È incredibile che i due scieri della tonnara di Marzamemi siano ormai ridotti in condizioni che ne rendono pressoché impossibile un restauro efficace.
Mentre stanno finalmente per partire i lavori relativi alla chiesetta di piazza Regina Margherita, è urgentissimo provvedere a mettere almeno al riparo quel che resta di questi barconi, che si trovano in balia delle intemperie, senza alcuna copertura.
Si tratta di beni assai rilevanti, che rivestono un ruolo identitario per il territorio del sud-est siciliano e non solo, come testimonianze di ciò che il borgo è stato nel corso del tempo.
Alla fine dell’Ottocento nell’inventario della tonnara di Marzamemi erano compresi tre scieri (denominati San Corrado, Concettina e Progresso), una chiatta, una muciara per i Rais e tre speronare: Madonna del Carmine, Dante e Fanny.
Di tutto questo barcareccio, in gran parte realizzato dagli Aliffi, calafatari originari di Siracusa, sono rimasti soltanto i due scieri, che, quando veniva conclusa la stagione di pesca, venivano ricoverati nella camperia della Balata.
Nonostante il vincolo di tutela apposto dalla Soprintendenza di Siracusa nel 2005, come bene di particolare interesse storico-artistico ed etno-antropologico, si rischiano di perdere queste testimonianze dal valore inestimabile, studiate di recente anche da università americane e che appartengono alla storia della nostra gente.
Salvo Sorbello