Il Consorzio IGP di Pachino e la FAP alla Camera del Senato a Roma.

Il Consorzio IGP di Pachino e la FAP alla Camera del Senato a Roma. Tutto inizia dallo sciopero della fame di tre agricoltori vittoriesi: Gaetano Malannino, Tonino Messineo e Maurizio Ciaculli, finalizzato a porre all'attenzione pubblica la situazione di prostrazione del comparto agricolo siciliano. E' il segno di un disagio che covava da parecchi mesi, ma che in questi giorni sta esplodendo in tutta la sua drammatica gravità. Ieri l'altro, una delegazione partita da Vittoria è stata ricevuta dalla commissione Agricoltura del Senato della Repubblica. Tra i rappresentanti del comparto agricolo siciliano, era presente Sebastiano Fortunato, presidente del Consorzio di Tutela IGP Pomodoro di Pachino che - insieme ai rappresentanti della neonata associazione, Filiera Agroalimaentare Pachino (FAP), Franco Ristuccia e Salvatore Campisi - ha avuto l'opportunità di esporre quelle che sono le problematiche del settore, attraverso un intervento al Senato della Repubblica.

Alcuni giorni fa, avevano inviato una lettera indirizzata agli scioperanti, con la quale manifestavano la loro solidarietà nei confronti dei rappresentanti il comparto agricolo vittoriese: "Siamo stanchi quanto voi, di essere invisibili alle istituzioni e cancellati dalle programmazioni politiche. Condividiamo con voi il malcontento per una politica che ci costringe a chiudere i battenti. Vogliamo pregarvi di interrompere il digiuno, che per quanto efficace per dare con fermezza e grinta, visibilità immediata alla rivendicazione delle proprie ragioni, è comunque una forma di protesta pericolosa. Proponiamo piuttosto, di incontrarci per studiare una forza unica di concertazione, al fine di instaurare un dialogo costruttivo con la classe politica istituzionale".

E con questo obiettivo comune, la delegazione si è spinta fino a Roma, nella camera del Senato, alla presenza della commissione Agricoltura del Senato della Repubblica, dove ha preso la parola Sebastiano Fortunato e ha tenuto un discorso lungo e accorato, esordendo con la richiesta con effetto immediato del riconoscimento dello stato di crisi del mercato agricolo, dato che i prezzi bassi alla produzione sono divenuti una costante e ha richiesto altresì un progetto che riequilibri la domanda con l'offerta, premettendo che è un errore considerare la filiera ortofrutticola una filiera lunga, non si può accusare il problema della forbice che fa crescere i prezzi della nostra produzione fino al consumatore. Dal contadino al confezionatore, in genere presenti nello stesso territorio, si passa direttamente alla distribuzione e al consumo. Davvero pochi i passaggi che separano i nostri pomodori sulla pianta alla tavola del consumatore.

Insieme a loro, anche i vertici di Altragricoltura, per quanto l'incontro non sia stato affatto supportato da condivisioni di natura politica ma esclusivamente dall'interesse comune per il territorio – attraverso il portavoce nazionale Gianni Fabbris – è stata chiesta, altresì, l’approvazione di misure per convincere i tre manifestanti vittoriesi a sospendere lo sciopero della fame, ma soprattutto per ridare ossigeno ad un comparto allo stremo, quello agricolo siciliano, che purtroppo continua ad essere il fanalino di coda nella agenda delle priorità dell'attuale governo, e - come è noto a tutti - è spesso assediato dalle proteste del comparto industriale nazionale supportate da una rappresentanza sindacale piuttosto agguerrita.

Gianni Fabbris, portavoce nazionale di Altragricoltura, ha dichiarato: “Oggi la Sicilia scoppia ed è solo la prima ad avvertire il terremoto. Sul tavolo la moratoria dei debiti dei produttori agricoli, l’abbattimento dell’Imu sui beni strumentali – l’approvazione di urgenti norme compensative rispetto all’accordo Ue-Marocco. Nello Nardo, senatore IDV, rivendica una serie di emendamenti regolarmente rigettati dall'esecutivo Monti e dal titolare del dicastero all’Agricoltura Mario Catania.

Mentre l'Italia pare avvitarsi su problemi economici e strutturali che nessun governo pare in grado di affrontare in modo organico, dalla Sicilia monta un disagio che potrebbe, qualora non adeguatamente ascoltato, degenerare in uno stato di disordine permanente sull'intera distribuzione di prodotti freschi, che rappresenta una fetta assai cospicua della fornitura di ortofrutta nazionale.

Vedremo nelle prossime settimane se questi segnali di malessere riusciranno ad essere adeguatamente recepiti dalla compagine governativa, e inseriti in un calendario di interventi prioritari a sostegno dei comparti chiave dell'economia nazionale.

In assenza di risposte, non rimane che il sogno di vedere concentrata l'offerta locale.
Pubblicata da: Corrado Modica il 22-12-2012 19:46 in Comunicati

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