condurre questa rivoluzione, ha abbandonato le vecchie logiche di partito, ha finalmente parlato di liberazione dalla Mafia, l’ha chiamata per nome anche nelle sale del potere.
• La storia di Rosario Crocetta è il racconto di una progressiva conquista della libertà, prima personale e poi comunitaria, e di libertà il popolo siciliano ha fame. Non riusciamo più a liberarci da questa prigione clientelare che tiene saldi alle proprie poltrone i dinosauri della politica. Hanno costruito una rete nelle cui trame lavorano imbrigliati i precari della regione con la speranza di una stabilizzazione che possa arrivare con lo strumento più semplice, il cosidetto “favore”, di consulenze fasulle pagate a peso d’oro ma che ha garantito loro una vita di agi e lontana dai drammi che quotidianamente i siciliani sono costretti a vivere. Oggi, (ed è cronaca di questi giorni), la crisi e il profondo stato di indebitamento dell’isola hanno anche bloccato i pagamenti degli stipendi di questo esercito di equilibristi tra la sopravvivenza e la morte. Morte: perché dietro un precario ci sono famiglie disperate che a stento riescono a mangiare e arrivare alla fine del mese. E di “Angelo di Carlo” ,a cui va il nostro tiepido e commosso ricordo, la Sicilia è piena zeppa. Sicilia che giorno dopo giorno è abbandonata dai suoi giovani laureati, preparati, capaci, che non riescono a trovare una occupazione, che guardano alle imprese del Nord così come i nostri nonni cinquant’anni fa, e ciò fotografa solamente quel persistente divario sociale che i politici siciliani non sono riusciti a livellare e del quale noi sopportiamo ancora il gravoso peso. E quando manca il lavoro, quando mancano le possibilità, quando mancano le opportunità, le alternative, il malaffare diventa l’unica soluzione. Clientele e malaffare, un sodalizio che per troppo tempo ha messo alle catene la nostra possibilità di sviluppo, di progresso. Per questo la storia di quest’uomo, di questo sindaco coraggioso che non ha accettato il compromesso malavitoso è guardata dagli uomini e dalle donne siciliane come concreta fuga verso la libertà.
• Libertà come valore. Libertà come partecipazione, dialogo.
"Noi parliamo non di un’alternativa di sinistra, ma di un’alternativa democratica. La prospettiva di governare l’Italia con un’alleanza dei partiti di sinistra – con i socialisti, i socialdemocratici e i repubblicani – è illusoria, perché non si guida il paese con il 51% dei voti. Per rispondere alle esigenze di rinnovamento e di stabilità occorre allearsi con la DC, con il PSI, e con tutte le altre forze democratiche" (Enrico Berlinguer, "Rinascita", ottobre 1973).
È proprio questo che Rosario Crocetta ha intrapreso. La prospettiva di una rivoluzione non può essere sicuramente perdente, ma è necessario che coinvolga tutti coloro che, dalla necessaria condivisione di un patto che si fondi sul rispetto di un indispensabile e rigoroso codice etico, vogliano davvero cambiare le sorti della nostra isola. E che queste persone possano anche appartenere all’UDC, partito che vuole invertire rotta facendo ahimè i conti con la recente storia che ha visto i propri vertici coinvolti nel malaffare, i cosidetti “cuffariani”, non sarà sicuramente un motivo di resa ma di ammirazione nei confronti di chi è stanco di essere etichettato come mafioso ma non vuole cedere sui valori in cui crede. “La libertà e’ partecipazione: e’ discontinuità con il passato, ma anche confronto con gli altri, senza cedimenti sui valori, mantenendo anche la propria
identità, ma non chiudendo l’identità in un ghetto” (Rosario Crocetta). È un invito a non chiudersi nell’arroganza di sentirsi sempre padroni della verità assoluta e prepotenti custodi della dignità, perché anche altre storie, lontane dalla nostra di sinistra, vantano il sudore di uomini e donne giuste. La Costituzione è il frutto di una rivoluzione che non ha visto come protagonisti solo comunisti, ma socialisti, repubblicani, popolari, liberali. Perché non pretendere di puntare ad una vero cambiamento che ci veda partecipi? Il futuro inizia da qui.
• Sostenere Rosario Crocetta significa partecipare ad una rivoluzione culturale oltre che politica. Un vero e proprio rinascimento. La Sicilia del prossimo futuro come la Firenze di Lorenzo de Medici. Una terra che dovrà assumere nuove note di colore, di poesia, di musica, una terra dove la libertà di espressione artistica dovrà essere motore di crescita e di sviluppo, le nostre radici popolari musa ispiratrice per artisti di tutto il mondo. Il “Made in Sicily” un marchio di vanto internazionale: la creatività dei nostri artigiani, le tele dei nostri artisti, la musica dei nostri musicisti, le parole dei nostri letterati, l’interpretazione dei nostri attori, le gambe dei nostri ballerini. La nostra scuola e la nostra Università fondamenta di questa rivoluzione culturale. Il rispetto dei nostri mari e delle nostre terre la linfa di questo cambiamento.
• Sostenere Rosario Crocetta per ultimo significa però aspirare al vero ricambio generazionale. Il tema del nostro congresso provinciale “e se fossero oggi i giovani a governare?” deve suonare da leit motiv nel processo di costruzione delle liste. Non c’è rivoluzione se non cambiano i protagonisti della lotta. Via coloro che in questi anni sono stati partecipi del decadimento dell’isola e spazio di conseguenza a tutti i giovani amministratori dei nostri comuni. Dopo anni di sacrificante e sudato impegno politico nelle realtà locali, è necessario che i nostri giovani capaci, che abbiano i requisiti e la maturità politica, debbano avere lo spazio che hanno meritato. È questo il nostro patto, la nostra richiesta.
Per noi GD della provincia di Siracusa sostenere Rosario Crocetta significa tutto questo.
Il coordinatore dei GD provincia di Siracusa
Antonino Landro
Il coordinatore dei GD Pachino
Vitaliano Dilorenzo