PACHINO - Ci duole dirlo, ma l'aria che si respira in queste settimane nel comparto agricolo locale non lascia presagire nulla di buono, e la politica regionale ma soprattutto nazionale dovrebbe iniziare a studiare seriamente il modo per evitare il verificarsi di possibili episodi incresciosi, dettati dall'esasperazione dei nostri agricoltori.
Questo il grido di allarme del nostro Presidente Sebastiano Fortunato:
"La stagione della produzione agricola si è aperta all'insegna dell'incertezza per quanto riguarda il nostro prodotto di punta, il pomodoro; e chi fino a ieri confidava nella zucchina per bilanciare i conti, oggi dovrà rinunciare anche a quello; dato che - per una serie di circostanze avverse - la domanda è crollata nel giro di pochi giorni, fino alla paralisi totale delle ultime ore."
Le manifestazioni di protesta programmate per i prossimi giorni serviranno probabilmente soltanto a sfogare un sentimento di rabbia ed impotenza generale, non certo ad trovare soluzioni. La sensazione diffusa è quella della solitudine, dell'abbandono di un intero comparto, che se negli anni migliori veniva considerato il fanalino di coda dell'economia italiana, oggi non merita di essere neppure menzionato tra il piano di provvedimenti urgenti varato dal governo Monti per rilanciare l'economia di questo paese.
Anzi la tassazione, con la nuova Ici, dei fabbricati rurali che fino ad oggi ne erano esentati, le nuove accise sui carburanti e la rivalutazione degli estimi catastali dei terreni e dei fabbricati rurali daranno il colpo di grazia ad un settore già al collasso.
Così commenta la situazione il direttore Salvatore Chiaramida: " La nostra agricoltura sconta oggi un doppio peccato: quella di essere stata considerata la sorella povera di altri comparti, ben più privilegiati (si pensi solo all'industria automobilistica, che peraltro oggi volta le spalle a decenni di incentivi governativi), e quella di provenire dal meridione d'Italia. Un esempio per tutti: proprio oggi mentre veniva inaugurato nelle regioni centro settentrionali il treno ad alta velocità "Italico" che segna l'ingresso dei privati nella gestione della viabilità su rotaie, vengono soppresse le tratte a lunga percorrenza che, partendo da Siracusa e Palermo, garantivano per tradizione un collegamento permanente tra nord e sud."
Infine, il Presidente Fortunato lancia il suo appello per riunire le forze locali:
"Il nostro Consorzio, che negli ultimi due anni pensava di essere riuscito ad instaurare rapporti cordiali col Ministero delle Politiche Agricole e con la Regione Siciliana, intende nei prossimi giorni far pervenire presso i nostri rappresentanti della capitale un appello a prendere a cuore l'emergenza agricoltura nella zona sud. Tale grido d'allarme verrà ugualmente esteso ai nostri rappresentanti politici regionali, e in esso ribadiremo la nostra precisa volontà di sostenere qualsiasi iniziativa a livello locale utile a fare sentire la voce dei nostri agricoltori. Chiediamo al nostro sindaco, ai sindacati e alle associazioni di categoria preposti di istituire un tavolo di crisi permanente, per studiare forme eclatanti di protesta per la gravissima crisi economica che sta letteralmente travolgendo le sorti di migliaia e migliaia di nuclei familiari nei comuni della fascia trasformata sud orientale ma non solo".
Paolo Meli