Ricevo da "Ufficio Stampa Costaiblea Film Festival" e pubblico la seguente comunicazione:
Ettore Scola emoziona i numerosi spettatori del Cinema Lumière. Il regista ieri sera, nel corso della penultima giornata del XIII Costaiblea Film Festival, ha ricevuto dalle mani di Nello Di Pasquale, sindaco di Ragusa, il Carrubo d’oro alla carriera. E ha parlato delle origini del suo cinema. “Io nasco sceneggiatore – ha affermato -. Solo dopo una settantina di film scritti mi sono messo a dirigerli. E devo molto alla straordinaria stagione del neorealismo italiano”. Per il regista “il neorealismo non è nato da una riflessione estetica. Non è nato per rinnovare il cinema. Piuttosto, per rinnovare l’Italia, dopo la fine del fascismo”. Il maestro ha incantato i presenti con la sua riflessione sulle origini del successo internazionale del cinema italiano. “Fellini, definirlo neorealista non si può. Stesso discorso per Pasolini. Però senza il neorealismo non sarebbero mai esistiti. Il neorealismo, bisogna ricordarlo, ha investito tutte le arti, dopo il ’46-’47”. Per Scola, “il neorealismo è la madre di tutto il cinema italiano. I registi che sono venuti dopo ne sono stati influenzati ”. Ad accompagnare Scola, la figlia Silvia, sceneggiatrice ed Ennio Bispuri, critico cinematografico. “Nel cinema di Scola – ha affermato Bispuri – è il personaggio che precede la storia. E ciò che colpisce di Ettore è il suo umanesimo. Senz’altro, la sua cifra oltre che poetica anche stilistica”. Per Silvia Scola, il padre, Ettore, ha “raccontato la povera gente come se si narrasse la storia di Ulisse. Questo è il suo segreto. Lavorare con lui è stato un privilegio che ho affrontato con umiltà”. Scola ha voluto svelare ai presenti anche il modo con cui affronta le storie che racconta. “La mia presunzione – ha affermato il regista - è stata quella di essere biografo del pubblico. Nel senso che il pubblico, guardando i miei film, deve riconoscersi”. Ma il regista ha anche parlato delle sue sfide personali. “Ho cercato – ha detto - di affidare a Mastroianni, latin lover per antonomasia, il ruolo di omosessuale di Una giornata particolare, proprio per sorprendere consapevolmente”. Il regista ha poi presentato un breve corto girato lo scorso anno a Ragusa: Paese mio. “La Sicilia - ha dichiarato il regista - vanta dei posti che si lasciano accarezzare dalla macchina da presa. E la gente ragusana è diversa da tutto il resto d’Italia. Per l’affetto e l’umanità mostrati”. Per Nello Di Pasquale, sindaco di Ragusa, “il nostro territorio, nonostante sia ai margini del Paese, è stato conosciuto al livello nazionale per le bellezze architettoniche e culturali. Grazie Maestro Scola. Questo è anche merito suo”. Luciano Ricceri, scenografo di Scola, doveva ricevere la cittadinanza onoraria della Città di Ragusa. Ma è rimasto a letto influenzato. A Ricceri, il pubblico del Costaiblea ha rivolto un caloroso applauso di incoraggiamento. “Speriamo si rimetta presto – ha dichiarato Pasquale Spadola, direttore organizzativo del festival – cosicché possa diventare un cittadino ragusano. So che ci tiene molto. E di questo siamo felici”.
Nel finale, in modo del tutto inaspettato, Ettore Scola ha gelato i presenti sul proprio futuro di regista. “Non credo che farò altri film”, ha affermato con disincanto. In chiusura di serata, sono stati mostrati due film di Scola: Concorrenza sleale e Gente di Roma.
Stasera è prevista la conclusione del festival. Sarà presente Valeria Solarino, che parlerà del film di cui è protagonista: Viola di mare (2009, 105’), mostrato all’ultimo Festival del Film di Roma.
Si invia un Cordiale Saluto.
UFFICIO STAMPA
Andrea Di Falco
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